Pubblicato: Domenica, 14 Luglio 2024 - di Marco Caroni

ROMA (storie & metallo) - Dal 2 al 10 giugno 1979, 45 anni fa, Giovanni Paolo II visitò per la prima volta la Polonia da pontefice. Epico il suo discorso a Varsavia, potentissima l'onda lunga delle sue parole

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A braccia aperte di fronte ad una folla sterminata. "Chiedo [...] che Cristo non cessi di essere per noi libro aperto della vita per il futuro. Per il nostro domani polacco".

 Avrebbe voluto chiamarsi Stanislao I, ma i cardinali di Santa Romana Chiesa gli fecero modestamente notare che non si trattava di un nome della tradizione cattolica e così, su due piedi, scelse di onorare il suo sfortunato predecessore scegliendo come nome pontificale Giovanni Paolo II. Papa Luciani, a sua volta, aveva scelto il nome doppio di Giovanni Paolo per ricordare i suoi più diretti predecessori. Era il 16 ottobre 1978 e a pochissime settimane dal conclave precedente, la Chiesa aveva il suo nuovo pastore.

Ad appena 8 mesi dal suo insediamento, primo Papa slavo e polacco della storia e primo pontefice non italiano dopo 450 anni (l'ultimo era stato nel 1522 l'olandese Adriano VI successore di Leone X de' Medici) dopo aver visitato a gennaio 1979 il Centro America, aveva voluto rientrare con l'abito bianco nella sua Polonia.

Retta da un Consiglio di Stato comunista dominato dal Partito Operaio unificato polacco del Primo segretario Gierek, la cattolicissima Polonia era uno dei "Paesi dell'Est", oltre la cortina di ferro. Quando nell'ottobre 1978 Karol Józef Wojtyła, all'età di 58 anni, era stato eletto Papa, Mosca e tutte le Capitali dei Paesi del blocco sovietico erano entrate in fibrillazione. Le posizioni del nuovo pontefice romano in ottica anticomunista erano ben note.

Ma la figura di San Stanislao, patrono della Polonia, non aveva mai abbandonato la mente del nuovo Papa e così il nuovo pontefice polacco volle tornare da Capo della Chiesa in Patria proprio nella ricorrenza dei 900 anni dalla morte del Santo, fatto assassinare l'11 aprile 1079 da re Boleslao II.

Il viaggio, senz'altro impegnativo e sotto i rilfettori del mondo intero (soprattutto quello sovietico...) era stato lungamente organizzato e così quando il volo Alitalia atterrò all'aeroporto militare Okecie di Varsavia quello che si stava avviando - e molti lo avevano intuito - era un percorso che nel giro di appena 10 anni avrebbe portato alla caduta del Muro di Berlino e, a seguire al disgregamento dell'Unione Sovietica ed alla fine del comunismo.

Era il 2 giugno 1979. In Italia, che Giovanni Paolo II definì sua seconda Patria, si celebrava la Festa della Repubblica.

Dopo i saluti di rito alle autorità polacche che avevano comunque formalmente invitato il pontefice, il Papa celebrò messa nella piazza della Vittoria di Varsavia di fronte ad una folla sterminata. In quel suo primo dei nove viaggi ufficiali nella madrepatria, tra il 1979 ed il 2002, il Sommo Padre slavo visitò i luoghi più simbolici del Paese: dalla città santa di Gniezno al santuario di Jasna Gora: da Czestochowa a Cracovia, al campo di concentramento tedesco di Birkenau. Ovunque folle oceaniche ad attenderlo, ascoltarlo, osannarlo.

Non fu solo un viaggio, fu il primo vibrante colpo di piccone alla cortina di ferro. Speso nei discorsi e nelle omelie pronunciate in quei giorni di giugno di 45 anni fa, il Santo Padre polacco direttamente o metaforicamente fece riferimento al nuovo vento che spirava e che, un efflato dello Spirito Santo, avrebbe dato alla Polonia ed al mondo intero un nuovo futuro.

Tanti e tali furono gli sconvolgimenti politici che da quel viaggio ne sarebbero scaturiti che non può essere certamente questa la sede per affrontare le complesse dinamiche che caratterizzarono gli assetti internazionali dei vibranti anni '80 dello scorso secolo.

Vale però la pena ricordare come a livello fattuale ed operativo il primo viaggio di Giovanni Paolo II in Polonia portò direttamente alla fondazione, 14 mesi dopo, del celebre sindacato Solidarność (solidarietà), nato dopo lo sciopero nei cantieri navali di Danzica per opera di Lech Wałęsa (oggi 81enne) e diventato il braccio dell'azione contro il comunismo polacco e da lì sovietico.

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Un sindacato così vicino al Papa che nei primissimi anni '80 quello del finanziamento delle attività di Solidarność da parte del Vaticano per opera dello IOR, la Banca di Stato vaticana, e del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi fu molto più che un sospetto.

Quei 9 giorni del giugno 1979 cambiarono letteralmente il mondo.

Il Papa sarebbe poi tornato in Polonia dal 16 al 23 giugno del 1983 ed ancora per altre 7 volte rendendo la sua Patria il Paese più visitato nel corso del suo lungo pontificato. Morto il 2 aprile 2005 dopo 26 anni e mezzo di pontificato, Giovanni Paolo II è stato beatificato il 1 maggio 2011 e proclamato santo il 27 aprile 2014, insieme a Giovanni XXIII.

Il Papa che ha cambiato le sorti del mondo e lo ha accompagnato nel 3° millennio.

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LE MEDAGLIE - Nutrita la produzione medaglistica sul tema, sia relativa al viaggio del giugno 1979 che dei viaggi successivi. Tra le diverse medaglie, se ne propongono in questa sede 3.

In primo luogo, quella qui sopra riprodotta. Realizzata dalla Zecca Vaticana in argento e bronzo, propone al dritto un ancora giovane pontefice slavo con l'iscrizione in polacco "Santo Padre Giovanni Paolo II". Al rovescio un'immagine della madonna di Czestokowa e di San Stanislao con intorno alcune delle località visitate dal Papa in quella occasione. Diametro 44 millimetri, peso 40 grammi. La tiratura, non bassa, è stata di 6mila esemplari.

Molto bella la seconda, sempre relativa al viaggio epocale del 1979 e prodotta in Polonia.

La medaglia in bronzo ha un diametro di 45 millimetri, e sul dritto rappresenta il Papa stilizzato con mitra sul capo e le braccia aperte in segno di accoglienza e benedizione. Al rovescio una croce stilizzata con alcune delle località visitate da Giovanni Paolo II in quel primo viaggio apostolico in Polonia.

La terza ed ultima medaglia è una di quelle coniate in occasione del secondo viaggio di Giovanni Paolo II nella sua madrepatria. Di diametro contenuto, appena 35 millimetri per 19 grammi, realizzata in metallo bianco, la medaglia al dritto presenta il prodilo del pontefice rivolto a sinistra e l'iscrizione polacca che ricorda per l'appunto quel secondo pellegrinaggio.

Al rovescio l'immagine iconica e particolarmente simbolica del Papa - che aveva già superato l'attentato di piazza San Pietro del 13 maggio 1981 - che abbraccia Lech Wałęsa, leader del sindacato Solidarność che, come visto fu caldeggiato e sostenuto dallo stesso Vaticano. Completa il rovescio l'iscrizione "Totus tuus soli Deo".


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