ROMA (politica) -I comitati si sono dapprima riuniti al Pantheon, accolti dai deputati del Movimento Cinque Stelle Francesco Silvestri, Ilaria Fontana

ilmamilio.it

Una delegazione dell'Unione dei Comitati contro la realizzazione del termovalorizzatore a Santa Palomba ha consegnato stamani alla Camera e a Palazzo Chigi la petizione popolare contro l'impianto.

I comitati si sono dapprima riuniti al Pantheon, accolti dai deputati del Movimento Cinque Stelle Francesco Silvestri, Ilaria Fontana.

Successivamente si sono recati alla Camera per la consegna del plico con la petizione.

Ad attenderli i deputati Filiberto Zaratti (Verdi), Andrea Volpi (Fdi), Morice Montesi, consigliere comunale di Ardea ( Fdi). " Dodicimila firme sono un grande traguardo, ma continueremo a raccoglierle perché vogliamo andare anche in Consiglio regionale- ha detto Alessandro Lepidini, portavoce del Comitato No Inceneritore a Santa Palomba- Chiediamo che la norma attributiva dei poteri commissariali al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri in materia di rifiuti sia abrogata, tenuto conto che la realizzazione dell'inceneritore non ha nulla a che vedere con il Giubileo. Ma chiediamo anche la sospensione della gara in corso per la realizzazione dell'impianto, sulla base del principio di precauzione, previsto dai trattati europei e dell'indagine della Procura di Roma circa l'acquisto del terreno da parte di Ama". Lepidini ha poi fatto sapere che i Comitati sono pronti a manifestare anche davanti alla Regione Lazio: "Vogliamo capire qual è la posizione politica della Regione. È il momento di uscire dalle ambiguità".

accademia calcio frascati centro estivo

Nelle scorse settimane anche il comitato UST, diretto da Manolo Tuzzi,  della zona di Albano Pomezia e Ardea si era unito all'iniziativa consegnando le loro firme raccolte in tutti questi mesi passati. Oggi i delegati sono stati accolti dalla segreteria del vice presidente della Camera Fabio Rampelli. Per il proseguo della procedura che è stata richiesta dai vari comitati cittadini per la sospensione dei lavori del termovalorizzatore ai piedi dei Castelli Romani nella zona di Santa Palomba.colline fitness 5 ilmamilio

ALBANO LAZIALE (attualità) - I proventi delle attività serviranno a pagare il lavoro dei ragazzi e a investire sull’ampliamento di attività sul modello del Bar-Atto da un anno aperto a Velletri

ilmamilio.it - nota stampa 

Benvenuti al mercato dell’integrazione. E’ questo l’obiettivo e il cuore del nuovo laboratorio sul Diversity Merchandising promosso presso il Work Lab, sede di Albano Laziale del Centro Polivalente Autismo “Città Metropolitana di Roma”, progetto pilota, primo nel territorio laziale, finanziato dalla Regione Lazio, nato dall’impegno prioritario di cooperative del Terzo Settore (Capodarco Agricoltura, Arcobaleno, Elma, La Castelluccia e Sorriso per Tutti) coordinate dalla capofila Gnosis Cooperativa Sociale Onlus in collaborazione con i 21 comuni dei Castelli Romani e del litorale riuniti nei sei distretti socio-sanitari che fanno capo alla Asl Roma 6 e altri attori del mondo associativo tra cui Make4Work, principale promotore della nuova iniziativa.

L’obiettivo del nuovo laboratorio è quello di creare un ambiente stimolante basato sul pensiero divergente. Al suo interno verranno esplorati vari modi di percepire la realtà, le esperienze delle persone che usufruiscono dell’intervento, il lavoro e il futuro, trasformandoli poi in frasi e aforismi che saranno stampati su una varietà di oggetti, tra cui magliette, felpe, cappellini, quadri, penne e altro ancora. Questi articoli unici saranno esposti negli spazi dedicati e saranno resi disponibili anche su un apposito sito di e-commerce. I proventi derivanti dalle vendite saranno poi utilizzati per remunerare i partecipanti al progetto e, soprattutto, per promuovere i valori della diversità nella comunità, contribuendo così a creare nuove tendenze e stili.accademia calcio frascati centro estivo

Il dottor Giorgio Di Dato, responsabile del Work Lab, ci ha tenuto a sottolineare come questo progetto vada ad inserirsi in un modello più ampio e articolato su diverse dimensioni del mondo del lavoro all’ interno del Centro Polivalente. Un paradigma mirato a creare autentiche comunità lavorative, seguendo una logica simile a quella del progetto Bar-Atto (altro progetto avviato un anno fa nel territorio comunale di Velletri), che prepara i ragazzi ad affrontare attività lavorative in contesti protetti, ma al tempo stesso orientati al mercato e con obiettivi che permettono a ciascuno di esprimere le proprie capacità.

“È bene sapere che le attività avviate presso il WorkLab e nate sotto l’egida del Centro Polivalente Autismo - aggiunge Angela D’Agostino, presidente della coop capofila del progetto Gnosis - vanno un passo oltre il tradizionale inserimento in azienda attraverso il tirocinio di inclusione, che da solo potrebbe non essere efficace per persone con più alti livelli di difficoltà. È per questa presa di coscienza che il Centro Polivalente ha deciso di avviare percorsi dedicati alla creazione di lavoro paralleli ai processi di incontro tra domanda e offerta lavorativa. Questo approccio particolarmente inclusivo e gradito alle famiglie degli utenti - prosegue la dott.ssa D’Agostino - mira non solo a fornire opportunità lavorative concrete, ma anche a diffondere una cultura che valorizzi la diversità come fonte di arricchimento e opportunità. Questa è una fase iniziale del progetto ma abbiamo in obiettivo di creare laboratori anche di produzione per attivare una vera e propria filiera che contiene ideazione, grafica, produzione e vendita”.

colline fitness 5 ilmamilio

MILANO (attualità) - Questi impianti debbono sottoporsi a delle revisioni e al Controllo emissioni caldaie almeno una volta ogni 2 anni per avere il bollino blu

ilmamilio.it - contenuto esclusivo 

In inverno l’accensione degli impianti di riscaldamento alimentati dalle caldaie non è libera. Tanti Comuni, per controllare l’inquinamento atmosferico e le polveri che vi sono, impongono delle date di accensione. Sono innumerevoli gli ambienti da proteggere, siti e luoghi storici, ambientali o con vincolo paesaggistico.

L’atmosfera è satura di polvere sottili e gli impianti a combustione non migliorano certo la situazione. Vero è che le caldaie rimangono tra i dispositivi che sono più ecosostenibili. Essi bruciano gas o materiali vegetali come il pellet o la legna. Solo che la produzione dei fumi contribuisce ad inquinare.

Data la pericolosità certificata delle emissioni delle caldaie è necessario che gli utenti controllino e facciano fare delle analisi. Ogni 2 anni, nei periodi della revisione, si eseguono tali interventi. Prima si fa la pulizia delle caldaie e poi, con dei dispositivi appositi usati da parte dei caldaisti, si hanno informazioni utili sulla qualità dei fumi.

Attenzione che questa non è una scelta, ma un obbligo. Infatti questi impianti debbono sottoporsi a delle revisioni e al Controllo emissioni caldaie almeno una volta ogni 2 anni per avere il bollino blu. quest’ultimo è il documento che certifica che c’è un caldaista che si è occupato del controllo e che ha notato che i fumi rispettano i parametri decisi dal Ministero della Salute o dal Comune di pertinenza.

FUMI CALDAIE, PERICOLI

Se la combustione o bruciatura di gas e legna è naturale, come mai c’è bisogno di capire quale sia la qualità dei fumi combusti?

Il problema è dato direttamente da quello che succede durante la combustione. Bruciare del combustibile ci conduce ad un’erosione chimica di elementi che sono legno o gas. Essi quindi creano polveri estremamente sottili che rimangono all’interno dell’aria, facili da respirare. Però il problema principale è la creazione di anidride carbonica che è quella componente invisibile, ma che danneggia l’aria.

I fumi delle caldaie sono poi corrosivi perché contengono una minima percentuale di umidità che è stata compromessa dalle funzioni interne.

Respirare direttamente questi fumi non è certo consigliabile. La lunga esposizione comporta malesseri di ogni genere: vertigini, vomito, cefalee. Durante gli inverni sono milioni le persone che accendono gli impianti di riscaldamento e di conseguenza è normale che l’aria diventi altamente tossica. Ecco come mai è imposta l’accensione solo in determinati periodi.

A cosa serve controllare le emissioni?

Il controllo delle emissioni di una caldaia non è obbligatorio solo dalla legge per verificare la qualità dei fumi, ma è utile direttamente al dispositivo.

Una presenza eccessiva di fuliggini al suo interno impedisce il ricambio di ossigeno e danneggia la fiamma pilota. Essa inizia a non bruciare più il combustibile e a farlo disperdere. Le temperature in casa si abbassano notevolmente perché non sono riscaldate. Si hanno dei blocchi di sicurezza o di componenti interni. Le canne fumarie possono restringere il loro spazio a causa di tanti strati di fuliggine uno sopra l’altro. Tutto questo conduce ad una rottura delle caldaie che si poteva prevenire semplicemente controllando lo stato, densità e qualità dei fumi combusti prodotti dal dispositivo stesso.

MILANO (attualità) - La casa costruttrice di impianti di riscaldamento è da anni nel settore degli elettrodomestici per il riscaldamento, famosa a livello globale per i suoi prodotti

ilmamilio.it - contenuto esclusivo 

Cerchi aiuto tecnico, assistenza per la tua caldaia Beretta? Come mai è bene rivolgersi a dei professionisti o caldaisti che sono autorizzati o specializzati Beretta?

La casa costruttrice di impianti di riscaldamento è da anni nel settore degli elettrodomestici per il riscaldamento. Famosa a livello globale per i suoi prodotti. Le tecnologie sono sempre più avanzate, all’avanguardia per sostenere e modificare le temperature nei locali chiusi. Sono appunto le tecnologie che consentono di avere nuove comodità.

I consumatori sono molti e ognuno di loro ha delle necessità che dipendono dalla struttura immobiliare, dalla grandezza delle stanze, tempo che si trascorre nei locali oltre alle temperature del territorio. Una caldaia quindi diventa un dispositivo da scegliere personalmente con piena comprensione delle sue prestazioni.

Nei centri e rivenditori della Beretta potete trovare tutte le informazioni utili e chiedere consiglio o un sopralluogo per valutare i modelli migliori. Ad oggi si stanno vendendo tanto le caldaie a condensazione che riescono a diminuire i consumi energetici, ma con un rendimento termico altissimo, migliore dei sistemi tradizionali.

PERCHE’ VA IN BLOCCO LA CALDAIA?

Indubbiamente si ha bisogno di un supporto di acquisto perché appunto non sappiamo quali sono le caratteristiche delle caldaie. Non essendo tecnici, nonostante studiamo le schede o descrizioni, rimane difficile capire le differenze.

Però è vero che si ha più bisogno di un’Assistenza Beretta che sia tecnica per rimediare a dei malfunzionamenti o guasti che succedono nell’uso delle caldaie.

Tra i più comuni ci sono quelli che riguardano il blocco! Perché la caldaia va in blocco di sicurezza? I sistemi interni di “autoprotezione” del dispositivo scattano non appena ci sono anomalie di funzionamento. Un surriscaldamento della caldaia, il cambio del programma o della regolazione, temperature alte, problemi nella pressione interna, guasti o blocchi nelle condutture. Qualsiasi contrattempo va ad affaticare la caldaia durante la sua accensione, fa scattare gli allarmi di sicurezza. Ciò induce la caldaia ad attivarsi, in totale autonomia, con uno spegnimento forzato e con un blocco di riaccensione.

Spesso è possibile riaccenderla con un reset del sistema che si effettua con dei comandi che cambiano in base al modello. Però non è una cosa da fare spesso. Se la caldaia continua ad andare in blocco mentre siete sotto la doccia e aprite il rubinetto dell’acqua calda, allora vuol dire che c’è un danno. Un guasto non identificato dal dispositivo e che richiede un supporto tecnico.

Scheda caldaia “bruciata”

Gli elettrodomestici sono diretti da una scheda interna che permette di selezionare i programmi. Nelle caldaie ci sono tanti sistemi che regolano il suo funzionamento. Anzi nei nuovi modelli si possono scegliere tante regolazioni, perfino intelligenti, oppure autoregolazioni che si modificano in base alla temperatura percepita all’esterno.

Però i circuiti rischiano di andare in cortocircuito, di avere sbalzi di tensione oppure di soffrire del calore e surriscaldamento interno. Bruciando una scheda interna occorre sostituirla. Meglio poi che non si provi ad accendere la caldaia perché si compromettono altri componenti.

La scheda può essere sostituita solo da un caldaista che deve provvedere al collaudo post intervento e a valutare se i sistemi di sicurezza automatici funzionano.

Sottocategorie