LARIANO - Ha debuttato domenica scorsa con un prezioso pareggio per 1-1 nel turno di Coppa Italia sul campo dell’Atletico Morena. Fabrizio Centra ha ufficialmente cominciato la sua avventura sulla panchina dell’Atletico Lariano lasciata libera da Damiano Cavola che aveva cominciato la preparazione. Un compito delicato considerato quanto l’ambiente e il gruppo gialloverde fosse legato all’ex allenatore: “Innanzitutto vanno fatti i complimenti a Cavola per il grandissimo lavoro portato avanti fino all’ultimo – dice Centra – Devo ringraziare tutti i ragazzi e la società che si sono messi completamente a disposizione per iniziare questa nuova avventura, comprendendo che bisogna andare avanti e cercare di valorizzare quanto fatto lo scorso anno.astorre banner ilmamilio Non sono uno che ama fare rivoluzioni, ma ogni allenatore ha la sua idea di calcio e magari col tempo potremo fare degli aggiustamenti in corso d’opera”. L’ex allenatore della Semprevisa (che l’anno scorso era nel girone di Prima categoria vinto dall’Atletico Lariano) commenta in modo più approfondito la sfida di domenica scorsa: “Tranne i primi dieci minuti, la squadra ha tenuto bene il campo. Nel primo tempo all’iniziale vantaggio dei capitolini abbiamo risposto col gol di Colasanti, poi nella ripresa il risultato non è più cambiato. Domenica avremo il ritorno in casa e cercheremo di fare un’altra buona prestazione al cospetto di un club importante che l’anno scorso è arrivato in finale nella Coppa Italia di questa categoria. pd piccarretaSuccessivamente inizieremo a pensare al debutto in un campionato che sarà tostissimo, nonostante la formula con cinque gironi. Non penso che il livello sia più basso rispetto al passato, nel gruppo D dove siamo stati inseriti ci sono club che hanno investito tantissimo, ma alla fine è sempre il campo l’unico giudice”. Centra, che ha allenato anche in Eccellenza e ha avuto una sola esperienza in Promozione circa dieci anni fa quando portò la Semprevisa in finale di Coppa Italia, parla dei motivi che lo hanno spinto ad accettare la proposta dell’Atletico Lariano: “Ho sfiorato l’approdo in questo club ai tempi dell’Eccellenza, ma con l’attuale società c’è stata sempre stima reciproca e quando è capitata la possibilità ci è voluto poco per trovare un accordo. Qui c’è un ambiente sano e una società sempre presente, ci sono le condizioni per fare un buon lavoro”.

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Fiat126 ilmamilioROMA (tecnologia) - Erede della 500, è stata venduta in 4,6 milioni di esemplari. Dal 1979 la Fiat trasferì la produzione in Polonia

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Il 22 settembre del 2000 in Polonia veniva prodotto l'ultimo dei circa 4,6 milioni di esemplari venduti della Fiat 126.

Esattamente 22 anni cessava di essere costruita una delle auto simbolo degli anni '70 e protagonista della motorizzazione di quella Polonia che, ancora stretta nell'alleanza orientale del Patto di Varsavia, trovò nella piccola utilitaria Fiat quello che in Italia era stata la Fiat 500 negli anni '50.

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Un'auto dall'indubbio successo, piccola e compatta ma più abitabile rispetto alla sorella maggiore 500: identica però tra i due modelli erano la meccanica e la iniziale motorizzazione di 594 centimetri cubici per 23 Cavalli, raffreddato ad aria.

L'auto, che avrebbe dovuto sostiture proprio la fortunatissima Fiat Nuova 500 (che alla fine della sua carriera, nel 1975 con oltre 5,2 milioni di esemplari venduti), venne presentata nel Salone dell'automobile di Torino il 1 novembre 1972, praticamente 50 anni fa. Ad idearla era stato nel 1968 Pio Manzù, figlio dello scultore Giacomo Manzù. L'allora giovanissimo designer aveva pensato ad un'auto che, superando il modello predecessore, potesse dare un segno di modernità e progresso: la Fiat, soddisfatta del risultato, gli affidò anche il disegno della 127. 

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Un'esistenza sfortunata quella di Pio: ad appena 30 anni, il promettente designer morì in un incidente d'auto mentre era alla guida della 500 della moglie nei pressi di Torino. Non potè mai vedere le sue creazioni realizzate.

Il papà Giacomo, invece, celebre scultore, scomparso nel 1991 e sepolto ad Aprilia, è legato in qualche modo ai Castelli romani ed a Frascati in particolare: nel 1999 l'imprenditore dei mobili Costantino Paoletti comprò una sua celebre scultura in bronzo che è ancora oggi possibile ammirare all'interno del cortile dell'ex molino Nobiloni, oggi mobilificio Paoletti  a Frascati.

LEGGI STORIE - L'antico molino Nobiloni di Frascati rivive un libro che ne ripercorre le vicende

La 126 viene prodotta in molte versioni e con un ottimo successo. Nel 1979 la Fiat trasferisce la produzione anche in Polonia, dove l'auto viene assemblata in due differenti stabilimenti e proprio in Polonia vengono prodotti ben 3,3 milioni di esemplari. Questi modelli riportano la scritta "FSM".

Nel 1987, dopo il buon risultato del modello "Personal" (maggiormente rifinita), vede la luce la 126 bis, che presenta al posto del tradizionale motore, un motore a sogliola che consente di avere un vano di carico anche posteriormente aumentando la capacità di trasportare materiali sulla piccola auto. La 126 bis ha una cilindrata di 704cc ed una potenza di 26 cavalli ed è capace di raggiungere la velocità di 116 chilometri orari.

Auto del popolo amata e diffusa ma non come la 500, la 126 è ancora oggi modello che di tanto in tanto si può trovare sulle nostre strade. Col suo smarmittare caratteristico, ha saputo accompagnare la difficile transizione della nostra Nazione attreverso i complicati anni '70, lasciando poi spazio alla Fiat Panda.

L'ultima 126 commercializzata in Europa occidentale è del 1991 ma l'auto, come visto, continua ad essere prodotta in Polonia.

Fino al 22 settembre di 22 anni fa.

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Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Giornate Europee del Patrimonio 2022 24 e 25 settembre 2022 PATRIMONIO CULTURALE SOSTENIBILE: UN'EREDITA PER FUTURO #GEP2022 #EuropeanHeritageDays MINISTERO MiC CULTURA COPEINERIRNOR"NEMI (attualità) - Giornate di interesse culturale anche nei castelli romani
 
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Un ricco programma di attività vi aspetta per le Giornate Europee del Patrimonio al Museo delle Navi Romane di Nemi.
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Sabato 24 settembre
Ore 10.30-17.00
"Alla scoperta dell'antica Roma"
Tavoli didattici a cura della Legio XXX Ulpia Victrix A.P.S.
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Sabato 24 settembre
Ore 10.30; 12.00; 15.00; 16.30
Apertura straordinaria delle terrazze
Prenotazione obbligatoria via mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 
Sabato 24 settembre
ore 19.30
"Incursioni sonore"
Visita sonorizzata al museo a cura di Suoni Raminghi di Chiara Strabioli
 
Sabato 24 settembre
ore 21.00
Apertura straordinaria dei ballatoi
Prenotazione obbligatoria via mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 
Domenica 25 settembre
Ore 10.30-17.00
"Alla scoperta dell'antica Roma"
Tavoli didattici a cura della Legio XXX Ulpia Victrix A.P.S.

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dessi italiaSovrana ilmamilioFRASCATI (politica) - "Stesso entusiasmo del 2013 coi 5 stelle: c'è forte spinta da basso, ma stavolta siamo più strutturati"

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Ad appena 3 giorni dall'attesissimo voto Politico di domenica 25 settembre (in giornata unica, dalle 7 alle 23) Emanuele Dessì, referente nazionale della nuova formazione di "Italia sovrana e popolare" ha una certezza: "Si fosse votato tra due mesi avremmo vinto le elezioni".

Cosa dà questa certezza ad uno degli ex fondatori del Movimento 5 stelle? "Esatto, la certezza me la dà sul piano politico e sociale proprio il clima e l'impatto che la nostra proposta ha sulle persone, riceviamo tantissimo interesse. Qualcosa di molto simile a quel 2013 quando i primi sondaggi davano il Movimento tra il 6 e l'8% ed invece sbancammo col 27%, arrivando ad un passo dall'avere già all'epoca di poter governare la nostra Italia".

"Se vogliamo dirla tutta - dice il senatore originario di Frascati - il fatto che si sia votato così presto è proprio il segno di quanto il "sistema" abbia paura di questa tornata elettorale: è evidente che se si fosse votato in autunno inoltrato o in inverno, quando le bollette alle stelle, la crisi energetica, le aziende chiuse, i licenziamenti, un possibile ritorno dalla pandemia e i morti dei conflitti mondiali si faranno sentire più forte, il risultato avrebbe potuto essere ben diverso".

Ed invece chi vince? "Vincerà chi riceverà ancora il voto masochistico degli italiani che, avvolti dalla propaganda e spaventati dal contesto internazionale, proveranno a dare fiducia alla finta novità di Meloni (che da 20 anni è in politica ed ha combinato ben poco), che raccoglie il frutto della finta opposizione fatta a Draghi in questi; oppure daranno il voto a Conte, che ha tradito finanche le 58 fiducie votate a Draghi, o al Pd".

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E ancora su Meloni: "E' l'esponente che ha il maggior i conflitto d'interessi interni dal momento che al suo interno ha esponenti come Crosetto e Fiocchi, che non sarebbe difficile definire i "signori delle armi". Sull'Atlantismo, insomma, Meloni è più schierata di tanti altri, altro che favole".

Il senatore uscente e ricandidato guarda al possibile esito del voto. "L'Italia di oggi è composta da un ceto ricco, che si rivolge prevalentemente a quella parte politica conservatrice o finto progressista che può garantire il mantenimento dello status, ed un ceto medio-basso che ha ampie aree di povertà. Proprio questa larghissima fetta di elettorato, che tende per sua natura all'astensionismo anche perché raccoglie molti dei delusi dal 5 stelle, potrebbe invece far sentire la propria rabbia e disagio rivolgendosi a formazioni come la nostra. Anzi: noi siamo gli unici a raccogliere questa istanza e, in ambito Costituzionale, siamo gli unici a farlo. Cresceranno insomma i consensi per le forze anti-sistema o comunque alternative al sistema".freeTime1 ilmamilio

Dunque? "Sotto certe condizioni, con certi risultati, si rischia lo stallo ed a quel punto o ci si dovrà rivolgere ad un nuovo salvatore della Patria stile Draghi, organico a questo sistema, o si dovrà tornare subito al voto".

C'è dunque, secondo Dessì, una forte aderenza tra "Italia sovrana e popolare" di oggi e il Movimento 5 stelle di ieri. "Altroché. C'è lo stesso entusiasmo, il sogno del cambiamento e del benessere sociale. La vera differenza è che oggi c'è una struttura che si fonda su movimenti e partiti, come il Partito comunista (che Dessì ha rappresentato in questo ultimo anno e mezzo in Senato, ndr) alcuni dei quali hanno già assaporato il "gusto della poltrona" ma non ne sono rimasti travolti né affascinati e che sono e restano orgogliosamente dall'altra parte".

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"Il Movimento, invece, fu un progetto politico sano e credibile ma che alla fine fu consegnato sulle gambe di 4 ragazzotti che hanno finito per essere i più sistemisti del sistema. E questa è stata la vera unica tragedia".

L'essere alternativi al sistema, per Dessì e la sua proposta politica ha un fondamento imprescindibile. "L'Italia deve riappropriarsi della propria sovranità e della propria rilevanza a livello mondiale. L'Italia per sua natura e per storia ha diritto di avere il proprio ruolo in ambito Mediterraneo soprattutto ma anche mondiale. Da troppi anni invece per garantire la sicurezza ed il benessere degli altri, gli Stati Uniti e gli Stati forti d'Europa, trascuriamo la nostra: e questo non è più possibile. Gli interessi della nostra Nazione devono essere in prima fila: poi, certo, possiamo avere Stati più o meno amici, senza tradire alcun patto ma nel rispetto di quello che gli accordi dicono e fissano. Noi, per essere chiari, con l'Ucraina che c'entriamo?".

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