Pubblicato: Sabato, 27 Luglio 2024 - di Marco Caroni

GROTTAFERRATA (politica) - L'autore britannico nel suo "Animal farm" tracciò con sublime semplice efficacia i vizi del potere. Di Bernardo in queste ultime settimane ha scoperto le sue carte

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Immenso, infinito, diabolico George Orwell. A pochissimi giorni dallo sgancio delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, in quei torridi giorni di agosto 1945, lui aveva capito tutto ed utilizzando una metafora tanto semplice quanto terribile aveva spiegato come va il mondo. Come va la politica.

Nel suo "Animal farm", uscito per la prima volta pochissimi giorni dopo che il mondo aveva scoperto ciò che ne avrebbe cambiato per sempre le sorti, Orwell ebbe modo di raccontare una vicenda allegorica nella quale il motto predominante era il seguente: "Gli animali sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri".

Sublime essenza di quello che il mondo ci presenta.

La massima, che i maiali fecero scrivere (dai cavalli) sulla fattoria sottratta agli uomini, trova costantemente la sua feroce e puntuale applicazione in politica. Settore sommerso ed elitario, a volte temporaneo, che detta regole alle quali nessuno di coloro che vi entrano riescono a sottrarsi. Per fascino, dinamiche o indole non è ancora facile capirlo.

Lo abbiamo visto, per tornare al nostro piccolo mondo antico, a Frascati in particolare in questi ultimi anni nei quali quella che è probababilmente la peggiore Amministrazione comunale da quando il sindaco viene direttamente eletto (30 anni) invece di chiedere ogni giorno scusa ai cittadini per aver portato il Comune in dissesto ha ben pensato di arroccarsi nel fortino di palazzo Marconi (ormai sguarnito di personale, per il sopra ricordato motivo) avocando a sé non si è ben capito quali diritti e quale sacra unzione. L'unica vera fortuna è che il gruppo degli "arroccati" fu composto col misurino ed immensa capienza da chi oggi non c'è più.

A fare piazza pulita penseranno, vivaddio, le prossime elezioni.

La stessa via, lastricata in partenza di buone intenzioni ma ormai indirizzata verso percorsi ben noti, è stata intrapresa in queste ultime settimane a Grottaferrata anche dal sindaco Mirko Di Bernardo e dal suo strettissimo cerchio magico nel quale facciamo fatica ad inserire più di 4 persone.

Il sindaco che tanto stava ben lavorando, ha finito invece per ficcarsi in un cul de sac fatto di accordi "segretissimi" (la sua papabile candidature alle restaurate elezioni Provinciali?) con un PD che all'ombra dell'Abbazia ha numeri costantemente in picchiata - siamo ormai alla "setta" per pochissimi eletti -, fatto di silenzi sullo stile del suo predecessore (col quale, come scritto, sembra abbia cercato un accordo nei giorni scorsi) e soprattutto fatto di mere speculazioni politiche e di continui cambi di sponda.

Il fine, diceva un altro luminare dell'ars politica, giustica i mezzi. E Di Bernardo, principe de noantri destinato con ogni probabilità alla stessa fine toccata in questi anni a tutti i suoi predecessori e non solo, lo ha ben capito avendo ormai messo a terra il suo gioco.

L'immenso George Orwell, che non smetteremo mai di ringraziare anche per il suo altro capolavoro "1984" introduttore di quel "grande fatello" di cui oggi orde di influencer e psuedo giornalisti si riempiono la bocca, ce lo aveva spiegato alla perfezione nel 1945. "Gli animali sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri".

Un vizio crederlo, un vezzo pensarlo, un tremendo errore tentare di applicarlo. E la storia politica (e non solo) luminosamente lo dimostra.


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