Pubblicato: Domenica, 15 Settembre 2024 - redazione cronaca

ROMA (attualità) - è un insieme di sintomi che si presentano soprattutto con un dolore localizzato nell'area pelvica o perineale

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La sindrome da dolore pelvico cronico è un insieme di sintomi che si presentano soprattutto con un dolore localizzato nell’area pelvica o perineale e che si può irradiare fino alla regione lombare, all’inguine, a vagina e vulva, alla regione sovrapubica, al sacro-coccige e alla radice delle cosce.

Nella vasta famiglia del dolore pelvico cronico rientrano numerose patologie, tra cui: vulvodinia e vestibolodinia, prostatite cronica e prostatodinia, cistite interstiziale, sindrome uretrale e nevralgia del pudendo.

La cistite interstiziale è una malattia rara, che colpisce prevalentemente le donne, ma in misura minore anche gli uomini. Si tratta di una patologia cronica che colpisce l’interstizio della parete vescicale, cioè lo spazio che esiste tra la muscolatura della vescica (detrusore) e il rivestimento interno della vescica (mucosa), determinando modificazioni strutturali a livello della parete di tale organo che comportano un progressivo deterioramento dell’attività vescicale fino ad una completa defunzionalizzazione. Ciò comporta dolore sovrapubico, bruciore vescicale, sindrome della frequenza/urgenza minzionale dolorosa e una severa sindrome disurica, a cui possono aggiungersi diverse comorbilità come la vulvodinia, la fibromialgia, la stanchezza cronica e una forte sindrome ansioso-depressiva reattiva alla malattia.

Si stima che sia una malattia rara, ma in realtà potrebbe essere molto più diffusa sia su base nazionale che mondiale, dal momento che solitamente vi è un ritardo diagnostico di almeno dieci anni. Viene suddivisa in due gruppi: la forma più grave definita ulcerosa (ulcere di Hunner) e non ulcerosa.

Per ciò che concerne la vulvodinia e nevralgia o neuropatia del pudendo, a inizio maggio 2022 è stata presentata in Parlamento, per la prima volta, una proposta di legge per il riconoscimento di queste due patologie nei Livelli Essenziali di Assistenza del Sistema Sanitario Nazionale. Che le malattie vengano inserite nei LEA, significa anzitutto un riconoscimento ufficiale, ma soprattutto stabilire l’individuazione di centri di riferimento pubblici regionali, Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali, oltre alle prestazioni e ai servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket).

Vulvodinia e neuropatia del pudendo sono due malattie distinte che hanno in comune il fatto che chi ne è colpito – uomini e donne – soffre di forte dolore pelvico o vulvare.

La Vulvodinia è una percezione dolorosa a livello vulvare e si stima che ne soffra il 15% delle donne a qualsiasi età. Si avverte dolore, bruciore, irritazione, secchezza, ma anche la disepitelizzazione e addirittura la percezione di avere tagli sulla mucosa e gonfiore. Pur presentando tutti questi sintomi importanti, la vulvodinia non presenta traumi fisici visibili a occhio nudo. La variante più frequente è la vestibolodinia, ovvero la percezione del dolore all'ingresso della vagina. Attenzione a non confondere la vulvodinia con l'endometriosi, una malattia congenita che si manifesta con lo sviluppo sessuale, dove le cellule dell’endometrio, con l’attività ormonale, iniziano a duplicarsi creando dei cumuli dannosi per questi organi e che dolgono molto in risposta alle curve di estrogeni del ciclo sessuale femminile.

La Nevralgia o neuropatia del pudendo (detta anche sindrome di Alcock), colpisce, invece, anche gli uomini. È un dolore neuropatico cronico, che si aggrava quando il paziente è seduto e che scompare quando è sdraiato, quindi durante la notte. I sintomi sono dolori perineali monolaterali o bilaterali, sia al perineo anteriore che posteriore, a seconda della persona e del momento. Lo si associa spesso a una disfunzione pelvica, ma di cui non è nota la causa. Si sa soltanto che il dolore perineale neurogeno cronico è dovuto alla compressione del nervo pudendo nel canale pudendale (o, appunto, di Alcock). Sempre più evidenze scientifiche dimostrano che per curare e gestire il dolore pelvico cronico causato da queste patologie, è fondamentale un approccio multidisciplinare di vari specialisti, per migliorare la qualità di vita di chi ne è affetto.


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