Rocca di Papa, le ordinanze sul campo Gavini Lionello piombano dentro la  campagna elettoraleROCCA DI PAPA (attualità) - Sindaco Calcagni e assessore Atripaldi hanno illustrato le novità

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Il tema del manto erboso del Lionello Gavini, prossimo al rifacimento, è tornato in consiglio comunale sollecitato dai consiglieri comunali De Santis, Casciotti e Croce. L’intervento è stato iscritto nel piano triennale delle grandi opere e sul Dup. Il costo iniziale di 190mila è comunque insufficiente a coprire l’opera. A tal proposto l’assessore allo Sport Ottavio Atripaldi e il sindaco Massimiliano Calcagni hanno illustrato le novità.

L’ufficio lavori pubblici ha redatto un progetto preliminare per ulteriore finanziamento a completamento della somma che bisogna utilizzare. La settimana scorsa alcuni esponenti della Giunta sono andati appositamente in Regione per risolvere la questione. “L’accesso al credito sportivo – ha detto il sindaco Calcagni - come fu fatto a suo tempo da Boccia. Tuttavia saremmo andati a gravare sulle spalle dei cittadini con una spesa importante. Grazie ai rapporti proficui e collaborativi che abbiamo con la Regione Lazio stiamo chiedendo un finanziamento di 525mila euro. Per farvi un'idea solo per rimuovere il manto erboso esistente la spesa è di 100mila euro. Siamo fiduciosi di iniziare i lavori nei primi settembre per iniziare la stagione nel migliore dei modi”.


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VELLETRI (attualità) -La festa per lui in Commissariato

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Il sovrintendente capo coordinatore della Polizia di Stato Marco De Castro oggi è stato festeggiato al Commissariato di piazza San Martino per il suo ultimo giorno di lavoro dopo oltre 40 anni di lavoro in Polizia .

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De Castro è entrato in Polizia nel 1983 e a Velletri è arrivato nel 1985, dove ha prestato servizio per ben 39 anni, prima di raggiungere il meritato congedo arrivato con il compimento del sessantesimo anno di età come da disposizioni vigenti per tutti poliziotti. 

Molto conosciuto e apprezzato per la sua puntualità, la sua gentilezza e la sua disponibilità , da tutta la popolazione veliterna.  Ha prestato servizio in vari uffici e importanti del locale Commissariato, tra l'ufficio prevenzione del crimine e denunce, l' amministrativa, porto d'armi, sociale e passaporti. 

Oggi è stato salutato da tutti i colleghi e omaggiato con il saluto e Il picchetto d'onore presso il commissariato di Velletri, struttura dove la sua sarà un assenza molto pesante per tutti, colleghi e cittadini,  essendo stato sempre un punto di riferimento in questi ultimo 40 anni di onorato servizio.

 

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ROCCA DI PAPA (attualità) -La notte del 30 aprile 1855 la popolazione di Rocca di Papa si rivoltò contro il casato Colonna

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Durante la notte del 30 aprile 1855 la popolazione di Rocca di Papa si rivoltò contro il casato Colonna e l’indomani proclamò l’effimera Repubblica con il seguente avviso:

“Si avvertono i signori infami che nel giorno del 1 maggio si farà il Consiglio nel Palazzo delle Cinque Ischie. E bisogna ammazzare la pubblica Forza e pure il guardiano Miraculo. E poi dare nel cosiddetto preterito al Priore e al Curato, sotto pena della fucilazione di notte a chi stacca il presente affissato. Senza altri affari da liquidarsi in avvenire di notte. Si avverte la Forza pubblica a fuggire e basta così. Viviamo felici, Dio, il Popolo tutto.”

Ma cosa avvenne nei giorni successivi alla rivolta, un unicum nella storia dei Castelli Romani?

Per l’Amministrazione comunale non restava altro che dar corso alle decisioni prese all’unanimità dal Consiglio comunale il 29 aprile alla vigilia dell'insurrezione. Già al mattino del 5 maggio, il sindaco Botti riceveva infatti la dichiarazione perizia dell’agrimensore Ferdinando Venturini di Frascati.

Nel frattempo Papa Pio IX nominava una commissione composta dai cardinali Di Pietro, Bofondi e Mertel al fine di comporre la vertenza, ordinando che i Campi d’Annibale fossero, in avvenire, scelti come accampamento estivo dalle truppe Pontificie, come viene riportato nel libro di Carlo Cofini, Rocca di Papa Repubblica per un giorno - Una lunga controversia su lo jus lignandi et carbonandi, Rocca di Papa (RM), ed. La Spiga, 2001.

L'Amministrazione comunale chiudeva l’anno 1855 con altri due dispacci diretti alla Presidenza di Roma e Comarca, relativi sempre ai contrasti con il casato Colonna.

Non si hanno particolari circa l'esito e il seguito di queste due missive, che lasciavano intendere la gravità della situazione, né ulteriori dettagli o tracce offrono gli archivi comunali circa il corso e gli sviluppi della vertenza. Il gran vuoto di notizie che va dal febbraio del 1856 al 1873, non permette di formulare che un’ipotesi sulla base di una nota di diversi dispacci inviati dall'Amministrazione comunale alla Deputazione provinciale, i quali vanno dal 1855 al 1861.

È probabile che si fosse stabilita una tregua fra le parti in lite, vivamente consigliata dalla Commissione cardinalizia e dalla stessa Deputazione provinciale in attesa di raggiungere un accordo.

Ad ogni modo, la notizia di questa “singolare” rivoluzione si sparse all'istante, raggiungendo i Castelli, Roma, le agenzie di stampa e tutti i giornali d’Europa parlarono di questa Repubblica. Nulla avvenne di quanto era stato annunciato nel manifesto, non ci furono né morti né feriti, ma vennero incarcerati diciassette rivoltosi i cui nomi restarono nell’oblio; alla luce dei fatti, quella della popolazione roccheggiana fu soprattutto una condanna morale. 

Il celebre giornalista Ceccarius, all’anagrafe Giuseppe Ceccarelli (1889-1972), importante studioso della cultura e delle tradizioni popolari romane, affermò che i rivoltosi furono “i precursori ignorati di successivi movimenti sociali”.

Rocca di Papa può vantarsi di una cosa di cui pochi, pochissimi possono fare altrettanto: nel pieno del Risorgimento che poi condusse alla sofferta Unità d’Italia, la città castellana poté fregiarsi del titolo di “Repubblica di Rocca di Papa”, provocando nuove tensioni politiche e sociali per inserirsi nel filone risorgimentale della storia italiana.
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VELLETRI (attualità) - Giro di circa 7 km con dislivello facile, circa 3 ore. 

ilmamilio.it - comunicato stampa

Il Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani invita tutti/e a partecipare alla prossima iniziativa che si svolgerà sabato 4 maggio a Velletri.

Sarà, ancora una volta, l'occasione per percorrere insieme i sentieri del Parco Regionale dei Castelli Romani e vedere lo stato in cui si trovano i nostri boschi tagliati a ceduo.

I comuni dei Castelli Romani vendono alle ditte private la possibilità di disboscare particelle forestali per la legna e queste, ottenuti anche i permessi dall'Ente Parco, tagliano ettari ed ettari di alberi rasi al suolo con l'ausilio di macchinari che devastano anche il sottobosco, lasciando per mesi i sentieri interdetti al passaggio di persone a piedi e in bici. Tutto questo per il solo profitto di chi rivende la legna.

Il 12 marzo scorso ha preso il via il processo contro la ditta che gestisce il taglio degli alberi di 1/3 dei boschi dell'intero Monte Artemisio (Velletri). L’accusa a carico della ditta che si è aggiudicata l’appalto decennale nel 2018 è quella di peculato per aver tagliato molti più alberi rispetto al dovuto.


La corte ha ascoltato i testimoni dell'accusa tra i quali l’allora consigliere comunale delegato al patrimonio boschivo del Comune di Velletri e l’ex vigile silvano incaricato della sorveglianza del taglio da parte del Comune.

Entrambi sono stati decisi nel ribadire le accuse. Il vigile ha affermato di aver rilevato e trasmesso al Comune di Velletri “le inadempienze riscontrate in fase di collaudo” ed ha precisato come siano stati tagliati “anche alberi diversi dal castagno, tra i quali perfino una quercia”.


La difesa ha chiesto di sentire alcuni nuovi testimoni, cosa questa che ha comportato un rinvio del processo, addirittura al 4 febbraio del 2025, quasi un anno!


Nel frattempo il taglio degli alberi nel bosco del Monte Artemisio da parte della ditta concessionaria continuerà visto che il Comune di Velletri non ha ritenuto di prendere al riguardo alcun provvedimento.


Non comprendiamo come sia possibile che la ditta imputata per i tagli continui ad operare sul luogo, nonostante il Comune di Velletri si sia costituito parte civile al processo.

Crediamo che la vicenda, bene esposta dai giornalisti locali, stia facendo chiarezza sugli interessi che legano i profitti delle ditte private alle responsabilità politico-amministrative.


Dell'Ente Parco non sappiamo più cosa dire, visto che al processo penale in corso non si è nemmeno degnato di costituirsi parte civile per tutelare sè stesso, i boschi ed in ultimo noi che viviamo in questo territorio.


CHIEDIAMO ALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VELLETRI L'IMMEDIATO RITIRO DELLA CONCESSIONE ALLA DITTA FINO ALLA SENTENZA DEL TRIBUNALE.

Tutto questo ricordiamolo avviene in una fase storica di incredibili cambiamenti climatici: questi ultimi sono causati proprio dallo sfruttamento da parte degli esseri umani del pianeta e non sono tanto colpa dei singoli cittadini, quanto delle aziende che per profitto danneggiano la natura. Nel Parco infatti proprio le aziende sversano tonnellate di rifiuti nel bosco oppure si aprono vere e proprie autostrade con cingolati, ruspe e camion per tagliare milioni di alberi.

Sottolineiamo che nelle scorse settimane abbiamo effettuato delle formali segnalazioni all'Ente Parco, ai Carabnieri Forestali e al Comune di Rocca di Papa, alla Sovrintendenza dei Beni Archeologici e al GAL sia per i tagli lungo la via Sacra che per la zona della Forcella. Neanche siamo stati degnati di una risposta.
Alla Forcella (Rocca di Papa) hanno distrutto un tratto della Ippovia, costata 13 anni fa circa 200 mila euro di fondi pubblici.


Proprio su Monte Artemisio la ditta imputata sta tagliando sui sentieri boschivi più frequentati del monte, sul costone del Maschio d'Ariano e in prossimità di Fonte Donzella.


E' questa l'idea di valorizzazione del territorio?

Ormai non c'è sentiero del parco che non sia a rischio taglio (nemmeno le aree archeologiche!) e sono molti quelli formalmente interdetti.

Se manca il personale per i controlli, se le multe per le ditte sono irrisorie e già messe in conto, se i piani forestali dei vari comuni tendono a massimizzare le aree da mettere a profitto, se gli enti preposti si girano dall'altra parte dobbiamo essere noi a impegnarci per far sì che tutto ciò cambi, e in fretta.
E allora continuiamo a costruire iniziative, ad aprire vertenze e ad opporci a chi ha scambiato il Parco dei Castelli Romani per una legnaia privata.

Venerdì 3 maggio alle 19.00 assemblea settimanale nella sede delle associazioni a via Tevere 10 a Genzano.

Sabato 4 maggio tutti/e a Velletri, con ritrovo al parcheggio del cimitero alle 9.00 per raggiungere con il minor numero di mezzi il punto di partenza di uno dei sentieri dell'Artemisio.

Sabato 11 maggio di nuovo a Velletri, stavolta in centro storico, per una assemblea pubblica cittadina della quale daremo una specifica comunicazione nei prossimi giorni".
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