Pubblicato: Sabato, 29 Giugno 2024 - redazione attualità

ROMA (attualità) - Giovedì sera all'Olimpico in 73mila a gremire gli spalti per il sold out

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

D'accordo: in un paio di occasioni ha avuto difficoltà a leggere il "gobbo" e d'accordo, sì, sono mancati per lo più i toni alti nei finali delle canzoni. Ma insomma: Max Pezzali è un eterno ragazzo che ha passato una carriera a cantare le vite di tutti i giorni, accompagnandoci nelle nostre.

L'altra sera allo Stadio Olimpico, per la prima volta nel tempio del calcio romano, Pezzali - che già aveva raccolto l'ovazione del Circo Massimo 10 mesi fa - ha fatto ancora sognare perché le sue sono parole semplici e dirette e il suo tono vocale resta uno dei più peculiari, riconoscibili e cantabili della scena musicale italiana.

E ce n'è stato davvero per tutti i gusti caro Max. Con un'attenzione maggiore, rispetto al 2023, per i pezzi di inizio carriera e per i "lentoni", come lui stesso ebbe all'epoca a definire l'eterno "Come mai".

L'Olimpico ha apprezzato a fondo, cantando e lasciandosi cantare: divertenti gli interventi della banda musicale "Ciavardini" che hanno conferito quel pizzico di sana festa di paese ma, dobbiamo dirlo, sono mancati gli ospiti che avevano impreziosito il concerto dell'anno scorso al Circo Massimo.

Per la prima volta in un concerto, ha voluto sottolinearlo proprio lui, Max ha presentato "Ci sono anch'io", pezzo senz'altro datato che però riassume bene la poetica pezzaliana invitando tutti a rivendicare il proprio posto. Un po' come "La storia siamo noi" di De Gregori, ma in tono meno aulico, più semplice, più vicino alle vite di tutti i giorni.

Questa è sempre stata la straordinaria ricchezza di Max Pezzali che ha anche, in apertura, orgogliosamente presentato la serie Sky a lui (ed agli 883) dedicata. Il poter raccontare, senza filtri e senza artefazioni stilistiche, la straordinaria semplicità di un amore, di una delusione, di una difficoltà. Indicando anche come poter accettare le proprie debolezze, le proprie sconfitte, i propri momenti "no". Esattamente come quel "Peugeot che arranca in salita", o come quel "perché lo squadrone siamo noi", o ancora come "quattro deficienti a fare cazzate...". Storie di tutti i giorni, avrebbe cantato un Riccardo Fogli d'annata, che Max Pezzali ha saputo in questi 32 anni interpretare e trasmettere.

colline fitness 5 ilmamilio

E chi c'era giovedì sera all'Olimpico (e molti erano quelli del Circo Massimo) sa bene cosa si intende. Intere famiglie, ragazzini di oggi e di ieri. Chi, come sempre accade in un concerto, le sapeva tutte e chi invece ne sapeva solo una. Magari perché legata ad un vecchio amore o ad un giorno particolare.

Grazie Max, perché sei stato quello di sempre: un antidivo, quasi impacciato sul palcoscenico, eternamente ragazzo anche con la pancia e senza capelli. Semplicemente grazie, Max forever.


edicola ciani

cronacanews.eu

La cronaca e le notizie dall'Italia e dal Mondo

Articoli piú letti