Pubblicato: Mercoledì, 07 Agosto 2024 - redazione politica

GROTTAFERRATA (politica) - Nell'ottobre 2019 il predecessore di Di Bernardo fece firmare alla sua maggioranza un documento che #farerete non sottoscrisse definendolo "farneticante". Nei giorni scorsi l'attuale primo cittadino ha posto il voto di fiducia sul Dpi cacciando di fatto "Siamo Grottaferrata". Corsi e ricorsi

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Quanto mandato in scena dal sindaco Mirko Di Bernardo, sempre più padrone del vapore, a metà luglio ci ha riportato alla mente quanto accaduto quasi cinque anni fa. Con ben pochi distinguo.

L'atto d'imperio col quale il sindaco filosofo lo scorso 13 luglio ha azzerato la Giunta (dopo aver posto il voto di fiducia sul dpi) comunque ha prodotto più effetti. In primis ha tentato di camuffare la cacciata dell'assessore ai Lavori pubblici Daniele Rossetti e l'accompagnamento fuori dalla porta di maggioranza del gruppo consiliare di "Siamo Grottaferrata". Allo stesso tempo ha consentito al sindaco di dare corpo alla previstissima staffetta PD che ha salutato l'assessore Giovanni Guerisoli e promosso nell'Esecutivo la passionaria assessora Paola Franzoso.

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Allo stesso tempo, il rimpasto lampo che ha comunque confermato gli assessori Rossotti e Passini, ha portato in Giunta dopo un anno di "rispettoso silenzioso apprendistato" quelli di Ghelfi, con l'ex candidato sindaco Luigi Spalletta. A saperlo prima che a candidarsi sindaco di Grottaferrata si finiva comunque in Giunta, la fila dei papabili sarebbe stata probabilmente più lunga.

Poi, nei giorni successivi per completare il quadro e riportarsi "a casa" gli ex di Rita Consoli, Di Bernardo ha nominato nella sua squadra anche l'architetto Massimo Roncati.

Tutto per tentare di riequilibrare la ormai scontata uscita dalla maggioranza - passo ancora da formalizzare - di Pompili e Trovalusci, che sinora erano stati la componente di destra (Fratelli d'Italia) della larga compagine del sindaco filosofo. Quelli di "Siamo Grottaferrata" hanno pagato a caro prezzo le titubanze espresse in fase di approvazione del Dpi (il documento programmatico di indirizzo, primo passo verso l'adozione del Nuovo Piano regolatore): i due consiglieri avevano richiesto di posticipare il Consiglio per l'approvazione per avere modo di studiare il documento da liquidare in Aula. LEGGI

Un atto d'imperio, quello del voto di fiducia sul Dpi, chiaramente pretestuoso e non certo improvviso né casuale per il quale, come espresso nei giorni scorsi, siamo certi che il sindaco ed il suo gruppo di controllo abbiano valutato a dovere le conseguenze.

Ebbene, quello che però ci torna in mente visto quanto accaduto meno di un mese fa nella maggioranza di Di Bernardo è quanto accadde nell'autunno 2019. Era inizio ottobre quando il predecessore di Di Bernardo, il sindaco architetto, impose alla sua maggioranza di firmare un documento di sostegno incondizionato al sindaco. Un atto di forza che dava al primo cittadino dell'epoca carta sostanzialmente bianca su tutto.

Il sindaco architetto non poteva saperlo, ma quello sarebbe stato l'inizio della fine anticipata della sua sindacatura.

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Deve far riflettere una circostanza: indovinate chi furono gli unici a non firmare quel documento, sancendo di fatto l'allontanamento dalla maggioranza? E già, proprio i due consiglieri comunali Massimo Garavini e Veronica Pavani di #farerete che oggi sono 2 dei 4 componenti del "cerchio magico" del quale si è circondato Di Bernardo.

Di più: all'epoca, l'allora consigliere Garavini (oggi presidente del Consiglio comunale, incarico che nel 2022 fu obtorto collo accettato anche dal più votato dei consiglieri in Aula, Federico Pompili) ebbe a dichiarare con veemenza che "il sindaco vuole farci firmare un documento farneticante".

Corsi e ricorsi della frenetica politica locale, machiavellicamente arrovellata, che ci fanno amaramente sorridere e che, di più, ci portano ancora una volta e con sempre maggiore forza alla mente l'insegnamento dello scrittore inglese George Orwell, che abbiamo più volte citato in questi giorni di canicola.

Gli animali sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri

Esattamente così, caro George, esattamente così. Da un architetto ad un filosofo il passo, poi, come i fatti dimostrano non è così lungo.

Anzi.

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