ROMA (attualità) - Eseguiti diversi blitz nella Capitale, dal centro storico alle periferie

ilmamilio.it - nota stampa del Comando dei Carabinieri

Prosegue senza sosta l’attività antidroga da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, che ha consentito, negli ultimi giorni, di eseguire diversi blitz nella Capitale, dal centro storico alle periferie, che hanno portato all’arresto di 6 persone e alla denuncia di altre 3 per reati inerenti agli stupefacenti.

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A seguito di un controllo presso un garage in via del Forte Braschi, i Carabinieri della Stazione Roma Montespaccato hanno arrestato un 52enne di Napoli trovato in possesso di 15 involucri contenenti cocaina nascosti all’interno del suo triciclo, utilizzato per il suo lavoro di fioraio. I Carabinieri hanno poi deciso di perquisire anche la bancarella di fiori in piazza Pio XI, dove l’uomo lavora, rinvenendo ulteriori 5 dosi della stessa sostanza stupefacente e 300 euro in contanti. Nel corso delle verifiche nel garage, i Carabinieri hanno anche denunciato a piede libero un 57enne romano per porto abusivo di armi poiché hanno rinvenuto all’interno del bagno una pistola semiautomatica modelloGlock-17 calibro 9x21, due caricatori e 37 proiettili marca Winchester calibro 9x21, regolarmente detenuta dal 57enne presso la precedente residenza e per la quale ha omesso la comunicazione del cambio luogo di detenzione. L’arma e le munizioni sono state sottoposte a sequestro penale.

I Carabinieri della Stazione Roma Casalbertone hanno arrestato un 19enne romano, già sottoposto alla messa alla prova, e denunciato un 15enne romano notati vicini ad uno scooter parcheggiato in via Feronia. Al passaggio della pattuglia, i giovani hanno tentato di disfarsi di un involucro e di darsi alla fuga ma sono stati inseguiti per un breve tratto, fermati e sottoposti ad un controllo. I Carabinieri hanno recuperato l’involucro contenente alcune dosi di cocaina e 3.200 euro in banconote da 50 e 100 euro. I militari hanno eseguito accertamenti sullo scooter che è risultato rubato lo scorso mese di settembre e nel cui vano sotto-sella è stato rinvenuto un sacchetto con ulteriori 12 g di cocaina. I due dovranno anche rispondere del reato di ricettazione.

In via Giovanni Giolitti angolo via Manin, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Piazza Dante hanno arrestato una 23enne originaria della provincia di Napoli e un 20enne del Marocco, entrambi senza fissa dimora e già noti alle forze dell’ordine, sorpresi a cedere dosi di hashish ad un cittadino tedesco, identificato e segnalato alla Prefettura, quale assuntore. I due sono stati trovati in possesso di ulteriori 18 g della stessa droga e 40 euro in contanti, provento dello spaccio.

Due persone sono finite in manette a Tor Bella Monaca. Un 20enne romano è stato arrestato dopo essere stato fermato e controllato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Frascati mentre si trovava fermo a bordo della sua autovettura in via Basicò. Il giovane è parso fin da subito nervoso e per questo motivo i militari hanno deciso di approfondire gli accertamenti eseguendo una perquisizione veicolare. I Carabinieri hanno così rinvenuto 7 involucri di hashish per un peso complessivo di 434 g, 5 involucri di marijuana per un peso complessivo di 120 g e 3.105 euro in contanti, all’interno del cruscotto.

In via dell’Archeologia, invece, i Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca hanno arrestato un 35enne della provincia di Siracusa sorpreso a cedere dosi di cocaina ad un giovane. L’uomo è stato bloccato e trovato in possesso di 14 dosi di cocaina e 120 euro in contanti, ritenuti provento di attività illecita.

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Potrebbe essere un'immagine raffigurante 6 persone e persone in piediCASTELLI ROMANI (attualità) - Dopo la visita al cimitero americano di Nettuno, sarà ospite delle amministrazioni di tre comuni castellani

ilmamilio.it

Il popolare giudice americano Frank Caprio è in Italia, in una lunga visita organizzata dalla diplomatica italiana che abita ad Albano: Michelina Sanquest.  Frank Caprio è Giudice Capo Municipale di Providence, Rhode Island, Stati Uniti d’America. Il suo programma televisivo “Caught in Providence” che da 20 anni viene trasmesso a livello internazionale, ha superato i 2 miliardi di visualizzazioni su YouTube e ha ricevuto una nomination agli Emmy Grammy Awards. 

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La sua visita in Italia è iniziata al cimitero americano di Nettuno e il Museo annesso. Il giudice Caprio è stato accolto a Nettuno dalla responsabile dei servizi sociali, dott. Margherita Camarda,  e da uno dei subcommissari.  Alle 16 il giudice sarà ad Ariccia, ricevuto dal sindaco e dalla Giunta, visitando poi Palazzo Chigi. Poi tappa ad Albano Laziale, presso il Comune, per un incontro con il sindaco e gli amministratori. Questa mattina, poco prima del pranzo che terrà con i Lions a Velletri, il giudice visiterà il Comune di Velletri, ospite del sindaco Orlando Pocci e la sua Giunta.

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cavalcavia tuscolana frascati8 ilmamilioFRASCATI (attualità) - Dopo lunghi 7 anni da oggi la cantierizzazione dell'attività di ripristino

ilmamilio.it - nota Facebook

La Città Metropolitana ha comunicato che a partire da oggi inizieranno i lavori di ripristino del ponte della Tuscolana, lesionato nel luglio 2015.
"Da quando ci siamo insediati - afferma il consigliere delegato alla viabilità Sergio Carlini - abbiamo aperto subito un dialogo serrato con la Città Metropolitana, segnalando gli interventi più urgenti: il ponte della Tuscolana era ovviamente tra questi, ma nel breve partiranno anche altri lavori di asfaltatura di strade provinciali. Voglio ringraziare la consigliera metropolitana delegata alla viabilità Manuela Chioccia e la presidente della commissione viabilità Federica Lavalle con le quali abbiamo lavorato e stiamo lavorando per portare a termine i tanti interventi che riguardano la nostra città".
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vivace campo grottaferrata banner ilmamilio"L'intervento sul ponte della Tuscolana è una risposta che i cittadini aspettavano da tanti, troppi, anni. Il dialogo serrato e la costruttiva collaborazione tra Enti è stata sicuramente la spinta finale per arrivare a definizione dei lavori. Lavori che dureranno un paio di mesi e che, purtroppo, comporteranno qualche disagio alla viabilità, ma che finalmente ripristineranno la sicurezza del cavalcavia e consentiranno la completa fruibilità della Tuscolana".
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Di seguito le date inerenti alle fasi dei lavori come da cronoprogramma dei tempi:
➡️ FASE 1 (Dal 24 al 27 ottobre) – CANTIERIZZAZIONE, DEVIAZIONE DEL TRAFFICO
In orario notturno si procederà alla rimozione del guardrail spartitraffico sulla SP Tuscolana, al montaggio delle barriere new jersey sulla carreggiata direzione Frascati, all’esecuzione della segnaletica orizzontale e verticale per la deviazione del transito a doppio senso sulla predetta carreggiata direzione Frascati (by pass).
In questa fase verrà emessa apposita ordinanza della CMRC che prevederà, durate la notte, l’interruzione temporanea al transito sulla SP Tuscolana dalle ore 22:00 alle ore 06:00 sulla carreggiata direzione Roma e dalle ore 02:00 alle ore 5:00 anche sulla carreggiata direzione Frascati (chiusura totale al transito) al fine di permettere l’esecuzione della segnaletica orizzontale.
Al termine delle operazioni il transito sarà riaperto con deviazione, ambo i sensi di marcia, sulla carreggiata direzione Frascati.
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➡️ FASE 2 (Dal 7 al 9 novembre) – DEMOLIZIONE IMPALCATO
Si procederà alla demolizione dell’impalcato, al carico e trasporto a discarica dei materiali di risulta.
Verrà disposta la chiusura temporanea al transito veicolare e pedonale della Via Tuscolana vecchia.
➡️ FASE 3 (Dal 10 novembre al 18 dicembre) – COSTRUZIONE IMPALCATO
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➡️ FASE 4 (Dal 19 dicembre al 21 dicembre) – SMONTAGGIO CANTIERE RIAPERTURA AL TRANSITO
Durante l’esecuzione dei lavori sarà necessario sopprimere la fermata del trasporto pubblico Cotral posta sulla carreggiata direzione Roma subito dopo il cavalcavia. La percorrenza dei mezzi di trasporto pubblico e degli altri veicoli diretti a Roma sarà assicurata attraverso la deviazione del transito sulla carreggiata direzione Frascati dove avverrà a doppio senso di marcia.

ACCADDE OGGI – Il drammatico ritiro di profughi e dei soldati, le storture, gli orrori, ma anche la nascita di un popolo

ilmamilio.it 

24 ottobre - 12 novembre 1917: dodicesima battaglia dell'Isonzo. La Caporetto che tutti noi conosciamo come simbolo della ‘disfatta’ della ‘Grande Guerra’ si chiama Kobarid ed è in Slovenia. Questo era il suo nome, anche più di un secolo fa. Era una comunità che faceva parte dell’impero austro-ungarico da almeno quattro secoli con una minoranza di italiani (un’ottantina appena nel 1921, quando era appena entrata a far parte del Regno d'Italia). Per tutti la zona è storicamente riconosciuta come sinonimo di sconfitta, ma anche la distorsione di una battaglia che oggi giunge a noi senza più gli aloni della retorica e in tutta la sua crudeltà, i suoi drammi e le sue conseguenze. 

Caporetto non fu solo un clamoroso disastro, ma anche una vergogna, corredata da notizie infondate che solo nel corso degli anni hanno preso il giusto posto nella narrazione di un episodio mai rimosso.

La verità è che fu soprattutto una vittoria dell’esercito tedesco e austro-ungarico con la tecnica delle veloci e piccole unità mobili, capaci di penetrare nel terreno del nemico per distruggere comunicazioni, minare strade e fare attentati. Erwin Rommel portò a compimento un’avanzata che in poco più di 48 ore catturò 150 ufficiali e oltre 9mila soldati. Un blitz in cui si sperimentarono anche mezzi di attacco del tutto nuovi e catastrofici come i lanciagas che liberavano una miscela che fu la causa dello sterminio dell'87° Reggimento della Brigata Friuli. Il fronte fu riorganizzato sul Piave, centosessanta chilometri più ad ovest. 

 

Poi fu il tempo della ritirata, delle violenza sulle donne, l'esodo delle popolazioni, i prigionieri italiani lasciati a morire nei lager dell'impero, il rientro in patria dei superstiti e il senso di vergogna provato da quest'ultimi, persino offesi, e fu anche il tempo del recupero delle salme.  In ‘San Martino del Carso’. Giuseppe Ungaretti, esprimeva il senso di questo lutto e di questa trageda, nel modo più intimo e generale:

Di queste case/ non è rimasto/ che qualche/ brandello di muro./ Di tanti/ che  mi corrispondevano/ non è rimasto/ neppure tanto./ E’ il mio cuoreil paese più straziato.

“I soldati hanno mollato”. Il Generale Cadorna telegrafò al ministro della Guerra collocando la responsabilità della sconfitta a “dieci reggimenti arresisi senza combattere”. Una menzogna, architettata da quei militari di carriera che trattavano gli uomini come bestie da mandare al macello per cento metri di conquista. Davanti ai tribunali militari giunsero 323.527 imputati. 4.028 andarono verso la pena capitale. La ‘Grande Guerra’ fu anche questo.

Caporetto costò 40mila tra morti e feriti tra gli italiani, oltre 50mila tra gli austriaci. Ben un milione i profughi civili. Non tralasciando le condizioni inumane, terribili, complicatissime, che fecero di quella generazione un esempio di resistenza e di amicizia, di dolore e di sacrificio, tenerezza e sofferenza. Senza possibilità di un riparo, con il fango a mezza gamba, distrutti dalla fatica, dispersi, camminando lungo strade piene di cadaveri, di armi abbandonate, a migliaia si ritirarono. Se eroismo diffuso ci fu, servì anche per salvarsi la pelle. E non è poco. Tra questi, tanti bambini rimasti senza il papà o la mamma o entrambi i genitori. A decine finirono nelle case per l’infanzia abbandonata.

L’esodo durò per settimane, mesi. Non fu solo un tormento per le persone, ma anche per le istituzioni, le prefetture, gli ospedali, le carceri, i manicomi, le industrie.

Uomini e donne trovarono ospitalità nelle grandi città, da Milano a Firenze, da Roma a Bologna, ma anche nei piccoli centri. L’Italia rispose con generosità e spirito di solidarietà. Ovunque vennero organizzate manifestazioni di accoglienza. Liberali, socialisti, repubblicani, cattolici, monarchici e sindacalisti si mobilitarono e organizzarono sottoscrizioni anche all'estero. Tuttavia, con il passare dei mesi, il rapporto tra alcune popolazioni ospitanti e i profughi si lacerò gradualmente, anche se mai definitivamente. La carenza di servizi igienici fu una delle cause del diffondersi della dissenteria e di malattie cutanee, fino alla ‘spagnola’ che provocò 600mila morti. Alcuni sfollati furono accusati di essere la causa della disoccupazione o del razionamento alimentare. Ci furono persino incidenti di piazza. A Modena, affermano alcune cronache, furono esposti cartelli con scritto: “Non sono graditi gli sfollati”. Questo, ovviamente, a fronte dei tanti casi eccezionali di concordia e collaborazione in tantissime città, dove anzi si consolidò un certo spirito comunitario.

Poi arrivò la svolta, con la scelta del generale Armando Diaz, il quale ridestò gli animi, riportò vigore all’esercito, riorganizzò la propaganda e la difesa, senza stragi o avanzate inutili. Dopo la terribile sconfitta si comprese che si doveva contenere il nemico. Gli austro-ungarici fallirono l’assalto decisivo sul Piave nel giugno 1918, mentre i tedeschi si persero e caddero sul fronte occidentale. Di qui la decisione di preparare l’offensiva. Dal Monte Grappa, ad un anno esatto da Caporetto, fino alla “battaglia di Vittorio Veneto”.

L’armistizio del 3 novembre a Villa Giusti sancì la vittoria. Un incredibile risultato, portando il pensiero a quel sanguinoso e mortificante 1917.

Arrivò anche per gli italiani il tempo del riscatto. Coloro che non si conoscevano, che parlavano centinaia di dialetti tra i fucili e le bombe, proprio dentro a quella trincea in cui sembrava essersi perduto il nostro sentimento nazionale, diventarono un popolo. Unito, come mai era accaduto prima nella storia.

 

 

 

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