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ROMA (attualità) - La rubrica dei Santi celebrati dalla Chiesa
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Il culto rivolto alla Madonna come «Madre del Buon Consiglio» si è diffuso largamente traendo origine dal paese di Genazzano, vicino Roma, dove a lei è dedicato un celebre santuario.
La beata Vergine è giustamente onorata sotto il titolo di “Madre del Buon Consiglio»” ella è la madre di Cristo, che Isaia profeticamente chiamò “Consigliere mirabile” (Is 9, 5); visse tutta la sua vita sotto la guida dello “Spirito del consiglio”, che la “avvolse”; “aderì intimamente all'eterno Consiglio di ricapitolare in Cristo tutte le cose” (Ef 1, 10), venne da Dio colmata dei doni dello Spirito Santo, fra i quali emerge “lo spirito della sapienza” (Sap 7, 7b).
Nel formulario la beata Vergine viene celebrata come madre e maestra che, arricchita del dono del consiglio, con animo colmo di gratitudine annunzia ciò che dice la Sapienza stessa: “A me appartiene il consiglio e la saggezza, mia è la prudenza, mia la fortezza” (Pr 8, 14); e questi doni ella volentieri li elargisce ai suoi figli e discepoli, esortandoli a compiere anzitutto ciò che Cristo ha detto loro di fare (Gv 2, 1-11).
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GROTTAFERRATA (attualità) - Un approfondimento e orientamento per i ragazzi
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La scorsa settimana presso l'Aula magna del Liceo Scientifico Bruno Touschek, si è svolto l'evento organizzato dal Consiglio Comunale dei giovani grottaferratese in merito alla campagna per la donazione di midollo osseo.
Sono state coinvolte diverse classi quarte e quinte del Liceo, proprio per sensibilizzare i ragazzi maggiorenni in merito all'importanza di donare. Erano presenti i componenti dell'Admo (Associazione donatori di midollo osseo): Alberto Farinacci (Vice presidente), Stefania Pala e Benedetta Bruni. Mentre in rappresentanza del Consiglio comunale dei Giovani Cecilia Bianco (segretaria).
Dopo l'intervento ed il benvenuto iniziale dato dal dirigente scolastico professor Paolo D'Anna, è stata data la parola al Vicepresidente dell'Associazione Admo, Alberto Farinacci, che ha subito catturato l'attenzione dei ragazzi raccontando la storia di suo figlio Andrea, ragazzo di 27 anni ammalatosi improvvisamente di leucemia. Le parole del signor Farinacci hanno riempito l'Aula magna entrando nel cuore dei ragazzi e molti di loro non sono riusciti a trattenere lacrime di commozione. È stato anche mostrato loro un cortometraggio sulla storia di Andrea dal titolo "Il Maggiore Tom" creato per sensibilizzare alla donazione del midollo osseo e che è stato presentato per la prima volta il 16 settembre 2022 presso l’aula Fleming dell’Università di Tor Vergata, Facoltà di Medicina e Chirurgia.
L’opera, prodotta da Andrea Torre, in co-produzione con Movi Production e Synart Production e con la regia di Simone Manzi, racconta la storia di Andrea Farinacci, ragazzo di San Cesareo strappato alla vita troppo presto da una Leucemia Linfoblastica Acuta, a soli 27 anni. https://www.facebook.com/share/v/mh7QCKtfkLHr2jGp/
Dopo il toccante discorso del sig. Alberto Farinacci, è stata data la parola alla Dott.ssa Flavia Mallegni, Ematologa presso il Policlinico di Tor Vergata, che ha esposto le modalità di donazione del midollo osseo ed anche le possibilità di guarire dalla malattia nel caso in cui si riuscisse a trovare un donatore compatibile. La Dottoressa è riuscita a spiegare con estrema chiarezza un argomento medico molto tecnico mostrando, inoltre, quanto la donazione del midollo osseo sia una pratica indolore e veloce. Infine Cecilia Bianco, segreteria del Consiglio Comunale dei giovani, è intervenuta ricordando alla platea dei giovani studenti quanto essere donatori sia un atto di estrema importanza e valore civico e sociale.
Alla fine dei vari interventi, i ragazzi sono stati invitati a porre domande, le quali sono state davvero tante e molto puntuali, sottolineando l'interesse che hanno mostrato per questo argomento. Si ricorda che il 18 maggio sarà possibile iscriversi al registro dei donatori presso la sede AVIS di Grottaferrata in Via Giuseppe Verdi, 12.
"Il Liceo Scientifico Touschek di Grottaferrata ringrazia vivamente per la presenza dei componenti dell'Admo presso la nostra sede per questa bellissima opportunità di conoscenza ed il Consiglio comunale dei giovani di Grottaferrata per il costante confronto che ha con il nostro Istituto. L'intero evento ha visto coinvolte le docenti di Scienze ed Educazione civica e rientra nell'attività di orientamento ", ha commentato il dirigente scolastico D'Anna.
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LANUVIO (attualità) - Per lui grande festa dopo la consegna dell'onorificenza con un pranzo con la sua squadra di sempre e il sindaco Andrea Volpi, suo vice nelle precedenti amministrazioni per dieci anni ed una buonissima torta con il disegno dei fregi da Commendatore appena ricevuti al Quirinale.
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha firmato e conferito al Quirinale, qualche settimana tramite il suo staff le onorificenze di "Commendatore del Lavoro" a numerosi personaggi uomini e donne, che si sono contraddistinti nelle loro attività professionali e umane.
Tra questi troviamo anche il dottor Luigi Galieti, medico di medicina generale ed ex sindaco di Lanuvio per dieci anni.
L'alta onorificenza "Al Merito della Repubblica Italiana" è stata consegnata all'attuale consigliere comunale delegato alla sanità del Comune di Lanuvio, da uno stretto collaboratore del presidente Mattarella, fuori sede nei giorni scorsi, per altri impegni istituzionali.
I "meriti" che hanno valso la nomina di "Commendatore del Lavoro" al dottor Galieti sono stati tanti, in particolare il suo impegno, oltre che come primo cittadino del suo comune Lanuvio, anche come medico di famiglia, durante la pandemia di Covid 19, quando non si è risparmiato di andare a visitare i suoi assistiti e concittadini presso le loro case e al momento del trasporto in ospedale in quanto affetti dal coronavirus.
Per lui grande festa dopo la consegna dell'onorificenza con un pranzo con la sua squadra di sempre e il sindaco Andrea Volpi, suo vice nelle precedenti amministrazioni per dieci anni ed una buonissima torta con il disegno dei fregi da Commendatore appena ricevuti al Quirinale.
Nei giorni scorsi è stato iscritto nella Gazzetta Ufficiale della Presidenza della Repubblica il nome di Luigi Galieti nella lista dei Commendatori del Lavoro.
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- Scritto da di Marco Caroni
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ROMA (storie & metallo) - Sono tecnicamente i primi due papi dell'Era Moderna: le loro vicende si intrecciano in uno dei momenti più bui della bimillenaria storia cristiano-cattolica
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Una Chiesa lontana da Dio. Distante anni luce dai precetti cristiani, travolta e soffocata dalle lotte di potere, dalla simonia e dalla sfrenata ricerca della ricchezza sulle spalle di un popolo troppo lontano dalle stanze del governo.
Una Chiesa che da lì a pochissimi anni avrebbe subito la seconda grave divisione del cristianesimo, quella della Riforma luterana giunta - non certo a caso - immediatamente a valle della storia che qui si intende narrare.
Quando Sisto IV (Francesco della Rovere) passa a miglior vita, ed è il 1484, il conclave si trasforma (ancora una volta) in un covo di corruzione, di voti di scambio, di simonia all'ennesima potenza. A scontrarsi sono le due grandi fazioni dei Della Rovere, potentissima famiglia ligure, e dei Borgia. Entrambe le fazioni sono già salite al soglio pontificio: i savonesi proprio con Sisto IV, gli spagnoli Borja pochi anni prima, con Callisto III.
A spuntarla però è un altro ligure, il genovese Giovanni Battista Cybo de Mari che sfrutta proprio la spaccatura tra le due potenti famiglie nel collegio cardinalizio ed ottiene l'elezione. Il suo è un pontificato di transizione, caratterizzato dal forte libertinismo del pontefice - e non fu certo né il primo né l'ultimo - e dall'insistita tendenza ad accumulare denaro da parte di Innocenzo VIII per i propri affari e per la propria famiglia.
Il 25 luglio 1492 il Papa muore: il 6 agosto i cardinali si riuniscono in conclave e l'11 agosto c'è il nuovo Santo Padre. Lo spirito santo stavolta si posa sulla testa di Rodrigo Borgia che ha la meglio sull'avversario di sempre, Giuliano Della Rovere, riesce a "convincere" gli altri colleghi cardinali e sceglie come nome quello di Alessandro VI. Decisivo l'accordo con Ascanio Sforza.
Il Borgia indossa l'anello del Pescatore appena due mesi prima che Cristoforo Colombo, dopo essere salpato da Palos in Andalusia, sbarchi su Hispaniola scoprendo l'America. Per questo Papa Borgia è da considerarsi tecnicamente il primo pontefice dell'era moderna.
Quello di Rodrigo Borgia è uno dei nomi più controversi della storiografia della Chiesa per quanto la stragrande maggioranza degli storici siano concordi sul fatto che mai la tiara ebbe a posarsi su una testa tanto indegna. La costante pulsione di Alessandro VI, che comunque ebbe grandi doti di stratega politico e militare e scaltro manovratore, è quella di arricchire la propria famiglia e di spostare i beni della Chiesa - come ad esempio una vasta parte della Romagna - nelle disponibilità personali dei figli. Cesare Borgia, il Valentino (baby cardinale e poi generale dell'esercito papale) e la chiacchieratissima Lucrezia Borgia. Una sorta di papessa, sembra peraltro anche bella, in grado di sostituire il padre Papa in almeno due circostanze con questi lontano da Roma. Lucrezia, nobildonna tra le più famose dell'epoca, ha avuto 3 mariti, il primo dei quali ad appena 13 anni Giovanni Sforza, probabilmente legato all'accordo stipulato tra Borgia e il cardinal Ascanio Sforza.
Strenua la guerra dei Borgia contro le altre famiglie potenti di Roma e dello Stato, in primis i Della Rovere. Temendo - a buon diritto - per la propria incolumità, il Giuliano Della Rovere si rifugia a Parigi.
La rivincita per Giuliano Della Rovere - che di Borgia era più giovane di 12 anni - sarebbe arrivata nel 1503 quando, forse avvelenato dal veleno invece preparato per uccidere un cardinale rivale, Alessandro VI avrebbe lasciato questo mondo. Ma non era ancora il momento giusto: prima di vestire l'abito bianco e diventare il Papa guerriero, il Papa terribile, il cardinal Della Rovere avrebbe partecipato al conclave per l'elezione di Pio III Piccolomini. Un Papa che sarebbe vissuto per appena 26 giorni.
A quel punto, sì, sarebbe arrivato il momento di Giulio II: Papa guerriero, Papa terribile ed anche Papa sanguinario. Ma spada a parte, archiviati i Borgia con l'inganno (per essere eletto aveva promesso a Cesare terre e gloria, salvo poi rimangiarsi tutto pur senza eliminare fisicamente il figlio del vecchio avversario) Giulio II sarebbe passato alla storia come il primo Papa del Rinascimento. A lui, tra l'alto, si deve la commissione delle magnifiche decorazioni michelangiolesche della Cappella Sistina e a lui si deve la fortificazione dell'Abbazia di San Nilo di Grottaferrata, la "porta d'Oriente" trasformata in castello roveriano. Come il castello di Ostia Antica.
Furono quelli tra i decenni più cupi della bimillenaria storia della Chiesa?
LE MEDAGLIE - Le due medaglie proposte sono entrambe in bronzo e, riportando il profilo dei pontefici, ne rendono bene il profilo e, per quanto possibile, l'indole.
Il conio dedicato ad Alessandro VI Borgia è una medaglia postuma - del tipo cosiddetto "di restituzione" - che ricorda l'elezione del Papa del 1492 (prodotta verosimilmente nel 1664). Al dritto il profilo del pontefice spagnolo rivolto verso sinistra, al dritto lo stemma papale. Il diametro è di 42,6 mm per un peso di circa 48 grammi.
La medaglia invece di Giulio II fa parte della straordinaria serie "Uomini illustri" prodotta tra il 1841 e il 1844 a Roma e firmata da due grandi incisori Cerbara (come questa) e Girometti. Il Papa è rappresentato con cuffia, rivolto a destra, con la barba con la quale è presente in molti dei dipinti dell'epoca.
La medaglia ha un diametro, pari a quello delle sorelle, di 42 millimetri (piuttosto comune per l'epoca) ed un peso di 42 grammi.
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