FREGENE (attualità) - Il sondaggio è aperto fino a giovedì 18 agosto alle 20.

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Per votare qual è il vostro locale sulla spiaggia preferito dove guardare il tramonto sul mare e gustare un buon aperitivo c’è tempo fino a domani 18 agosto alle ore 20.00.

 

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Nella classifica parziale il Singita Miracle Beach di Fregene è in testa alla classifica, seguito da La Rambla di Maccarese. A parimerito La Playa del Mar di Torvajanica e Amare Holi Beach.

 

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    CASTELLI ROMANI (attualità) - Il bilancio di una stagione molto difficile
     
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    Gli incendi estivi quest'anno hanno toccato picchi altissimi. La Regione Lazio, tramite il Comitato Tecnico Consultivo della Protezione Civile, ha diramato alcuni numeri :  2.587 gli interventi sugli incendi boschivi da parte dei volontari. Il ringraziamento per l’impegno e gli auguri di buon riposo a chi si trova in vacanza in questi giorni post Ferragosto arriva dalla direzione regionale Lazio. Come sopra scritto sono stati 2.587 (finora ) gli interventi svolti dal volontariato di Protezione Civile nella lotta agli incendi boschivi di altri tipi di vegetazione e di interfaccia urbano-rurale. Questi i numeri in questa fase di Campagna (AIB- antincendio boschivo) estiva 2022 con i dati raccolti fino al giorno 11 agosto dall’ Agenzia Regionale di Protezione Civile della Regione Lazio attraverso la "SOUP"  la Sala Operativa Regionale.
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    Un impegno costante del volontariato di Protezione Civile della Regione Lazio ( in prima fila anche i volontari dei Castelli Romani e Litorale ) che per fronteggiare gli incendi boschivi ha messo in campo circa 9.000 squadre sui territori di tutte le province, con particolare attenzione ai fenomeni su Roma Capitale e provincia. Come ad esempio vedi  i devastanti incendi su : Monte Tuscolo, Monte Silvestro, Colle delle Tartarughe, Pratoni del Vivaro, Monte Faete,  tra Grottaferrata, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Rocca Priora, Rocca di Papa, Colonna e altri comuni.
     
    L’enorme lavoro dei volontari si evince anche dal fatto che gli interventi sul fronte del fuoco a seguito di uno sviluppo numerico risultano essere per un totale di circa 24.000 giornate/volontario. Volontari di associazioni e gruppi comunali, di diversi Coordinamenti regionali sono stati attivati con mezzi speciali AIB quali autobotti e pickup.
     
    Dai dati dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile risulta anche un forte impegno della flotta area regionale con i sette elicotteri dislocati sul territorio del Lazio, che in questa prima delicata fase di Campagna AIB sono stati impiegati per 1.323 ore in attività di spegnimento effettuando 15.255 lanci di acqua a tutela di boschi e zone di incendi di interfaccia.
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    Il CTC Comitato Tecnico Consultivo del Volontariato di Protezione Civile della Regione Lazio ha promosso in sinergia con l’Agenzia Regionale di Protezione Civile tutte le misure di contrasto al fenomeno degli incendi boschivi, mettendo in atto una programmazione di supporto in Sala Operativa Regionale dove ogni giorno squadre di volontari sono presenti sia per il servizio Front Desk per le chiamate di emergenza che per la Sala Radio per il collegamento operativo con le squadre impegnate ove richiesto. Tra l'altro ricordiamo che stanno iniziando nei prossimi giorni i due importanti presidi regionali antincendio ad Itri e al Parco naturale di San Felice del Circeo dove ogni giorno i volontari AIB si alterneranno nel monitoraggio dei territori.
     
    Il Comitato CTC ringrazia il Direttore dell’Agenzia Regionale Carmelo Tulumello, il Responsabile della Sala Operativa Carlo Costantini,  i Funzionari e tutti gli operatori della Sala Operativa Regionale per la grande sinergia di intenti, ringrazia i Coordinamenti Regionali e tutti i volontari di Protezione Civile per il grande e prezioso lavoro di questi mesi.

     

 

 

ACCADDE OGGI – Il 17 agosto del 1916 muore in un incidente al fronte il pittore che spronò l’arte italiana

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Per spiegare l’ansia di modernità che circolava all’inizio del Novecento è corretto visitare la figura di un artista inquieto, insoddisfatto e rivoluzionario che seppe trasformare la materia in un pensiero che correva fuori da ogni identità statica e da ogni linea che voleva essere semplice, lineare o definita.

Umberto Boccioni, sin da giovane, tese tutto il suo corpo e la sua mente verso il desiderio di ricerca, di soluzioni nuove che lo soddisfacessero. Una vita piena di studi, di frequentazioni, di solitudini, di amore per le donne, di scoperte.

 

Nella precarietà, si condensava la sua vitalità, la sua espressione massima. Cercava la luce, viveva l’età industriale, la compenetrazione delle forme, il movimento, la poetica degli stati d’animo nella città contemporanea come nella stazione ferroviaria, ad esempio, dove le persone vanno, arrivano, si salutano. Fu pittore e scultore capace di muoversi nella 'continuità dello spazio' e maestro del movimento, del dinamismo, della velocità con colori esplosivi, forti, vistosi. Infine l’amore per lo studio del cavallo, animale dal tema classico, ma su cui concentrò alcune delle sue teorie e che fu artefice, purtroppo, anche della sua prematura morte, nel paradosso.

 

"Ha un’anima avventurosa e inquieta di lottatore, attratto di volta in volta dall’azione violenta e dal sogno", scrisse di lui Filippo Tommaso Marinetti, l’inventore del 'Manifesto del Futurismo', movimento che cambiò strada squassando l’arte europea, assieme al Cubismo, a pochi metri dallo scoppio della prima guerra di dimensioni mondiali. Si incontrarono nel 1910, Boccioni e Marinetti, e finalmente i tormenti interiori di entrambi, ricercatori di vie mai percorse, trovarono una risposta.

Fu proprio Boccioni, con Carrà e Russolo, a scrivere il 'Manifesto della pittura futurista', espressione di un’arte lanciata a "magnificare la vita odierna, incessantemente e tumultuosamente trasformata dalla scienza vittoriosa". Il superamento del passato, finalmente. Una svolta già architettata dal 1907, da quando cioè Umberto si era spostato a Milano, l’unica città moderna d'Italia, quella in cui si preparava una nuova metropolitana e una nuova stazione. Il sogno dell'artista, nato a Reggio Calabria, era “dipingere il nuovo, il frutto del nostro tempo industriale". "Tutto il passato meravigliosamente grande mi opprime - scriverà - io voglio del nuovo”. Dalla sua casa dei bastioni Porta Romana poteva vedere le ciminiere, i tralicci, le industrie, le case in costruzione, i fermenti di una metropoli che si espandeva e si apriva.

 

Boccioni si avvolgeva nella solitudine. A Sibilla Aleramo  scrisse: "Io non posso amare nessuna donna, non voglio saperne. Mi ripugna il pensare di essere legato a omaggi artistici qualcuno. Vivo bene solo!". Ma non era un misogino, anzi. "Credo che le donne –  disse - abbiano il senso della loro personalità molto più forte degli uomini. La donna sogna sempre qualche cosa. E questo credo sia la ragione per la quale noi uomini gridiamo che della donna non comprendiamo nulla".

Leggi:  Sibilla Aleramo: letteratura, sentimenti ed esistenza della prima scrittrice femminista del Novecento

Boccioni era un uomo di dimensione europea. Dalla Francia alla Russia non si fece scrupolo di partire, capire. In lui si stratificarono le lezioni di Giacomo Balla, ma anche di Edvard Munch. Fu pervaso dai lasciti della cultura divisionista, simbolista, cubista.

 

La svolta stilistica avvenne con la "La città che sale", opera realizzata nel 1910. In breve divenne il maggior artista italiano del periodo. Partecipò a numerose manifestazioni in Italia e in Europa. Pubblicò due testi fondamentali per comprendere la sua visione artistica: "Pittura Scultura Futuriste" e "Dinamismo plastico". Dal 1911 si dedicò alla scultura, con esiti sbalorditivi. Autore del Manifesto tecnico della scultura futurista, in "Forme uniche nella continuità dello spazio" (1913) portò a compimento una delle creazioni più famose in assoluto del Novecento, indagando la deformazione plastica di un corpo umano in movimento fino a raggiungere una dimensione aerodinamica in cui il corpo stesso, stilizzato, quasi impossibile da percepire all’apparenza, è in realtà una grande sensazione di potenza. Lì si delineò l’uomo futuro, sintesi della macchina, della tecnologia, del dinamismo e della velocità.

Arrivano gli anni dell''inutile strage' (Papa Benedetto XV) e del fronte. In Europa ci si butta drammaticamente nella battaglia. I futuristi, coerentemente con il proprio credo, si gettarono nella contesa. In molti finirono nel Battaglione ciclisti.

Sono anni di logoramento. Si arruolano tutti. Marinetti, a cui viene diagnosticata un’ernia, si fa operare in fretta per andare al fronte. Ci sono anche Ugo Piatti, Antonio Sant’Elia, Carlo Erba, Mario Sironi, Achille Funi, Luigi Russolo, Luciano Folgore, Balla e Depero negli alpini. Molti non tornarono. Il plotone dei futuristi contò alla fine 12 morti e 41 feriti. I colpi di una mitragliatrice uccisero Antonio Sant’Elia, sepolto nel cimitero di Monfalcone che egli stesso aveva progettato. Carlo Erba perse la vita sul monte Ortigara.

La mattina del 24 luglio 1916 Umberto Boccioni, con la sua divisa grigioverde, deve raggiungere Chievo, poco fuori città di Verona. Là è di stanza il 29° Reggimento d'Artiglieria da Campagna, al quale è stato assegnato. Il 16 agosto scrive una cartolina a Margherita Sarfatti, quindi esce con la sua cavalla 'Vermiglia'. Non è ancora pratico della sella, ma procede con cautela fino a un punto in cui la strada che percorre incrocia una ferrovia. Un autocarro, all'improvviso, spaventa l’equino, che s'impenna e disarciona Boccioni. Cadendo, batte la testa a terra e con un piede rimane impigliato in una staffa. Il cavallo continua poi a trottare lento, trascinando il suo cavaliere per qualche metro, privo di sensi. Soccorso dai contadini del posto, Boccioni viene trasportato con un'automobile, all'Ospedale Militare di Verona. Malgrado le cure, muore alle prime luci dell’alba del 17 agosto 1916.

L’Italia perse così uno dei suoi più grandi artisti. Non si dimenticò però del suo genio, oggi visibile nei più importanti musei del mondo. La sua celebre scultura "Forme uniche della continuità nello spazio" è raffigurata sul retro delle monete da 20 centesimi di euro coniate in Italia. 

 

lungomare cerveteri6 ilmamilioMARINA DI CERVETERI (attualità) - Dopo i lavori dello scorso anno, diversi nuovi interventi daranno ulteriore rinnovamento all'intera area

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E' stata - parzialmente - colpa proprio dei lavori per la riqualificazione del lungomare se quest'anno l'estate a Marina di Cerveteri non è stata effervescente come quella del 2021.

L'incertezza sui tempi di avvio dei lavori della "fase 2" previsti per completare quanto già realizzato l'anno scorso, ha costretto le Amministrazioni comunali che si sono succedute con l'intermezzo delle elezioni di giugno a "volare basso". Ma insomma, a Cerveteri assicurano che il risultato sarà straordinario.

Ecco dunque che è pronto a scattare il secondo step di una "rivoluzione" che prevede corpose novità.

COSA SI REALIZZERA' - L'ultima fase prevede in primis l'eliminazione dei parcheggi tra strada (il viale dei Navigatori etruschi) e spiaggia. In queste aree dovrebbero arrivare strutture attrezzate ma anche due "piazzette", realizzate in continuità con la passeggiata del lungomare e dotate di panchine e fontanelle. Insomma, si potrà passeggiare ancora meglio.

L'intervento complessivo, da realizzarsi in vari lotti, prevede un investimento - chiaramente già finanziato - da complessivi 5,3 milioni di euro. Considerando che al momento ne sono stati impiegati 1,3 (non compresi nei 5,3 appena citati) è evidente che la trasformazione finale del lungomare sarà ancora più netta.

Riqualificazione in arrivo anche per piazza Prima Rosa, "cuore" degradato del "sea-front" cerveterano: l'intervento prevede un restyling con medesime modalità di quanto già fatto sul lungomare, con ripavimentazione, arredo ed illuminazione dello stesso tipo.centroEstivo freeTime ilmamilio

Capitolo parcheggi. Le due grandi aree oggi a disposizione verranno ulteriormente curate. Arriveranno pavimentazione ed alberature, ma anche spazi attrezzati per ginnastica ed altro. A Marina di Cerveteri dunque si parcheggerà solo in quelle aree.

Sul fosso Zambra arriverà il ponte, che consentirà di unire le spiagge al di qua ed al di là del piccolo corso di acqua. Questo permetterà anche finalmente di completare l'attesa pista ciclo-pedonale e di dare al lungomare il suo assetto definitivo.

Incerti i tempi: le procedure di gara sono in fase di assegnazione ma è comunque ragionevole ritenere che per l'estate 2023 una parte importante di quanto descritto possa già aver visto la luce.

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