Pubblicato: Mercoledì, 19 Giugno 2024 - redazione attualità

Importante trattare la patologia anche dal punto di vista emotivo con una psicoterapia adeguata

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La cistite è un’infiammazione acuta, subacuta o cronica della vescica, generalmente associata ad un'infezione batterica. Esistono poi altre forme di cistite come quella attinica, eosinofila, follicolare e interstiziale.

La cistite interstiziale è una malattia rara, che colpisce prevalentemente le donne, ma in misura minore anche gli uomini. Ai sensi del regolamento (CE) 141/00 del DM 279/01, sono considerate rare quelle malattie a rischio di vita o gravemente invalidanti e croniche che colpiscono non più di cinque individui su diecimila nell’Unione Europea.

Si tratta di una patologia cronica che colpisce l’interstizio della parete vescicale, cioè lo spazio che esiste tra la muscolatura della vescica (detrusore) e il rivestimento interno della vescica (mucosa), determinando modificazioni strutturali a livello della parete di tale organo che comportano un progressivo deterioramento dell’attività vescicale fino ad una completa defunzionalizzazione. Ciò comporta dolore sovrapubico, bruciore vescicale, sindrome della frequenza/urgenza minzionale dolorosa e una severa sindrome disurica, a cui possono aggiungersi diverse comorbilità come la vulvodinia, la fibromialgia, la stanchezza cronica e una forte sindrome ansioso-depressiva reattiva alla malattia.

La cistite interstiziale è una patologia sistemica e complessa, che necessita di un approccio multifattoriale da parte di vari specialisti, tra cui anche uno psicologo/psicoterapeuta. Non si tratta certamente di un disturbo psicologico o psicosomatico, ma si può tentare di darle anche un significato da questo punto di vista.

Chi soffre di cistiti batteriche ricorrenti o cistite interstiziale generalmente è una persona estremamente razionale, che fa molta fatica a lasciarsi andare e ciò genera un conflitto tra l’accettare o meno il fluire della propria vita. Chi soffre di cistite esercita dunque un controllo eccessivo del flusso degli eventi; inoltre, dato che la minzione rappresenta un atto intimo ed appartato, adombra l’esigenza difensiva di allontanarsi da quanto causa vergogna, oppure il bisogno di evitare il contatto con l’altro.

La cistite a livello psichico è legata allo stato d’ansia e controllo con cui il soggetto guarda costantemente alla vita; l’essere poco disposti a cambiare, a lasciare il vecchio per il nuovo, sono gli atteggiamenti che maggiormente predispongono alla cistite.

La vescica rappresenta il contenitore delle emozioni (urine), il bisogno urgente di urinare (pollachiuria) indica la necessità del lasciare andare le cose, allo stesso tempo, però, coesiste la volontà di controllare, di arginare, rappresentata dalla difficoltà di urinare e la poca emissione di urina all'esterno (disuria e stranguria).

La cistite rappresenta quindi il dilemma tra il bisogno di far fluire le emozioni e l'attitudine al controllo. Il bruciore provocato dall’infiammazione potrebbe rappresentare, invece, la rabbia repressa, figlia della paura per qualcosa che potrebbe minare le proprie certezze ed essere fortemente destabilizzante.

In definitiva, la cistite è associata alla volontà e allo stesso tempo la difficoltà di demarcare il proprio territorio e la perdita del proprio spazio, viene vista come un'intrusione e vissuta come una minaccia che scatenerà la “ribellione interna”.

Può essere importante trattare la patologia anche dal punto di vista emotivo con una psicoterapia adeguata, per favorire il benessere psicofisico di chi ne soffre.


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