VIDEO/FOTO- A Capodarco il 50° anniversario del servizio civile in Italia. L’obiezione di coscienza e le testimonianze
Pubblicato: Giovedì, 25 Aprile 2024 - redazione attualitàL'anniversario: 22 aprile 1974 – 22 aprile 2024
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Il 15 dicembre 1972 il Senato della Repubblica, con Legge 772 - nota anche dal nome del suo promotore e relatore come Legge Marcora – riconosceva il diritto all’obiezione di coscienza anche per i giovani di leva del nostro Paese. Con detta Legge , agli obiettori veniva consentito di svolgere un servizio civile sostitutivo di quello militare, seppure di maggiore durata (8 mesi in più). Si poneva così fine a quel lungo contenzioso che - iniziato nell’immediato dopoguerra con l’obiezione di Pietro Pinna, discepolo di Aldo Capitini - sarebbe poi continuato, tra alti e bassi, anche negli anni successivi.
Oggi, a 50 anni di distanza, molti obiettori sono tornati dove avevano iniziato “una nuova vita” presso la Comunità di Capodarco (oggi Appia riabilitazione Capodarco) sita in via Lungro 1-3 (Roma) infiammando ricordi e speranze per un presente ed un futuro al servizio dell’assistenza.
Scrive lo psicologo Davide Baldini presente allora come oggi, - Gli obiettori chiedevano di poter svolgere il loro servizio civile solo ed esclusivamente nel settore dell’assistenza. La situazione si sbloccò allorché si trovarono finalmente Enti disposti ad accoglierci. Tra questi ci furono la Comunità di Capodarco a Roma, il Patronato Ital di Vicenza, l’Istituto psichiatrico di Franco Basaglia a Trieste , l’Opera don Calabria a Verona, il gruppo Abele a Torino, il gruppo di Ivrea, da cui sarebbe poi nata la Mensa dei Bambini proletari di Napoli.-
A suo fianco il pescarese dottor Mario Lizza gli fa eco, -Il 22 aprile 1974 raggiunsi con altri 30 obiettori la comunità di Capodarco in via Lungro a Roma. Ero già medico da alcuni anni e lavoravo, specialista, in ematologia: questo mi ha creato enormi problemi in famiglia, mio padre deceduto da poco tempo, mia madre rimasta vedova, uno stipendio già sicuro e tutti credevano fossi diventato matto a dedicarmi ai disabili ma… dovevo partire. Durante i miei studi in Medicina a Roma, avevo già avviato contatti con il CUAMM di Padova (Medici con l’Africa) e con il dott. Walter Munz medico che sostituì il dott. Albert Schweitzer, premio Nobel per la pace (1952), a Lambaréné in Gabon. Arrivai a Capodarco per 30 giorni di formazione e per assistere alcuni ospiti. Dopo alcuni mesi raggiunsi gli obiettori in servizio presso il manicomio di Trieste già aperto da Franco Basaglia e grazie a tutte le esperienze nate da allora decisi che la mia strada doveva essere la medicina sociale.-
Un servizio Rai ricorda quel giorno e il “sacrificio fecondo” degli anni passati ad aiutare il prossimo per migliorare la società rendono ancora oggi forti, belli, giovani, animati, coraggiosi quei ragazzi degli anni ’70 che –oggi- con saggezza ed entusiasmo hanno tanta voglia di raccontarsi.
Quel che avvenne il 22 aprile 1974 presso i cancelli di via Lungro per molti di loro rappresentò uno sliding doors che li ha condotti a costruire un futuro “sociale” e umano grazie all’assistenza.
Oltre a Davide Baldini e Mario Lizza c’erano i giovani Franco Rigosi ingegnere chimico di Mestre, Edoardo Petrone ingegnere sanitario di Napoli, l’ex sindaco Mariano Cattrini di Domodossola, Luciano Volpato di Padova operatore sociale e Alberto Servadeo un libero pensatore.
-Sono questi i ragazzi che hanno reso migliore l’Italia.- sottolinea l’ex parlamentare Augusto Battaglia ad una platea attenta e accorata.
Il resto è storia che corre rapida e affascina le nuove generazioni a distanza di 50 anni soprattutto grazie alle immagini della trilogia di documentari prodotti dal regista Luca Guardabascio (fondatore dell’Ets Cinema Sociale99) che ricostruiscono la storia della comunità, dei suoi fondatori e le speranze per il futuro. Capodarco e i giovani: prima del futuro è disponibile al seguente video:
-Eravamo giovani e avremmo fatto qualsiasi cosa pur di aiutare con coscienza e impegno. Quello che oggi è il terzo settore all’epoca non veniva aiutato e la nostra gioventù ha gettato le basi per esaltare un progetto unico che ci ha resi uomini migliore.- Confessa Edoardo Petrone ai giovani del 2024 in una Comunità gremita come nel 1974. – Antimilitarismo e Assistenza, questo era il loro motto del ’68 minore che nasceva nelle comunità, grazie a medici, insegnanti,m sacerdoti. Un progetto di progresso che parlava a tutti, che era “la voce degli esclusi” che proprio a Capodarco hanno lottato per far trionfare l’idea di una società in cui tutti potessero essere protagonisti. La giornata del 22 aprile 2024 è stata, quindi, un traguardo storico celebrato alla presenza di numerose personalità del mondo del volontariato, delle istituzioni e di Anteo Impresa Cooperativa Sociale, attuale gestore di Appia Riabilitazione Capodarco e del CESC Project, partner dell'evento.L'evento è stato un vero e proprio viaggio nel tempo che ha ripercorso le tappe fondamentali del Servizio Civile fino alle sfide e alle opportunità di oggi. Un’esperienza unica per i giovani, un'occasione per crescere come persone e contribuire al bene della società. Il coordinatore Luigi Politano ricorda i suoi inizi in cui si aveva davvero voglia di osare e -lanciare il cuore oltre l’ostacolo consapevoli che sarebbe stato raccolto per produrre il Bene.-
Nel suo intervento la consigliera dell’assemblea capitolina Erica Battaglia non ha dubbi :-E’ stata una rivoluzione ed è avvenuta qui a Capodarco. Grazie a voi (obiettori) il rapporto con la disabilità è diventato saldo nella nostra società ma ora dobbiamo pensare a come riprendere questa grande lezione.-
Uno dei motori propulsori di questa rivoluzione sono state, appunto, le battaglie del sacerdote Don Franco Moterubbianesi, fondatore della Comunità ed esempio per tante generazioni di giovani, – Non possiamo e non dobbiamo fermarci, bisogna seguire l’idea dell’amore e continuare a creare la società del Noi. Aprirsi alla comunicazione, mostrare le nostre battaglie e dire a tutti che fare sociale è bello.- conclude vibrante e sicuro il sacerdote fermano che a maggio compirà 93 anni ma che sogna un’eredità “sociale” che sembra -sopita ma non spenta e che dovrebbe essere alimentata anche grazie ai social.-
Lo psicologo Davide Baldini conclude ricordando la risposta di Don Milani ai cappellani militari toscani, che, nel 1965 avevano definito gli obiettori dei “vili” e traditori della Patria. - Essi, rispose don Lorenzo, non avevano tradito alcuna patria, poiché se voi “avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto, senza essere chiamati dalla Curia, di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. […] Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto.-
Il 50° anniversario del Servizio Civile è stato un'occasione per rafforzare l'impegno di tutti per un futuro migliore. Insieme, possiamo costruire una società più giusta, solidale e inclusiva, dove il Servizio Civile continui a giocare un ruolo fondamentale sul tavolo del welfare.
Un futuro iniziato grazie al ritorno degli obiettori che si sono anche prestati a ripetere l’ingresso fatto nel 1974 per rilanciare un nuovo futuro di lavoro nel sociale e nell’assistenza.
Celebrare 50 anni di Servizio Civile ha significato non solo ricordare un passato glorioso ma anche guardare con speranza al futuro. Il Servizio Civile rappresenta ancora oggi un pilastro fondamentale per la costruzione di una società più giusta e solidale.
L'evento del 22 aprile ha avuto un tale successo che è già stato deciso di renderlo un appuntamento fisso. Ogni anno, il 22 aprile, presso Appia Riabilitazione Capodarco ci si riunirà per celebrare il Servizio Civile e gettare le basi per il futuro.
Cosa resta quindi dell’obiezione di coscienza oggi? A rispondere al quesito il terzo documentario di Luca Guardabascio dal titolo : Capodarco: istruzioni per il futuro! in cui Gabriele, uno dei ragazzi che vive in comunità da anni spiega, - Resta la vita che non può essere vissuta da sola e restano quelle mani tremanti di noi piccoli che hanno raccolto e si sono fidate di quel cuore lanciato (oltre l’ostacolo) dai giganti che per la prima volta hanno compreso che amare era più semplice e produttivo di fare la guerra.-
Luca Guardabascio