ROMA (attualità) - È una ventenne romana del quartiere Torre Angela ad indossare la prima fascia regionale che consente l’accesso alle prefinali dell’83° concorso Miss Italia.

 

ilmamilio.it 

Sono ufficialmente partite ieri sera da Lenola (LT) le finali laziali dell’83° concorso nazionale Miss Italia, tornato nella cittadina pontina dopo ben 17 anni. Tantissima gente ha affollato la zona turistica “Il Colle” dove era montato il grande palco teatro della magnifica serata, patrocinata dal Comune di Lenola nella persona del Sindaco Fernando Magnafico, in collaborazione con la pro loco.

centroEstivo freeTime ilmamilio

In palio la prima fascia regionale, valida come passaporto per le prefinali nazionali di metà settembre.

Ad aggiudicarsi la fascia di MISS MILUNA LAZIO 2022 è MELANIA CIANO, 20 anni, romana del quartiere di Torre Angela, mora, occhi marroni, alta 177 cm, tipica bellezza mediterranea.

Melania frequenta il secondo anno della facoltà di giurisprudenza alla Sapienza di Roma, pratica fitness e nel tempo libero ama suonare il pianoforte come autodidatta, viaggiare e studiare le lingue. Nel suo futuro si vede avvocato penalista ma suo sogno è quello di lavorare in tv.

È tifosa della Lazio ed è fidanzata con Niccolò, modello, al primo anno di economia. La mamma Giuseppina fa la casalinga, il papà Michele è purtroppo scomparso 11 anni fa.

Legge gialli giudiziari e libri di psicologia, il suo autore preferito è Massimo Recalcati.

A consegnarle fascia e corona Zeudi Di Palma, Miss Italia 2021 e madrina della serata, il sindaco di Lenola Fernando Magnafico e il presidente della Pro Loco Tonino Fasolo.

Al secondo posto CAROLINA STIGLIANO, 18enne romana del Portuense, capelli castano scuro, occhi marroni, alta 177 cm, frequento il liceo delle scienze umane. Ha praticato per tanti anni la pallavolo e ama andare in palestra e leggere. Sogna di diventare una modella professionista, laurearsi e viaggiare per il mondo.

Al terzo posto GAIA LANCIELLO, 19enne di Casalpalocco, capelli castano scuro, occhi verdi, alta 172 cm. Si è diplomata quest’anno al liceo linguistico, proseguirà con gli studi universitari. Pratica da tanti anni la pallavolo, ama girare per mostre e musei, l’arte è un mondo che l’appassiona. Il suo sogno è quello di realizzarsi nel mondo della moda.

Al quarto posto SWAMI CIUCCI, 20enne romana del Tiburtino, capelli castano scuro, occhi marroni, alta 179 cm. Diplomata all’istituto di economia informatica, non frequenta l’università e pratica fitness. I suoi hobby sono la fotografia e la musica. Il suo sogno è quello di affermarsi come modella professionista.

Per quanto riguarda invece la selezione provinciale ISABELLA GAUDIANO GÒMEZ ha vinto la fascia di MISS LENOLA 2022. 20enne di Fondi (LT), castana, occhi celesti, alta 175 cm. Papà italiano e mamma colombiana, Diplomata al liceo linguistico studia Fashion Design. Pratica la danza, ama ballare, cucinare, ma soprattutto cucire. Il suo sogno è quello di affermarsi nel campo della moda e diventare una “business woman”.

Insieme a lei si sono qualificate per le prossime finali regionali LORENA LUCA, AURORA BUONCRISTIANI, MELISSA PICA, ISABELLA LA PENNA e MIRIAM TOCCA.

Ha presentato la serata la brava e bella Margherita Praticò, organizzatrice del concorso per il Lazio, coadiuvata da Martina Sambucini, Miss Italia 2020. 34 le ragazze in gara che hanno sfilato e ballato sui successi dell’estate, in abito elegante, moda mare e tradizionale body da gara, dirette dal regista Mario Gori.

In giuria principalmente “addetti ai lavori”, come Daniela Mariotti (make up artist di tante dive dello spettacolo), Lello Sebastiani (lookmaker), Luca Mastrangelo (produttore cinematografico), Tommaso Capezzone (personal trainer), l’attrice lenolese Noemi Guglietta (finalista nazionale a Miss Italia 2011), Chiara Destro (Miss Eleganza Lazio 2021) ed Eleonora Mascaro (Miss Sport Lazio 2021).

Un ringraziamento particolare va al Presidente del Consiglio Comunale con delega al Turismo Angelo Guglietta, che molto si è speso per portare le finali regionali a Lenola.

colline centroEstivo22 ilmamilio

LE PROSSIME FINALI REGIONALI

Domenica 21 agosto (ore 21.30) alla Marina di Civitavecchia, nell’ambito della kermesse “Civitavecchia Summer Festival” si assegnerà la fascia di Miss Riviera Tirrenica 2022.

Terzo e ultimo appuntamento di agosto, giovedì 24 alle ore 18.30 agli altipiani di Arcinazzo, presso la Villa di Traiano, in palio l’importante titolo di Miss Eleganza Lazio 2022.

A settembre si parte lunedì 5 alle ore 21.30 da Borgo Ripa (lungotevere Ripa 3, Roma) con l’assegnazione dei titoli di Miss Cinema Roma 2022 e Miss Eleganza Roma 2022.

Mercoledì 7 settembre, alle ore 21.30 presso lo Stadio di Domiziano (patrimonio UNESCO) l’attesissimo appuntamento con MISS ROMA 2022Patrocinato dal Comune di Roma.

Il giorno seguente, giovedì 8 settembre (ore 21.30), nuova tappa presso “Sublime – La villa”, con l’assegnazione della fascia Miss Kissimo Biancaluna Lazio 2022.

Epilogo finale giovedì 15 settembre (ore 21.30) a Civitavecchia, presso Porta Livorno, con il conferimento del titolo regionale più importante, quello di MISS LAZIO 2022.

Completeranno il calendario altre date in via di definizione con l’assegnazione di altrettanti titoli regionali.

 

Insomma, per le concorrenti laziali ci sono tante opportunità per raggiungere le prefinali nazionali e, perché no, la finalissima.

 

FRASCATI (calcio) - I dati parziali dopo due giorni di sondaggio: si può votare fino al 19 agosto

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

Di che squadra sei?

Lo abbiamo nei giorni scorsi chiesto ai lettori de ilmamilio.it ma soprattutto lo abbiamo chiesto ai tifosi dei Castelli romani che hanno risposto con spirito al nostro sondaggio, lanciato sul gruppo Facebook "ilmamilio.it".

 ***

---> VOTA QUI! <---

***centroEstivo freeTime ilmamilio

A due giorni dall'inizio del sondaggio - che come dichiarato si chiuderà alle ore 14 del 19 agosto - è già il momento di tracciare un primissimo bilancio di come i tifosi dei Castelli romani stanno votando. E di quali sono le squadre più tifate del nostro bellissimo territorio.

Diciamo intanto che sono 10 in tutto (per ora) le squadre che hanno ricevuto almeno 1 voto: e diciamo anche che sinora sono stati circa 750 i voti arrivati. Ma insomma c'è ancora tempo e tutto può ancora accadere.

--->>> VEDI I RISULTATI PARZIALI --->>>>

***

---> VOTA QUI! <---

***

colline centroEstivo22 ilmamilio

FRASCATI (calcio) - I dati parziali dopo due giorni di sondaggio: si può votare fino al 19 agosto

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

Eccoli dunque i dati parziali del sondaggio "Di che squadra sei?" promosso su Facebook da ilmamilio.it.

---> VOTA QUI! <---

Dopo i primi due giorni di votazioni ecco la classifica parziale:

1. AS Roma - 353 voti (47%);

2. SS Lazio - 296 voti (39%);

3. Juventus - 41 voti (5%);

4. Inter - 29 voti (3%);

5. Milan e Napoli - 8 voti;

7. Fiorentina e Genoa - 2 voti;

9. Torino e Sampdoria - 1 voto.

centroEstivo freeTime ilmamilio

Come evidente le distanze sono ancora contenute ed anche in vetta tutto è ancora possibile. Tirata più di quanto potesse essere prevedibile, tutto sommato, anche la corsa per il terzo posto del podio di squadra più tifata dei Castelli romani.

---> VOTA QUI! <---

colline centroEstivo22 ilmamilio

Nasce l’11 agosto del 1892 il sindacalista che fu bracciante e antifascista e si oppose all’invasione dei carri di Mosca in Ungheria

ilmamilio.it 

Giuseppe Di Vittorio si portò dietro, per tutta la vita, le sue radici profonde. Quelle che non gelano mai, per dirla con Tolkien. Non dimenticò mai da dove era venuto. Rimase se stesso, rivendicando i diritti dei braccianti, attraversando due guerre mondiali, da confinato e da esiliato, da resistente e anima del movimento operaio. Seppe mantenere salda la sua autonomia intellettuale anche sfidando gli eventi, le gerarchie. Così come aveva imparato lottando tra i campi, contro chi non garantiva diritti e pane. Un uomo di azione, passionale.

Nato da una famiglia di braccianti, l’11 agosto 1892, fu antifascista e si oppose anche all’invasione dell’Ungheria da parte dei carri armati sovietici. Con tutte le conseguenze che si possono immaginare per entrambe le scelte, sul piano personale e politico.

 

Nel suo ultimo discorso a Lecco, disse: “Lo so, cari compagni, che la vita del militante sindacale di base è una vita di sacrifici. Conosco le amarezze, le delusioni, il tempo talvolta che richiede l’attività sindacale, con risultati non del tutto soddisfacenti. Conosco bene tutto questo, perché anch’io sono stato attivista sindacale: voi sapete bene che io non provengo dall’alto, provengo dal basso, ho cominciato a fare il socio del mio sindacato di categoria, poi il membro del Consiglio del sindacato, poi il Segretario del sindacato, e così via: quindi, tutto quello che voi fate, che voi soffrite, di cui qualche volta anche avete soddisfazione, io l’ho fatto. Gli attivisti del nostro sindacato, però, possono avere la profonda soddisfazione di servire una causa veramente alta”. Mancava poco alla sua morte. Era il 3 Novembre del 1957. Un testamento vero e proprio, questo, che ci consegna la visione umana e militante di uomo che per tutta la vita stette dalla parte degli ultimi, degli operai, dei diritti per garantire un pezzo di pane e la dignità agli uomini e alle donne che lavoravano.

 

Da adolescente capì che per far valere le sue rivendicazioni nelle condizioni di vita in cui era, doveva uscire dalla sua condizione di semianalfabeta. Si impegnò nell’istruzione, si procurò un vocabolario e cominciò a costruirsi, da autodidatta, la sua cultura e il suo pensiero, le sue conoscenze e le sue basi.

A Cerignola crebbe dentro quella che era in Puglia la classe sociale più numerosa del tempo, quei braccianti che ancora oggi sono nelle cronache con dinamiche che molto somigliano, nelle denunce e nei fatti, a quelle di un secolo fa. L’esperienza di bracciante-bambino è la più importante scuola di vita che forma la sua cultura del lavoro, gli fa conoscere il senso profondo delle differenze sociali di un mondo senza regole e tutele.

 

A soli 15 anni Giuseppe è tra i promotori del Circolo giovanile socialista di Cerignola e nel 1911 dirige la Camera del Lavoro di Minervino Murge. Sarà poi direttore della Camera del Lavoro di Bari, dove organizzerà una difesa della sede contro le squadre fasciste di Caradonna. In questi anni è già una istituzione, un punto di riferimento. Negli anni antecedenti aveva aderito aderito al sindacalismo rivoluzionario e nel 1912 fu eletto nel comitato centrale dell'Unione Sindacale Italiana nel corso del congresso fondativo. Sono anni di lotte, di repressioni, di carcerazioni. Inizialmente antimilitarista, condivise le tesi ‘interventiste’. Assegnato al 1º reggimento bersaglieri, fu ferito gravemente nel 1916. Tornò segretario della Camera del lavoro di Cerignola e membro, fino al 1921, del comitato centrale dell'USI.

Dal 1924 passa nelle file del Partito Comunista Italiano e viene eletto deputato nelle elezioni politiche dello stesso anno. E’ un grande comunicatore del suo tempo, capace di un linguaggio semplice, veloce, efficace che viene compreso dalla classe operaia in crescita e dai contadini, con una particolare attenzione per quest’ultimi, sempre più al margine della vita economica, sociale e culturale dell'Italia con la lenta e graduale trasformazione delle città. Fattore, questo, che esploderà nel dopoguerra con la sprovincializzazione di intere aree.

Nel 1925, ormai ritenuto un sovversivo dal regime fascista entrato al potere definitivamente con le ‘leggi speciali’, viene condannato a dodici anni di carcere ma riesce a fuggire in Francia. Dal 1928 al 1930 soggiorna in Unione Sovietica, rappresentando l'Italia nella Internazionale Contadina, poi torna a Parigi ed entra nel gruppo dirigente del PCI. Partecipa alla guerra civile spagnola. Nel 1941 viene arrestato dalla polizia fascista e mandato al confino a Ventotene. Due anni dopo viene liberato dai partigiani: negli ultimi due anni della seconda guerra mondiale prende parte alla Resistenza tra le file delle Brigate Garibaldi. E’ un periodo difficile, di lutti, di tensioni sociali, di sconfitte e di conquista dei diritti fondamentali e della democrazia a lungo inseguiti nel corso della dittatura.

Nel 1945, finita la guerra, viene eletto segretario della CGIL ricostituita l'anno prima grazie al cosiddetto "patto di Roma" con cattolici e socialisti. L'unità sindacale dura fino al 1948, quando, in occasione dello sciopero generale politico per l'attentato contro Palmiro Togliatti e le reazioni nelle piazze delle città italiane, la corrente cattolica si scinde per fondare la CISL, mentre un’azione analoga è fatta dai socialdemocratici con la fondazione della UIL.

L’Italia è nella sua fase di ricostruzione e il lavoro torna al centro di ogni dibattito politico. Di Vittorio è in prima linea, ancora una volta, per rappresentare le masse che dal nord al sud chiedono un’esistenza di riscatto. Il quadro internazionale è cambiato: la contrapposizione dei blocchi separa l’umanità tra atlantisti e sovietici. Lui, anche in questo caso, riesce a mantenersi libero dai condizionamenti e nel 1956 suscita grande scalpore la sua presa di posizione contro l'invasione sovietica in Ungheria, un’opinione che differisce completamente da quella ufficiale del Partito Comunista. Da tre anni era stato eletto presidente della Federazione Sindacale Mondiale.

Di Vittorio continuerà a guidare la CGIL fino al 3 novembre 1957 a Lecco, ove morì successivamente ad un incontro avvenuto con alcuni delegati del movimento sindacale. E’ rimasto, anche per i fatti di drammatica attualità che viviamo, una figura attuale. La sua linea politica aveva in sé elementi centrali che tendono oggi ad essere messi continuamente in discussione: la scuola, l´educazione, le garanzie, il problema della formazione del cittadino di domani.

Diceva: "È giusto che in Italia, mentre i grandi monopoli continuano a moltiplicare i loro profitti e le loro ricchezze, ai lavoratori non rimangano che le briciole? È giusto che il salario dei lavoratori sia al di sotto dei bisogni vitali dei lavoratori stessi e delle loro famiglie, delle loro creature? È giusto questo? Di questo dobbiamo parlare, perché questo è il compito del sindacato”. Parole valide e dirompenti nella società che viviamo e in intere porzioni della nostra Penisola. Lì dove lui fu bambino e bracciante, sopratutto, si sente ancora il bisogno di questa spinta emotiva e ideale che oggi è portata avanti da coraggiosi lavoratori provenienti dal sud del Mondo. Spesso sfruttati, malpagati, vessati, baraccati. Uomini e donne che sopravvivono dentro un inferno quotidiano che ha bisogno di trasformarsi in un futuro di speranze e di regole.

La lezione di Di Vittorio, in questo senso, può ancora tornare utile.

Sottocategorie