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CECCHINA (cronaca) - Il ricordo dei vicini di casa.
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Tutta la comunità di via Ariccia, la piccola stradina di circa 400 metri, con qualche rientranza, che unisce via Colle Nasone con via Montagnano e viceversa, verso la fine di entrambe le lunghe e vaste strade comunali che partono da via Nettunense, una zona rurale molto popolata della frazione di Albano al confine con via Ardeatina, è incredula e in lutto per la morte di Antonio Pomilia e Margherita Cannone, di 83 e 78 anni, avvenuta ieri pomeriggio intorno alle 15 del pomeriggio in quello che ormai viene definito dalle cronache giudiziarie un "Omicidio Suicidio".
La loro, quella villetta riservata tra la folta vegetazione, è stata una delle prime case costruite nella zona, all'inizio della via, partendo da via Colle Nasone, al civico 3 di via Ariccia, tra gli anni '70 e '80, una zona quasi sempre tranquilla, in questi ultimi 50 anni.
Di recente era andata a fuoco la macchina dei loro vicini di notte, forse in maniera accidentale, erano intervenuti nel mese di gennaio i vigili del fuoco e i carabinieri. Un fatto che aveva svegliato tutti i pochi residenti del posto in piena notte. Qualche anno fa invece, nel Maggio del 2013, a poche centinaia di metri, dalla loro casa, su via Colle Nasone, intorno alle 20.30 si era consumato uno dei più efferati duplici omicidi mai avvenuti, a colpi di pistola, con scene da film, quando tra noti malviventi si spararono per questioni legate alla criminalità organizzata.
Uno si salvò fingendosi morto, un altro italiano, il proprietario della casa sopravvisse, due morirono sul colpo, uno rimasto in casa, un giovane marocchino, l'altro fu trovato dai carabinieri di Cecchina sull'asfalto mentre tentava di scappare, un giovane della zona già conosciuto alle forze dell'ordine.
In via Ariccia mai pensavano i pochi residenti, una decina di case sparse qui e li, che potesse la loro stradina balzare agli onori della cronaca con un così freddo, organizzato e determinato "omicidio suicidio" . Nessuno ha sentito gli spari, partiti da una pistola regolarmente detenuta, di piccolo calibro. Il primo per la moglie, 78anni, ex maestra elementare, di origine veneta, alla tempia; il secondo per lui, sempre alla tempia, ma solo dopo aver lasciato aperto il cancello di ingresso e la porta di casa ed avere avvisato l'unica parente che avevano, una cugina della signora Margherita che vive a Roma, dichiarandole quanto era avvenuto e quanto stava per accadere.
Un gesto meditato, con tanto di lettera scritta, dettato dalla disperazione di vedere soffrire la propria amata moglie, malata da alcuni anni di un tumore, malattia che aveva colpito anche lui da alcuni mesi. Antonio Pomilia, ex pilota di aerei civili, poi commerciante, piccolo imprenditore nel campo edile, sulla sua pagina social scriveva spesso della malattia della moglie e delle sue sofferenze, poi il male ha colpito anche lui, e la depressione e lo sconforto ha preso il sopravento fino ad arrivare al gesto estremo di ieri pomeriggio.
"Fino a qualche settimana fa, nulla faceva presagire questa tragedia - ha dichiarato un vicino, di casa - il primo ad entrare, dopo il fatto, e trovare una situazione da film degli orrori nel salone della villetta. Una casa accogliente, ben tenuta, che si era costruito da solo con i sacrifici di entrambi, aveva le mani d'oro, sapeva fare tutto. Amava i dolci siciliani, la cucina del sud, era originario della Sicilia, preparava del cous cous arabo delizioso. Di recente, qualche settimana fa, aveva preparato dei cannoli siciliani, che aveva offerto a tutti i vicini. Amava profondamente sua moglie erano veramente una sola carne, e come una sola carne se ne sono andati via insieme in questa maniera che mai avremmo potuto presagire. Erano persone educate, gentili, ma anche molto riservate, non volevano mai dare fastidio a nessuno, anche se ogni tanto organizzavano pranzi e cene all'aperto nel patio della loro villetta, con amici e vicini di casa. Li ricorderemo sempre con grande stima, affetto e riconoscenza, sono stati i vicini per oltre 40 anni che tutti vorrebbero avere ".
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- Scritto da Flavia Santangeli
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ROCCA DI PAPA (attualità) - E' uno dei siti di rilievo della città
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A Rocca di Papa, nel cuore del quartiere medievale edificato da Ludovico il Bavaro nel 1328, si può visitare la Chiesa del Santissimo Crocifisso, un piccolo edificio religioso, il primo edificato nella Rocca nel XII secolo. E' nei paraggi piazza XX Settembre, detta anche “piazza Vecchia”, luogo di ritrovo per i pochi paesani che abitavano il quartiere circa seicento anni fa, dove tutt’oggi si trova un’antica fontana tufacea con vasca unica rettangolare.
Il 22 marzo 1557 a causa di un violento incendio, che causò la morte di circa cinquanta persone, la piccola chiesetta venne devastata; è stata poi ricostruita grazie all'interessamento di Ascanio Colonna, il quale stanziò 300 scudi da raccogliere nei comuni retti dalla famiglia.
Una volta ricostruita venne articolata in tre navate rette da tre piloni per lato, con tre cappelle (due a sinistra e una a destra), la sagrestia e il fonte battesimale dell’edificio crollato, risalente al 1490. Il giorno di Ognissanti del 1613 vi fu proclamato patrono della cittadina San Carlo Borromeo, con grande soddisfazione dei feudatari principi Colonna, dal momento che Don Fabrizio figlio di Marcantonio aveva sposato Anna Borromeo, sorella del Santo.
Con il passar degli anni la chiesa venne completamente abbandonata, fino al crollo avvenuto l’11 settembre 1747; l’edificio venne poi ristrutturato e riaperto al pubblico nel 1865, grazie all'interessamento dell’Arciprete Girolamo Sciamplicotti.
All’interno si possono ammirare delle opere dello scultore tedesco Theodor Wilhelm Achtermann (1799-1884), il quale fornì anche un aiuto economico per sostenere l’ambizioso progetto di riapertura del luogo di culto.
Trasferitosi a Roma nel 1839, entrò nella cerchia dei Nazareni e per tutta la vita divise con il pittore Friedrich Overbeck, nei mesi estivi, la villa che Pio IX (1846-1878) aveva messo a disposizione a Rocca di Papa, dove lo scultore tedesco visse per molti anni.
Nella bella cittadina dei Castelli Romani, Achtermann ampliò e restaurò la Chiesa del Santissimo Crocifisso e realizzò una serie di opere in gesso che donò al luogo di culto, dove sono ancora conservate. Mentre la facciata fu prodotta nel 1880 grazie al lavoro congiunto dell’Achtermann e del sacerdote Giuseppe Lauri Colocci.
Merita particolare attenzione il gruppo scultoreo raffigurante rispettivamente la Crocifissione, la Sepoltura e la Resurrezione del Cristo (1865). Le scene della morte e resurrezione di Gesù Cristo erano inizialmente sistemate una sopra all’altra, con la Sepoltura conservata in una teca di cristallo. Sono poi state divise nella Crocifissione e la Sepoltura insieme alla Resurrezione. Il rilievo della Crocifissione costituisce una parziale copia che occupa la parte centrale dell’altare della cattedrale di San Vito di Praga, realizzato sempre dall’Achtermann.
La chiesa è un luogo di culto cattolico, ma data la presenza negli ultimi anni a Rocca di Papa di una consistente comunità di origine romena, attualmente viene utilizzata anche per la celebrazione del rito bizantino, sotto la giurisdizione ecclesiastica della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia.
Nota: Nella foto in alto, il bassorilievo raffigurante “La Resurrezione del Cristo” dello scultore tedesco Theodor Wilhelm Achtermann, conservato nella Chiesa del Santissimo Crocifisso (nella foto in basso), nel cuore del “quartiere bavarese” a Rocca di Papa.
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VELLETRI (attualità) - una giovane donna dopo essere stata tamponata questa mattina sulla via Appia Sud in direzione Cisterna è finita in una piccola scarpata
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Alcuni incidenti si sono verificati tra giovedì e sabato.
Uno è accaduto su via Appia Nuova tra Genzano e Velletri, quando un camion che trasportava mobili guidato da un ragazzo di Lariano ha centrato in pieno due cinghiali uccidendoli nella tarda serata di giovedì, danneggiando il suo mezzo gravemente. Sul posto per i rilievi sono intervenuti i carabinieri del radiomobile e poi il servizio veterinario della ASL Roma 6 per la rimozione degli animali che sono stati trasportati presso l'istituto zooprofilattico di Roma Ciampino per le analisi biologiche del caso.
Nella foto sopra invece una giovane donna dopo essere stata tamponata questa mattina sulla via Appia Sud in direzione Cisterna è finita in una piccola scarpata. Per fortuna la macchina è stata frenata dalla folta vegetazione e la donna ne è uscita leggermente contusa e sotto shock .
Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine e il deposito stradale di Velletri per il recupero con un carro attrezzi con braccio gru della macchina finita nella scarpata.
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Genzano (attualità) - Apertura Venerdì-Sabato e Domenica.
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Continua con una buona affluenza di pubblico nella suggestiva cornice di Palazzo Sforza- Cesarini , la mostra “Stanotte ho toccato una tigre”. Il percorso artistico– così come ha dichiarato il curatore Francesco Di Pardo lo scorso week end, quando è stata inaugurata: " intende esplorare lo spazio semi-escluso dalla realtà, il limbo tra reale e irreale: il teatro dei sogni. Attraverso questo laboratorio di immagini, si sovrappongono le ossessioni, le pulsioni, l’irreale, l’orrore e l’assurdo. La mostra indaga anche il concetto di sessualità e di ossessività, come stato mentale diffuso e spesso difficile da gestire, come le dipendenze da alcol, droga e da noi stessi.”
Al taglio del nastro sono stati tanti gli ospiti e i visitatori, sono intervenuti, accanto ai giovani artisti Giacomo Incannella e Javier Sarmiento, i due artisti che espongono le loro opere, il curatore della mostra Francesco Di Pardo, il sindaco di Genzano, Carlo Zoccolotti, la consigliera di Genzano e di Città Metropolitana di Roma Marta Bevilacqua, e in rappresentanza dei partner dell'iniziativa Flavio Napoleoni, Presidente della Fondazione BCC Colli Albani, Marco Napoleoni, Consigliere di Amministrazione della Volsca Ambiente e Servizi, e Maurizio Capogrossi Presidente della BCC Colli Albani, sempre attento a queste iniziative culturali . All'interno del Palazzo Sforza Cesarini, uno dei più bei e rinomati edifici storici dei Castelli Romani, si potranno visitare anche le altre Mostre e l'interno Palazzo, con personale specializzato come guide, grazie all'Associazione Amici di Palazzo, guidata da Maria Rosaria Cammarano.
La mostra è visitabile fino al 5 Maggio in questi orari e giorni : Venerdì: 17:00 - 22:00- Sabato: 15:00 - 22:00 - Domenica: 10:00 - 13:00 e 15:00 - 19:00 .Per info e prenotazioni: 0693711215 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.comune.genzanodiroma.roma.it
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