Pubblicato: Sabato, 03 Agosto 2024 - Redazione attualità

GENZANO (attualità) - È deceduta ieri all’età di 85 anni

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Una gremitissima chiesa centrale di corso don Minzoni a Genzano, oggi pomeriggio, ha dato l'ultimo saluto alla "signora" Franca, così come la chiamavano tutti per i suoi modi gentili, affabili, il suo attaccamento alla famiglia, al lavoro e per le sue bellissime qualità umane da tutti riconosciute negli anni e anche oggi pomeriggio alle sue esequie celebrate da don Andrea, vice parroco della Parrocchia della Santissima Trinità.

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In prima fila, affranti dal dolore per la perdita della preziosa e amata mamma e nonna, i due figli Antonella e Massimiliano, i 4 nipoti, il genero, la nuora. Poi in chiesa, seduti composti ad ascoltare, hanno presenziato anche tanti concittadini, amici e clienti della famosa trattoria "Le Carceri" di Genzano, aperta con il marito Aldo Zaccheri, in pieno centro storico, poco dopo essersi sposati nel 1976.

Il locale era stato rilevato da un'altra famiglia genzanese che l'aveva ormai avviato alla chiusura dopo tanti anni di lavoro. E così la Trattoria "Le Carceri", che prende il nome da un vecchio edificio medievale (che erano delle vere e proprie prigioni in provincia di Roma fino agli anni ‘60 circa), da quando sono subentrati Aldo e Franca è diventata una delle mete gastronomiche preferite da tanti amanti della buona cucina innovativa locale, provenienti da tutta Roma e provincia e non solo.

Ancora oggi è una delle trattorie più rinomate di tutti i Castelli Romani, dove non era insolito incontrare grandi personaggi del cinema, della musica e dello spettacolo come Franco Califano e molti altri. 

I loro piatti innovativi negli anni '80-'90 ebbero un grande successo con comitive di clienti che, per via della capienza limitata degli spazi del locale (ricordiamo un ex carcere vero), erano disposti anche a fare la fila fuori per alcune ore per pranzare e cenare nel fine settimana, in particolare la domenica.

La Lady Chef Franca Mattoccia era nata a Velletri 85 anni fa. Ha lavorato fin da ragazza, sempre in cucina, per oltre sessanta anni e forse anche più prima a Roma al quartiere Tor Pignattara, dove aprì insieme ai genitori veliterni un’antica e apprezzata osteria negli anni ’60 – ‘70. Ha poi lavorato per 48 anni ininterrottamente nella piccola ma efficiente cucina delle Carceri, insieme al marito Aldo, deceduto per un malore molti anni fa, alla figlia Antonella e al figlio Massimiliano che, quando arrivarono a Genzano, avevano rispettivamente 13 e 1 anno, al genero Vincenzo Chiari, cameriere e oste di una volta, quello con la camicia bianca aperta sul petto, modi affabili e diretti, i pantaloni rigorosamente neri, scarpe nere eleganti e tovagliolo sulla spalla, alla consuocera Vitalina, altra grande donna e lavoratrice instancabile, nonché moglie e madre di Vincenzo e Alessandro (soprannominati Senza Pane-Senza Pà in genzanese), mitici camerieri genzanesi. Un locale, una cucina, sempre pulita e profumata, dove si potevano sentire solo gli odori dei buoni piatti che cucinava la signora Franca con tanta dedizione giornaliera.

La mitica accoppiata dei coniugi Aldo e Franca ha ideato tanti piatti innovativi della cucina romana e castellana, solo per citarne alcuni: le richiestissime pennette alla Vodka, molti altri piatti creati dalla loro genuina fantasia, quei frutti esotici e sconosciuti a livello locale che erano i kiwi,  che per primi portarono ai Castelli Romani, facendoli arrivare dall'estero, conditi con il liquore maraschino, il limone e una spruzzata di zucchero, insieme alla frutta flambè (con la fiammata da applauso) e tante altre prelibatezze culinarie che non si dimenticano facilmente.

La signora Franca ora riposerà, dopo essersi addormentata nel sonno della morte, al cimitero di Genzano dove c'è la tomba di famiglia, vicino al suo amato marito "Aldino", come era chiamato da tutti.

Il trasporto al cimitero è avvenuto dopo il funerale di oggi pomeriggio, attraverso il carro funebre della Agenzia veliterna dei fratelli Rossetti con al seguito un lungo corteo che è passato sotto alla cucina e alla trattoria dove Franca Mattoccia è vissuta e ha lavorato fino a qualche giorno fa prima di ammalarsi.

Una gravissima malattia al colon in pochi giorni l'ha portata via dall'affetto dei suoi cari e delle migliaia di clienti, tanti concittadini e amici che la amavano e la stimavano tantissimo.

"Tutti quanti noi che la abbiamo conosciuta, non potevamo fare altro che amarla, apprezzarla e stimarla. Per le sue belle qualità umane, come l'umiltà, la dedizione al lavoro, la perseveranza, la bontà, la pazienza, l'onestà, l'educazione, l'altruismo, il rispetto per gli altri, per i camerieri, gli aiuto cuochi, gli addetti alla pulizia della cucina e della sua trattoria. Una delle donne più speciali che ho conosciuto e con cui ho avuto l'onore e il piacere di lavorare da ragazzo come cameriere.

Una perdita veramente pesante e insostituibile. Lavorare con lei, con la sua famiglia, con il genero "Vincenzó" era un piacere, anche se si lavorava tante ore, negli anni 80-90, nel boom della ristorazione genzanese. A volte finivamo di mettere a posto le sale, lavare i bicchieri, riapparecchiare e, già dal pranzo, passavamo direttamente a servire la cena. Poi in nottata si mangiava tutti insieme come una grande famiglia, con l'umorismo che non mancava mai e le gran risate ristoratrici nel ricordare alcuni clienti particolari e altre storie accadute. Grazie al loro affetto, al sorriso e al garbo della signora Franca era tutto più semplice e sereno, la stanchezza non la sentivi", ha commentato il giornalista fotoreporter Luciano Sciurba, amico di famiglia da oltre 400 anni della famiglia Zaccheri - Chiari.

 Al funerale hanno partecipato numerosi ristoratori di Genzano, Mauro Spinetti (il mitico "Tigellino" anche lui di una storica famiglia di ristoratori genzanesi),  la  presidente del Consiglio Comunale Patrizia Mancini e la consigliera comunale e metropolitana Marta Bevilacqua che hanno espresso le loro sentite e commosse condoglianze alla famiglia e detto parole di grande apprezzamento per quello che ha fatto e dato la signora Franca Mattoccia per Genzano e la sua rinomata ristorazione famosa non solo ai Castelli Romani ma come narrano le cronache e i libri scritti da famosi scrittori, anche in tutto il mondo.

"Una donna che ha sempre lavorato duramente, dietro le quinte, con una forza d'animo unica, che tutti noi dovremmo cercare di imitare. Ha dato tanto senza mai chiedere nulla in cambio, il suo sorriso, la sua bontà, la sua tenacia, non la dimenticheremo mai" ha commentato Patrizia Mancini, presidente del consiglio comunale genzanese e anche lei storica ristoratrice di Genzano e figlia di Omero Mancini, deceduto molti anni fa, che aprì negli anni 70 prima il famoso ristorante  "Lo Spuntino" nel centro storico e poi, insieme alla moglie Rita, altra grande donna e cuoca di Genzano, deceduta alcuni anni fa, la storica e attuale attività di ristorazione "La Casina delle Rose " portata ancora avanti dalle figlie Daniela e Patrizia. 

 


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