Pubblicato: Martedì, 02 Luglio 2024 - redazione attualità
GENZANO (attualità) - Erano presenti una quarantina di persone: i partecipanti ai gruppi e due dirigenti della Asl: il Dr. D’Auria, Responsabile dei due CSM di Ariccia e Velletri; la Dott.ssa Molinari, Dirigente delle Professioni Sanitarie dell’Area della Riabilitazione.
ilmamilio.it - nota stampa
Presso la Casa di Comunità di Genzano, si è svolto un incontro che ha coinvolto 5 gruppi di Auto Mutuo Aiuto presenti nel territorio della ASL Roma 6.
Erano presenti una quarantina di persone: i partecipanti ai gruppi e due dirigenti della Asl: il Dr. D’Auria, Responsabile dei due CSM di Ariccia e Velletri; la Dott.ssa Molinari, Dirigente delle Professioni Sanitarie dell’Area della Riabilitazione.
Tra i partecipanti erano presenti anche gli operatori che hanno promossi, avviato e sostenuto i gruppi.
I gruppi di Auto Mutuo Aiuto presenti nel territorio della Asl Roma 6 rappresentano un segnale concreto di speranza e solidarietà per molte persone. Sono delle realtà informali, prive di organizzazione gerarchica, composte da persone alla pari che condividono una condizione di vita problematica. In un mondo sempre più frenetico e isolante, questi gruppi offrono uno spazio sicuro dove condividere emozioni, esperienze e difficoltà con chi è in grado di comprendere davvero. Essi non solo alleviano il peso del dolore e della solitudine, ma costruiscono una rete di supporto che rafforza la resilienza individuale e collettiva.
La condivisione diventa cura, e la comunità si trasforma in un rifugio di forza, dove ogni voce trova ascolto e ogni mano tesa trova sostegno.
I punti di forza dei gruppi sono l’auto-organizzazione, il fatto di promuovere un cambiamento responsabile, il valorizzare i partecipanti per le loro risorse piuttosto che evidenziare le debolezze; l’essere di aiuto agli altri e l’aiutarsi nello stesso tempo; il prendere in mano (nei limiti del possibile) la propria vita per orientarla ai cambiamenti possibili.
I Gruppi AMA sono un esempio di umanizzazione delle cure, un “prendersi cura” più che un “curare”.
Viene superato il rapporto asimmetrico curante/paziente per approdare ad un rapporto fra pari, dove chi ha più esperienza si mette a disposizione di chi è più sprovveduto.
Non è un approccio che sostituisce le cure tradizionali, ma le affianca, dove necessario, e le rende più umane e accettabili.
Nel recente incontro che si è tenuto a Genzano, le persone erano disposte sedute, in cerchio, molti si incontravano per la prima volta.
Si è formato un grande gruppo dove ciascuno prendeva la parola, raccontando in pochi minuti la propria situazione. C’erano familiari di persone con problemi di salute mentale; persone con sofferenza mentale; familiari di persone con disabilità cognitiva o con autismo.
Il gruppo è stato facilitato dall’operatore più esperto di gruppi di Auto Mutuo Aiuto (l’Educatore Professionale Dottor Marco Sacconi). Si sono susseguiti racconti che fornivano spaccati di vita vissuta, condizioni di sofferenza e momenti di gioia.
Tutti sottolineavano come nel gruppo hanno trovato conforto, comprensione, assenza di giudizio, solidarietà, forza per reagire, amicizia, calore umano, aiuto, sostegno…
“Quando a mio figlio è stata diagnosticata la schizofrenia mi è crollato il mondo addosso” dice Teresa ”non sapevo cosa volesse dire, non ne conoscevo neanche l’esistenza. Sono stati anni difficili… poi ho partecipato al gruppo, abbiamo fondato un’associazione per la Salute Mentale…
La mia vita è cambiata, ma ora mi piace, va bene così”.
“Sono malato da sempre” dice Lorenzo “ma ne ho preso coscienza 25 anni fa. E’ stata dura, non ero capace di stare in mezzo agli altri, ogni cosa mi dava dolore e sofferenza. Poi ho conosciuto il gruppo AMA, ho cominciato a farmi degli amici. Ora ogni tanto esco, incontro altre persone…” “Anche per me è stata così” gli fa eco Giada “Per anni ho vissuto a letto. Oggi con il gruppo ho un motivo per alzarmi e uscire di casa…”
“Mio figlio è un disabile grave. Da solo non è in grado di fare quasi nulla. Io e mia moglie partecipiamo al gruppo con grande sollievo. Soprattutto mia moglie, che viveva in simbiosi con il figlio, ha cominciato a capire che poteva prendersi qualche spazio” dice Marcello.
Lorena continua: “Ora stiamo cominciando a guardarci intorno con gli altri del gruppo. Vorremmo costruire una casa dove i nostri figli possano vivere sereni, possibilmente anche insieme ad altre persone. Noi genitori non siamo eterni, chi si occuperà di loro dopo di noi?” E Sabrina aggiunge “Le strutture che esistono attualmente sono grandi istituti, troppo sanitarizzati, lì le persone sono dei numeri. Noi vorremmo delle realtà più piccole, non dei ghetti, dove i nostri figli possano vivere in modo umano”.
E Florindo conclude “Dobbiamo cominciare da ora, fintanto che abbiamo le energie, a costruire il futuro dei nostri figli, non possiamo aspettare che le Istituzioni si ricordino di noi. Possiamo essere un pungolo per le istituzioni, ma dobbiamo anche rimboccarci le maniche”.
I due Dirigenti avevano annunciato che sarebbero potuti restare massimo un ora… Se ne andranno solo a fine giornata.
Il dottor D’Auria: “Non potevo andarmene prima, ho fatto aspettare gli appuntamenti successivi: qui ho avuto l’occasione di imparare, di ascoltare i bisogni concreti, reali, delle persone che curiamo”.
La dottoressa Molinari ha aggiunto: “Ascoltare tutti voi è stata una grande lezione di umanità e di organizzazione: come si fa a programmare gli interventi di cura e riabilitativi se non si ascoltano le persone destinatarie di quegli interventi? Ringrazio tutti voi e permettetemi di ringraziare in particolare tutti quegli operatori che si sono impegnati per far nascere e crescere realtà come queste”…
Appuntamento a dopo l’estate, certi che i gruppi e i loro partecipanti saranno ancora più numerosi.

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