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VELLETRI (attualità) - Saranno presenti due degli autori, esperti del settore ambientale e del trattamento chimico dei rifiuti Aldo Garofolo e Giuseppe Girardi con la collaborazione sempre attiva del Coordinamento che dice NO Inceneritore, Biogas e Discariche di Albano.
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Il libro, che sarà presentato al Dopolavoro Ferroviario il 28 aprile, si propone di informare e soprattutto stimolare riflessioni e approfondimenti analizzando dal punto di vista tecnico e normativo le ragioni per le quali il progetto dell’inceneritore da 600 mila tonnellate di rifiuti a servizio della Capitale, ma previsto a un passo dai Colli Albani, della zona dei Castelli ( Via Ardeatina km 22-via Cancelliera).
Rappresenta, per gli autori del libro, una soluzione anacronistica, inquinante, dannosa per la salute, costosa per i contribuenti e alternativa alla raccolta differenziata e che, anziché contrastare i cambiamenti climatici, contribuisce ad accentuarne gli effetti perversi. L'appuntamento è alle 18.30 di Domenica prossima in piazza Martiri d'Ungheria 1, nei locali de Dopo Lavoro Ferroviario adiacente alla Stazione di Velletri .
Saranno presenti due degli autori, esperti del settore ambientale e del trattamento chimico dei rifiuti Aldo Garofolo e Giuseppe Girardi con la collaborazione sempre attiva del Coordinamento che dice NO Inceneritore, Biogas e Discariche di Albano.
Il libro si intitola " L' Inceneritore di Roma, una scelta sbagliata " è stato portato a termine da ; Aldo Garofolo, Enrico Del Vescovo, Giuseppe Girardi, Massimo Cerani, Francesca Mazzoli, Paolo Barzilai, Franco Medici.
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Lo scenario internazionale e nazionale fiorisce di ricerche e di metodi volti alla formazione di competenze trasversali, dalla capacità di lavorare in team, alle competenze di proattività e gestione dell’innovazione. Un nuovo filone di ricerca empirica avanza ed è quello dedicato alla competenza di gestione emotiva.
Nasce così "Zietta Liú e l'arcobaleno delle emozioni" per dare voce ai bambini dai 3 ai 7 anni e alle esigenze dei caregivers che necessitano di pratiche didattiche volte alla formazione e gestione della competenza emotiva.
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VELLETRI (eventi) -Per la tutela dei 2 settori produttivi
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Nel pomeriggio di ieri presso la Cantina Sperimentale ex Università Agraria di Velletri, si è svolta una conferenza stampa presieduta da Stefano Giammatteo, presidente dell'ASPAL Lazio, e da Angelo Di Stefano, presidente dell'Associazione Le Partite Iva Italia, entrambi rappresentanti del neonato COAPI, ossia il Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani.
Durante la conferenza, Giammatteo e Di Stefano, hanno portato a conoscenza che il COAPI, è un coordinamento autonomo di agricoltori, allevatori e pescatori, i quali si sono uniti dopo le varie manifestazioni con i trattori in Italia, nei mesi scorsi ,ed è formato da tantissime realtà territoriali, regionali e nazionali. Come il comitato nazionale POPOLO PRODUTTIVO; che hanno deciso di fare un percorso comune, contro questa grave crisi persistente aggravata dalla pandemia, dalle emergenze ed avversità climatiche, dalle fitopatie e malattie incontrollabili, dai danni della fauna selvatica, dagli ulteriori costi di produzione e di gestione, ma soprattutto dalle varie speculazioni che ci sono dal campo alla tavola. Con conseguenti crisi di reddito per agricoltori e braccianti .Proprio la crisi del reddito, è il primo punto che viene evidenziato dal COAPI. In questa prima giornata di mobilitazione, alla quale ne faranno seguito altre novantanove, nella quale ci saranno altre iniziative sui vari territori nazionali, così come ci sono stati nei mesi scorsi e ieri stesso .
I due rappresentanti degli agricoltori pescatori hanno espresso critiche e perplessità anche sul " Piano Mattei ", oltre alla enorme burocrazia che crea ulteriori costi per le aziende, ed hanno fatto sapere che per entrambi, saranno più precisi al riguardo nei prossimi eventi organizzati dal COAPI. Con l' obiettivo comunque, di avviare un tavolo di crisi permanente con il governo e con il parlamento italiano, in merito alla "disastrosa" situazione in cui versa l'agricoltura e la pesca italiana. Per la quale ormai da mesi ci sono manifestazioni, presidi con i trattori e iniziative varie in tutta Italia ed Europa . " Ormai siamo arrivati al capolinea, denunciano i due rappresentanti del neonato COAPI, e quindi le istituzioni devono intervenire con tempestività, prima che sia troppo tardi . Ormai siamo in ginocchio senza più la possibilità di rialzarci da soli , le istituzioni devono venirci incontro e risolvere in maniera veloce le nostre problematiche, divenute ormai irrisolvibili senza l'aiuto degli enti preposti, come diciamo da molti anni " .
Foto Giancarlo Boldacchini
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FRASCATI (attualità) - Una riflessione sul momento diocesano
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di Valentino Marcon
Trovarsi insieme con duecento persone, delegate dalle proprie comunità ecclesiali, parrocchiali ed associative, in un primo ‘vero’ incontro sinodale nella sede di Villa Campitelli, potrebbe destare meraviglia in chi non conosce la storia di questa diocesi.
Invece non è altro che il risultato – anche se non proprio scontato – di una liberazione dai lacciuoli in cui per quindici anni la diocesi era stata relegata con decisioni verticistiche e senza chiari obiettivi, con un metodo del ‘divide et impera’ in cui nessun gruppo o categoria o associazione è mai riuscita ad incontrarsi anche col clero (quello rimasto dopo gli… ‘allontanamenti’!), e religiose/i.
Il vertice curiale e non solo quello, appariva (e appare?) ‘supportato’ certamente da persone disponibili ma pure da qualche personaggio talvolta incompetente ma obbediente acriticamente ed esecutivo e addirittura da qualcuno completamente sconosciuto ai più, dentro una pletora di ‘uffici’ (talvolta solo sulla carta). E’ inutile ora affermare che il malessere era diffuso, perché ci si può anche chiedere quanti in questi anni sono usciti allo scoperto, pagando anche di persona, per aver osato proporre alternative o esprimere critiche costruttive. Rileggendo alcuni articoli del recente passato su questo stesso giornale, ci si accorgerà di quanto affermato sopra. E quanto il popolo di Dio in questi anni è cresciuto? Laicato, ordini religiosi, preti (di quelli che non sono stati allontanati con i più banali pretesti), oggi devono riprendere il cammino tracciato dalle indicazioni conciliari e da Paolo VI e, in questi anni ‘recuperate’ decisamente da papa Francesco con la sua catechesi e l’invito per una ‘chiesa in uscita’.
In qualche articolo precedente avevamo messo in risalto come la stessa celebrazione comunitaria per eccellenza - la Messa o Celebrazione eucaristica – quale fonte e culmine della liturgia del popolo, fosse in molti casi, caratterizzata da una sorta di burocraticismo liturgico con gestualità ben poco o nulla partecipate. Recentemente su questo aspetto, molto comune in Italia, è stato pubblicato un libretto del sociologo Diotallevi, ‘La messa ‘sbiadita’.
E’ un quadro obiettivo di riti cui noi assistiamo ‘normalmente’. Tornando all’Assemblea sinodale (che si ripeterà a breve a Velletri), occorre che i risultati - su cui occorre fare un obiettivo resoconto - non vengano legati ad un trionfalismo di maniera (per intenderci, ‘oh, come siamo stati bene’!) e nemmeno alla autoreferenzialità del ‘guardarci dentro l’orticello’, ma, partendo da una doverosa formazione ecclesiale-teologica, vanno inquadrati sulla strada delimitata da alcune precise sponde: 1) la conoscenza della storia e della realtà diocesana, 2) l’attenzione alla società e alla cultura odierna, soprattutto giovanile (ma senza il solito lamentoso refrain che ‘i giovani non ci sono’ o, ‘non vengono a Messa’!), 3) la comunità cristiana da risintonizzarsi con la società, il mondo del lavoro e dell’emarginazione e la stessa politica alla luce della dottrina sociale della Chiesa (senza integralismi o bigotterie).
Occorre quindi riprendere un cammino. Durante l’ormai dimenticato(?) episcopato di mons. Luigi Liverzani, i periodici incontri comunitari e dialogici fecero crescere una chiesa vivace e ‘conciliare’, ma, addirittura anche durante il non sempre lineare episcopato di mons. Matarrese, ci furono momenti ‘assembleari’ di non poco conto, quali l’incontro del 1991 per il Centenario della Rerum Novarum o i quattro incontri in cattedrale per il 40° del Concilio, con teologi, esperti e testimoni (da p. Sorge al card. Silvestrini, ecc., comprese teologhe donne). La media di partecipazione fu sempre sulle 150 persone. Ora, dopo l’incontro del 19 aprile, occorre portare avanti questo cammino con decisione, costanza e reciproco ascolto, ma anche far sì che si mettano al più presto in atto cambiamenti chiari ed efficaci, a partire pure dagli organismi diocesani e di curia, mediante competenze e disponibilità di servizio, a cominciare da una vera, obbiettiva e costante comunicazione ed informazione (è sotto gli occhi di tutti , ad esempio, come il sito ufficiale della diocesi di Frascati sia bloccato da almeno 7 mesi)!
Le premesse per un cambiamento ci sono. E’ necessario adesso che il cammino avviato non sia fermato o rallentato per cause banali o per… nostalgie ‘catechetiche’ sedentarie.
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