Pubblicato: Martedì, 06 Agosto 2024 - redazione politica

GROTTAFERRATA (politica) - La cacciata di "Siamo Grottaferrata" è un punto di non ritorno la cui onda lunga potrebbe montare da qui a breve

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Con l'atto proditorio del 13 luglio 2024 col quale il sindaco Di Bernardo ha azzerato la sua Giunta cacciando di fatto dalla maggioranza l'assessore Daniele Rossetti e la lista di supporto "Siamo Grottaferrata" (che in Aula conta 2 consiglieri) si è scritta una pagina della politica di Grottaferrata che ha segnato il percorso dell'attuale sindacatura. Quali che saranno gli esiti di quanto potrebbe accadere è ancora molto presto per dirlo, ma certo è che non ci sia via di ritorno.

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Come noto, alla base (formale) dell'epurazione di "Siamo Grottaferrata" c'è stata la titubanza espressa dai due consiglieri Pompili e Trovalusci nel momento di approvare il Dpi relativo al Nuovo Piano regolatore di Grottaferrata, final destination - ora possiamo dirlo - della sindacatura Di Bernardo.

Come espresso nei giorni scorsi, il sindaco ed il suo staff hanno fatto la loro scelta e la loro mossa: con piena consapevolezza e secondo calcoli che non possiamo sapere. Una mossa che passa, come detto, anche per l'ormai celeberrimo nuovo accordo del PD sponda Claudio Mancini: accordo che ha portato direttamente Paola Franzoso in Giunta e che potrebbe presupporre una candidatura del sindaco Di Bernardo magari alle prossime elezioni Provinciali o di Città metropolitana come dir si voglia. Sempre che prima passi l'ennesima riforma dell'Ente.

Mentre Di Bernardo ed il suoi si coccolano i nuovi entrati in Aula, Coromaldi (PD) e De Antoni (lista Ghelfi), i nuovi assessori Franzoso e Massimo Roncati (Città al Governo) e soprattutto il rientro nei ranghi del "cavallo di ritorno" Michele Mazza (Cag), altrove si guarda già al futuro.

Di Bernardo, che sprovveduto certo non è, sa bene che la fronda che si sta animando in altri momenti storici della politica criptense ha portato sino alla caduta del sindaco. Anzi: per essere sinceri, dopo Ghelfi, tutti i sindaci che hanno preceduto Di Bernardo sono caduti anzitempo.

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Tanto avviato è il processo in atto, che già uno degli interrogativi principali è il nome del candidato sindaco da presentare in occasione di possibile ritorno anticipato alle urne. Di nomi già ne circolano alcuni, oltre a quelli che possiamo considerare scontati come ad esempio Federico Pompili.

Siamo, come detto, all'inizio di una nuova fase nella quale Di Bernardo ed il suo strettissimo entourage strategico (4 persone in tutto) dovranno dimostrare di aver ben imparato la lezione del passato. La sensazione è che qualcosa sia stato sottovalutato.

Una cosa è certa ed evidente. Come scritto qualche giorno fa, la machiavellica occupazione di un posto di comando porta come conseguenza l'adozione di pratiche, tecniche e strategie già viste applicate da altri.

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E' ampiamente anche il caso di Di Bernardo che, esattamente come il suo predecessore architetto, ha scelto la linea del silenzio alla linea del confronto anche sul fronte della comunicazione. Il che la dice molto, molto lunga sulla gestione dei rapporti interni.

E sappiamo tutti come andò a finire.


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