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ROMA (attualità) - La rubrica dei Santi celebrati dalla Chiesa
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Il lunedì dell'Angelo, comunemente chiamato “pasquetta” è il giorno immediatamente successivo alla Pasqua, diventato festività civile nel dopoguerra per prolungare le ferie pasquali. E' festivo, oltre che in Italia, in quasi tutta l'Europa e in diversi altri Paesi.
Il suo nome è rappresentativo del fatto che in questo giorno si ricorda un evento narrato nel Vangelo, l'incontro dell'angelo con le donne giunte al Sepolcro in cui era stato posto Gesù dopo la sua crocifissione, dove erano andate per imbalsamare il Suo corpo con degli oli aromatici.
Leggiamo in Marco 16, 1-3 “Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: -Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?-.”
Passione e della Crocifissione, videro il masso scostato e il sepolcro vuoto, e fecero il loro incontro sovrannaturale con l'angelo che annunciò la resurrezione del Cristo, sebbene Luca e Giovanni parlino di due angeli.
(Mc 16, 5-7) “Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”.
Su questo luogo di culto tanto significativo per i cristiani, a Gerusalemme, sorge oggi la Basilica del Santo Sepolcro.
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Quando la cabina telefonica segnò un'epoca. Dal gettone alla tessera SIP, oggi ne restano pochissime
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FRASCATI (attualità) - Praticamente scomparse ai Castelli romani, nella Capitale alcuni esemplari sono ancora presenti ma praticamente quasi tutti vandalizzati e non più utilizzati ormai da anni
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Ai Castelli romani praticamente non esistono più: gli ultimi esemplari sono scomparsi nei mesi scorsi. Le cabine telefoniche, ed in genere i telefoni pubblici, appartengono ad un passato che praticamente oggi non c'è più.
Eppure, quello col telefono in strada, era stato amore quasi a prima vista. Soprattutto quando, già nel 1926 ma soprattutto dopo il 1945, a garantire l'accessibilità e l'utilizzabilità era stata la comparsa sulla scena del gettone telefonico. Quello a 3 scanalature, in metallo tipo bronzo, comparve nel 1959 e rimase in uso sino al 2001 quando, in buona sostanza, uscì di scena non trovando più alcun cambio ufficiale con l'arrembante arrivo dell'euro.
Dal 1984, dopo vari aggiornamenti, il gettone telefonico valeva 200 lire ed era comunemente scambiato come una moneta anche se, di fatto, non aveva alcun valore legale.
Le cabine ed i telefoni poi avevano seguito il passo dello sviluppo. Prima utilizzabili solo col gettone, si erano evoluti accettando anche le monete: tre feritoie per inserire appunto il gettone, oppure le monete da 100 e 200 lire. Apparecchi telefonici, grandi, grigi.
In Italia, però, nel frattempo fin dal 1976 era comparsa sula scena la tessera telefonica, invenzione tutta nazionale che poi aveva fatto il giro del mondo. Il boom delle tessere telefoniche arrivò negli anni '90 quando il prodotto, in plastica e col formato della carta di credito, divenne uno più diffusi. I telefoni pubblici, nel frattempo diventati arancioni, al loro fianco era comparsio appunto il lettore della tessera: tessere da 2.000 lire (piuttosto rare), ma soprattutto da 5.000 e 10.000 lire., da utilizzare sino ad esaurimento e a seconda delle tariffe.
Si reclamizzava "una telefonata allunga la vita".
Il boom delle tessere per telefonare fu talmente prepotente che, così come era accaduto negli anni '70, sorse un collezionismo parallelo. Le tessere erano così diventate, come e più dei francobolli, oggetti di promozione da parte degli enti emettitori (in generale le compagnie telefoniche) e di collezione: scambiate, desiderate, ricercate - sia nella versione usata che al nuovo, con ancora il triangolino sul vertice alto destro attaccato - le tessere telefoniche hanno accompagnato le nostre generazioni verso il nuovo millennio.
Prima che, ovviamente, i telefoni cellulari - comparsi in maniera prepotente sul mercato sin dal 1995-1996 - arrivassero a soppiantare il telefono pubblico.
Oggi, come detto, ne restano pochissimi ma, probabilmente, soltanto per l'inerzia di rimuoverli. La cabina fotografata è una delle pochissime (non più di 3-4) presenti sulla via Tuscolana: in alcune zone d'Italia sono state già tutte soppiantate e sradicate.
Eppure, quel fascino perverso di cercare una cabina telefonica libera per chiamare la propria fidanzata, oppure il tipico "Quanto ti manca?" da chi attende il proprio turno per telefonare, è qualcosa di cui avere un pizzico di nostalgia.
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FRASCATI (cronaca) - Aveva 81 anni: era uno degli studiosi viventi più rilevanti della città
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E' scomparso in queste ore Raimondo Del Nero, storico frascatano e tra i più eminenti studiosi delle cose del nostro territorio ma non solo.
Decine i testi pubblicati nel corso del suo percorso di studi e ricerche. Raimondo Del Nero, volto e nome conosciutissimi, aveva 81 anni. Lascia la figlia Elena.
Intenso il suo studio di Frascati, la sua città ed in particolare le vicende tuscolane legate alla Seconda Guerra mondiale: pochi anni fa Del Nero, del quale sono celebri anche i testi su Tuscolo, era stato insieme a Basilio Ventura, Dario De Sanctis e Roberto Eroli l'autore del celebre ed apprezzatissimo testo "8943: Frascati vittima di uno sporco affare". Ma il suo interesse, la sua voglia di indagare, documentare ed analizzare si erano estesi anche ben oltre i Castelli romani e la stessa Roma, arrivando anche nelle regioni limitrofe come l'Abruzzo.
LEGGI Frascati | Nel ricordo di Raimondo Del Nero
Con la scomparsa di Raimondo Del Nero se ne va uno degli ultimi storici di grande spessore che la città tuscolana ed il territorio castellano - nel segno di una lunga tradizione - hanno potuto vantare.
I funerali di Raimondo Del Nero si celebrano domani, martedì 2 aprile alle ore 11 presso la chiesa di San Giuseppe Lavoratore a Cocciano.
La redazione de ilmamilio.it porge le sue condoglianze ai familiari ed agli amici.
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