Pubblicato: Sabato, 24 Agosto 2024 - redazione eventi

NEMI (eventi) - Sabato 31 agosto CALIGOLA TRA STORIA, ARCHEOLOGIA E MITO.  Il contesto nemorense

 ilmamilio.it

In occasione della ricorrenza della nascita di Caio Cesare Germanico (31 agosto 12 d.C.), il Museo delle Navi Romane di Nemi, diretto da Daniela De Angelis, afferente alla Direzione regionale Musei nazionali Lazio, diretta da Elisabetta Scungio, organizza una giornata dedicata al terzo imperatore di Roma, conosciuto come Caligola, famoso per i suoi comportamenti eccessivi.

Nel pomeriggio si terrà un Incontro di studi dal titolo Caligola tra storia, archeologia e mito.  Il contesto nemorense, che ospiterà una serie di interventi curati da studiose che si occupano da anni della figura di Caligola e del suo rapporto con il territorio nemorense, dove forte è stata la sua influenza.

La figura dell’imperatore vede nelle fonti antiche, a lui ostili, una cronaca che ne descrive gli eccessi e i comportamenti folli, soprattutto durante l’ultima parte del suo regno, per arrivare alla rimozione della sua immagine pubblica con la damnatio memoriae di cui fu oggetto dopo la morte.

La documentazione archeologica a noi pervenuta ci mostra come Caligola abbia cercato di trasmettere di sé una immagine specifica, con un forte controllo della propria figura pubblica e degli onori a lui attribuiti, con lo scopo di rappresentare il suo potere senza limitazioni.

Questa giornata sarà l'occasione per riflettere sui diversi aspetti della figura dell’imperatore che regnò dal 37 al 41 d.C., e fornire una rilettura del suo operato con una analisi storica che superi lo stereotipo letterario del tiranno folle dedito agli eccessi.

 

In questa giornata il Museo sarà aperto straordinariamente anche durante la serata, quando ospiterà un un’opera site specific della rassegna “Antichi Sipari”, curata da Daniela De Angelis in collaborazione con l’Associazione Teatro mobile: la rappresentazione delle fonti antiche di Caligola come imperatore crudele e i racconti dei suoi eccessi sono divenuti oggetto di reinterpretazione e ispirazione per opere letterarie e poetiche moderne, come il "Caligola" di Albert Camus, in scena in questa occasione con un adattamento a cura di Pina Catanzariti, con la regia di Marcello Cava.

Programma

Museo delle Navi Romane, Via Diana 13-15 Nemi (RM)

Sabato 31 agosto

CALIGOLA TRA STORIA, ARCHEOLOGIA E MITO.  IL CONTESTO NEMORENSE

Ore 16:00

Saluti istituzionali

Introduce e modera 

Daniela De Angelis

Gemma Carafa Jacobini, La glittica in epoca Giulio-Claudia

Francesca Diosono, Archeologia di Caligola, dall'infanzia all'impero

Giuseppina Ghini, Caligola e il lago di Nemi tra religio, amoenitas e propaganda politica

Sara Scarselletta, Caligola e il Navigium Isidis: culti orientali e italici a confronto nel bosco sacro a Diana Nemorensis

APERTURA STRAORDINARIA SERALE

Ore 19:00-22:00

Ore 19:00

Rassegna teatrale "Antichi Sipari"

Caligola. Frammenti da Albert Camus di Pina Catanzariti, regia di Marcello Cava

Fino qui abbiamo parlato del principe, ora non ci resta che parlare del mostro. Non contento di aver preso moltissimi soprannomi (infatti lo si chiamava «pio», «figlio dell'accampamento», «padre degli eserciti» e «il migliore e il più grande dei Cesari»), quando un giorno sentì alcuni re, venuti a Roma per rendergli omaggio, discutere a tavola, davanti a lui, sulla nobiltà delle loro origini, gridò: «Ci sia un solo capo, un solo re» [...] Egli dedicò anche, alla sua divinità, un tempio speciale, un collegio di sacerdoti e vittime rarissime. Nel tempio c'era una statua d'oro, a grandezza naturale, cui ogni giorno veniva messa indosso una veste uguale a quella che metteva lui. [...]

Non fu meno irrispettoso e crudele verso i senatori: lasciò che alcuni di loro, che avevano esercitato le più alte magistrature, corressero con la toga, per lunghissimi tratti di strada, accanto al suo carro, e che restassero in piedi mentre cenava, ora alla testiera, ora al fondo del suo letto, con una salvietta attorno alla vita.. [...]

Molte persone d'alto rango prima le sfigurò col marchio d'infamia, poi le condannò a lavorare nelle miniere o a costruire strade oppure a essere sbranate; o ancora le fece chiudere in gabbia a quattro zampe come le bestie, oppure le fece segare in due, e non sempre per motivi gravi, ma perché avevano criticato uno spettacolo dato da lui, o perché non avevano mai giurato per il suo genio [cioè per la sua divinità protettrice]. [...]

Alla nonna Antonia che gli inviò una rimostranza disse [...]: «Ricordati che a me è lecito tutto e nei confronti di tutti ».

Svetonio, Vite dei Dodici Cesari, Libro Quarto. Vita di C, 22, 26, 27, 29

 


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