Pubblicato: Giovedì, 03 Ottobre 2024 - Flavia Santangeli

ROCCA DI PAPA (attualità) - Una vicenda che ha interessato gli storici

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A pochi chilometri da Rocca di Papa, nel cuore dei Castelli Romani e dei Colli Albani, si trova l'Abbazia di Santa Maria ad Nives di Palazzolo, meglio conosciuto come Convento di Palazzolo o di Santa Maria di Palazzolo, o più semplicemente Palazzola.

Il toponimo deriva da Palatiolus, un’antica costruzione romana, sulle cui rovine è costruito il complesso, probabile villa di alto rango, in cui si voleva riconoscere un fantomatico palazzo dei Consoli, sosta obbligatoria, per le allora alte cariche dello Stato, in procinto di affrontare la Via Sacra che conduceva al tempio di Giove Laziale, sulla vetta di Monte Cavo, per celebrare i trionfi minori (ovationes) o le Feriae Latinae, come viene riportato nel libro di Alberto Crielesi, Santa Maria “Ad Nives” di Palazzolo, ed. Tra 8 & 9, 1997.

Grazie alla collaborazione e alle conoscenze dello storico locale Carlo Cofini, che ci ha supportato nella ricerca di notizie più approfondite, ci è possibile ora fornire elementi più chiari riguardo una vicenda che appassiona da sempre gli studiosi del territorio.

 Tra le pagine delle testimonianze e delle guide turistiche dedicate alla Chiesa di Palazzola, emerge spesso la menzione di una tomba ormai scomparsa, che un tempo custodiva i resti di Federico, figlio di Fabrizio Colonna e della sua seconda moglie Agnesina di Montefeltro. Questi personaggi storici furono sepolti agli inizi del XVI secolo, ma i loro resti e le relative lapidi scomparvero già verso la fine del XVII secolo, dando origine a numerosi interrogativi.

A questi quesiti, riguardanti soprattutto su chi avesse avuto l’ardire di rimuovere quelle lapidi (come, quando e perché),  hanno tentato di rispondere il Tomasetti, il De Cupis e altri studiosi, hanno trovato una risposta nel 2006, grazie a un articolo del Crielesi pubblicato nella Strenna dei Romanisti. Questa pubblicazione annuale, fondata nel 1939 e curata dal Gruppo Romanisti, raccoglie saggi e studi dedicati alla storia e cultura di Roma; il Gruppo dei Romanisti è un'associazione composta da studiosi, storici, archeologi, artisti e appassionati che condividono l’interesse per la Capitale e il suo patrimonio culturale.

Intitolato La tomba di Agnesina di Montefeltro a Santa Maria di Palazzolo. L’enigma risolto, l’articolo offre una soluzione al mistero. La distruzione dei monumenti funerari di Federico Colonna e Agnesina di Montefeltro era già stata documentata dallo storico P. Casimiro da Roma, che in una monografia del 1744 menziona un solo frammento superstite: un pezzo di marmo con alcune iscrizioni, scoperto durante i lavori di costruzione del convento nel 1735.

Secondo le ricostruzioni storiche, Agnesina di Montefeltro morì nel 1523, probabilmente a Rocca di Mezzo, in Abruzzo. Qui si trovava in pellegrinaggio quando fu colpita da una grave malattia. Prima di morire, dettò il suo testamento, chiedendo di essere sepolta nella Chiesa di Santa Maria di Palazzolo, accanto al suo amato figlio Federico Colonna, morto giovanissimo nel 1516.

Le spoglie di Federico Colonna e Agnesina di Montefeltro rimasero nella chiesa per quasi un secolo, finché, nel 1616, Filippo I Colonna ottenne l'autorizzazione e riesumarle per trasportarle a Paliano, sede del Principato colonnese. Durante la ricognizione i resti vennero trovati confusi con quelli di altre cinque persone, furono identificati e trasferiti nella Cappella dei Depositi a Sant’Andrea di Paliano.

A tal proposito, lo storico locale Carlo Cofini ha avuto una concessione in via del tutto eccezionale dal Principe Don Aspreno Colonna – nell’ambito delle ricerche per la sua tesi di laurea, edita dalla casa editrice ‘La Spiga’ con il titolo “Rocca di Papa Repubblica per un giorno - Una lunga controversia su lo jus lignandi et carbonandi” (2001) – di poter visitare l’archivio della famiglia Colonna e la stessa cappella dei Depositi.

Le lapidi originali che ricordavano Federico Colonna e Agnesina di Montefeltro, memoria fatta apporre dal figlio Ascanio Colonna, rimasero nella Chiesa di Palazzolo fino alla fine del XVII secolo, quando furono rimosse durante un restauro dell’edificio. Questo intervento fu motivato sia dalla necessità di riorganizzare gli spazi interni della chiesa, sia dal crescente disinteresse della famiglia Colonna per il luogo.

Durante la sua vita, Agnesina di Montefeltro fu una figura femminile di spicco, immediatamente dopo le nozze scelse come sua dimora il Palazzo Colonna di Marino, piuttosto che i quartieri colonnesi presso piazza Santi Apostoli a Roma. Alla sua iniziativa si deve probabilmente attribuire la trasformazione della residenza colonnese da castrum a vero e proprio palazzo rinascimentale. Ciò va legato alla permanenza di Agnesina di Montefeltro nel piccolo centro laziale e al suo ruolo di attenta amministratrice delle terre e delle relazioni sociali e politiche dei Colonna, ruolo accresciuto dalla prolungata assenza del marito, che si divideva tra gli impegni sui campi di battaglia e la sua residenza napoletana.

Nel 1490 nacque la prima figlia della coppia, Vittoria Colonna, che sarebbe divenuta marchesa di Pescara e celebre poetessa. Nello splendore di una Roma rinascimentale, ella conobbe Michelangelo Buonarroti, i loro incontri avvennero nei salotti letterari ove si univano gli “spirituali” italiani, ma anche nei chiostri, nelle chiese, nei palazzi come San Silvestro al Quirinale, la basilica dei Santi Apostoli e Palazzo Colonna. Tra loro si instaurò una profonda amicizia, cementata da scambi epistolari e doni.

Due figure femminili di talento quelle di Agnesina di Montefeltro e Vittoria Colonna  – per l’epoca in cui vissero – la cui notorietà è ancora oggi materia di studi e di curiosità storiche.