- Dettagli
- Scritto da redazione cronaca
- Categoria: NEWS
- Dettagli
- Scritto da redazione politica
- Categoria: NEWS
LADISPOLI (politica) - L'ex candidato sindaco: "Tolleranza zero sul fronte dell'Urbanistica ma non solo. Ladispoli merita di meglio"
ilmamilio.it - contenuto esclusivo
Si è calato velocemente nel nuovo ruolo di consigliere di opposizione dopo la lunga esperienza di sindaco di Cerveteri.
Alessio Pascucci, ex candidato sindaco di Ladispoli, ora proprio a Ladispoli fonda la sua nuova carriera politica.
"Il cambio di comune? Dalle nostre parti sono molto frequenti, non ci vedo nulla di strano. Tra i Consigli di Cerveteri e Ladispoli ho scelto quest'ultimo, anche perché mi sono candidato a sindaco ed era giusto così. Con la sindaca di Cerveteri Gubetti comunque c'è massima sintonia".
Il ruolo è quello di capo dell'opposizione al sindaco Alessandro Grando che, quasi "in carrozza", ha conquistato la conferma per altri 5 anni. "Non sta a me dire perché Grando ha vinto, posso soltanto dire che in questi ultimi 5 anni Grando ha governato Ladispoli senza avere un minimo di reale opposizione. Ecco, ora le cose cambiano: perché noi siamo qui per fare vera opposizione".
Il tema principe è quello dell'Urbanistica. "A Ladispoli si continua a gettare cemento con estrema facilità, adesso è il momento di fermarsi. E su questo fronte siamo a tolleranza zero, per quanto ci riguarda", continua Pascucci.
E aggiunge: "Con 6 consiglieri di opposizione su 9 il nostro è un gruppo ampio e compatto. C'è tanto da fare e tanto da vigilare, perché Ladispoli merita senz'altro di meglio e noi ora dovremo esser bravi a far crescere quel consenso che abbiamo comunque ottenuto a giugno".
Nei primissimi Consigli comunali della nuova sindacatura Pascucci ed i suoi hanno già messo le cose in chiaro su come intendono svolgere il proprio ruolo. "Siamo minoranza ma siamo soprattutto opposizione, e questo faremo basando la nostra azione su proposte alternative e concrete alla linea del sindaco. Fare meglio si può, davvero".
- Dettagli
- Scritto da Fabrizio Giusti
- Categoria: NEWS
ACCADDE OGGI – Il 18 Agosto 2009 muore a Milano la grande traduttrice e divulgatrice degli autori più amati dell’età contemporanea
ilmamilio.it
Gli scrittori che conobbe avevano tutti un sogno. E lei, quel sogno, lo indagò, lo scoprì e lo divulgò, senza badare troppo agli eccessi e alle eccentricità dei singoli. Mantenendo, soprattutto, l'alto rigore del suo lavoro di grande divulgatrice.
Fernanda Pivano (Genova, 18 luglio 1917 – Milano, 18 agosto 2009) è stata un imprescindibile punto di riferimento per la cultura italiana, europea e mondiale che fece tutta la sua strada da donna quale era, dolcissima e lieve, in un mondo di uomini. Aveva con sé il coraggio, un grande sorriso e una singolare predisposizione nel sapersi adattare alle situazioni e alle persone con una cura e un amore fuori dal comune. E se pensiamo che in Italia è esistito un periodo storico in cui era prima vietato e poi difficile diffondere la cultura americana, lei seppe accogliere e attraversare il tempo rompendo ogni fragile diaframma che separa (o tenta di separare) la cultura dagli individui che la reclamano.
Buttarsi dentro al mondo di Fernanda Pivano è come partire per un lungo viaggio. Se fosse stata una canzone, sarebbe una cosa simile a ‘My favorite things” nella versione di John Coltrane, una favola che ti accompagna dentro un grappolo di note, percezioni e sensazioni.
Appena ventenne, tra il 1937 e il 1941, in un’Europa in cui l’unica propaganda era quella di Hitler e Mussolini, delle leggi razziali e per la guerra, lei si avvicinò ad autori ignoti e gli diede agio, eludendo tutto il contesto storico avverso. Si lanciò nella traduzione e nella divulgazione di un’altra cultura e principalmente un’altra America che con il tempo ne avrebbe forgiata ancora un’altra. Se abbiamo letto Edgar Lee Masters, Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Charles Bukowski, Allen Ginsberg, Jack Kerouac, William Burroughs, Gregory Corso o Henry Miller è grazie al suo talento e alla sua curiosità.
La sua formazione avvenne a Torino. Frequentò il liceo classico 'Massimo d'Azeglio' dove insegnava un supplente di italiano che le cambierà la vita: Cesare Pavese . Quest’ultimo le porterà quattro libri in inglese che stravolsero il suo destino: 'Addio alle armi' di Ernest Hemingway, 'Foglie d'erba' di Walt Whitman, 'l'Antologia di Spoon River' di Edgar Lee Masters e l'autobiografia di Sherwood Anderson. Scopre che dall’altra parte del mare gli artisti raccontano le fragilità e le sconfitte degli uomini comuni, la difficoltà dell’esistenza.
L’Antologia di Spoon River, per l’appunto, verrà pubblicata per la prima volta in Italia nel 1943. Ma c'era una feroce censura in agguato. Per aggirarla, nel titolo comparirà la contrazione ‘S. River’, facendo credere che si trattasse di un santo. L’Einaudi le affiderà in seguito anche la traduzione de Walden, capolavoro di Thoreau.
Intanto l’America e l’Italia escono dalla guerra. Fernanda Pivano conosce gli autori della 'beat generation' e li rende noti. Quando 'On the road' di Kerouac esce nel 1959 per la Mondadori, lei ne firma la prefazione. Poi, nella metà degli anni cinquanta, Kerouac lo conobbe davvero. Così come Allen Ginsberg. E in quel momento non c’è nulla o quasi più dirompente della loro scrittura. Entrambi sono i cardini di una corrente di 'contropensiero' che rifiuta i dogmi, il proibizionismo, gli Usa dell’apparenza. Sono anni in cui andando a casa della Pivano e del marito architetto Ettore Sottsass, a Milano, è facile incontrare l'avanguardia letteraria del pianeta. Anni di ascolto, dove la cultura viene assorbita e restituita generosamente agli altri. Un periodo in cui, ad esempio, Fernanda e Ginsberg ascoltano 'Mr Tambourine man' di Bob Dylan da un jukebox. Lei si emoziona e innalza il futuro premio Nobel alla letteratura al ruolo di artista geniale. Un altro talento, anni dopo, arriverà a scaldargli il cuore con un’amicizia bella e profonda: Fabrizio De Andrè. Il 1971 sarà l’anno di 'Non al denaro non all’amore né al cielo', il concept album ispirato all’Antologia di Spoon River. Una cosa grande.
Fernanda Pivano è stata anche artefice di quell’arte dell’incontro che l’ha portata a misurarsi con caratteri e stili differenti. Nell’estate del 1980, a San Pedro, California, arriva a casa di Charles Bukowski con una bottiglia di vino. Ne nasce ‘Quello che importa è grattarmi sotto le ascelle’, pubblicato dalla Feltrinelli. Era così: sapeva immortalare le persone come in uno scatto d’autore. E sapeva anche intuire dove stava il talento, come quando scoprì le potenzialità di Raymond Carver e Bret Easton Ellis.
Morirà in agosto, il giorno 18, del 2009. “Una notte di agosto, di quelle agitate da un vento tiepido e tempestoso – aveva scritto il suo amico Pavese molti anni addietro - camminavamo sul marciapiede indugiando e scambiando rade parole. Il vento che ci faceva carezze improvvise, m’impresse su guance e labbra un’ondata odorosa, poi continuò i suoi mulinelli tra le foglie già secche del viale. Ora, non so se quel tepore sapesse di donna o di foglie estive, ma il cuore mi traboccò improvvisamente, tanto che mi fermai”.
Le dobbiamo molto.
- Dettagli
- Scritto da redazione cronaca
- Categoria: NEWS
GENZANO (cronaca) - Si tratterebbe di ragazzi della zona: i carabinieri stanno stringendo il cerchio
ilmamilio.it
E' caccia aperta ai Castelli Romani e zona Aprilia, Pontina, Litorale, ai due giovani rapinatori col coltello a serramanico, dopo ben tre rapine portate a termine con grande freddezza e in pochi secondi, negli scorsi giorni. La prima fulminea rapina martedì mattina poco dopo le 13 al supermercato Conad di via Appia Vecchia, a Genzano. Quando le cassiere del grosso punto vendita, pieno di gente, si sono viste arrivare in cassa un ragazzo con casco indossato, guanti, coltello a serramanico in mano e volto travisato che la minacciava chiedendo i soldi in cassa.
Il ragazzo ha arraffato alcune centinaia di euro in cassa, per poi fuggire con una Smart scura, dove c'era un complice a bordo, verso Lanuvio.
Poco dopo, verso le 14 secondo colpo con modus operandi identico in un supermercato lungo via Nettunense a Campoleone, frazione di Lanuvio, vicino Aprilia, dove con coltello alla mano minacciando le cassiere con i clienti in fila anche li, ha preso circa mille, duemila euro, per poi fuggire in auto con il complice verso Aprilia e Anzio.
Durante il week-end scorso invece era stato colpito il centro commerciale Fresco Market di via Appia Vecchia a Lanuvio, vicino al Conad poi rapinato martedì mattina, con le stesse modalità. I testimoni hanno detto che "si trattava di un soggetto giovane, tra i 20 e i 30 anni e parlava con accento locale, sicuramente italiano della zona e anche quello in auto era col volto travisato ma sembrava giovane anche lui, lo abbiamo visto di sfuggita uscendo fuori dopo la rapina, siamo tutti sotto shock".
I due rapinatori col coltello a serramanico sono fuggiti a bordo di una utilitaria piccola scura, sembrerebbe una Smart, forse rubata, le indagini sono seguite dai carabinieri della compagnia di Velletri e delle stazioni di Genzano e Lanuvio, che sono giunti sul posto poco dopo le 3 rapine, chiamati dai proprietari dei supermercati, la Conad di Genzano, in passato aveva subito già alcuni colpi notturni con auto ariete e sfondamento delle porte e serrande di ingresso, per rubare alla cassa continua, il materiale all'interno e al bancomat della Bcc installato all'esterno in quel caso fatto esplodere col gas e innesco e trainato via con auto ariete sempre di notte, tra le 3 e le 4 .
Sottocategorie
Pagina 3350 di 15245