La vittoria di Trump e la profonda crisi dei valori della sinistra. Passando per il PD e Grottaferrata
ilmamilio.it
Da un nostro lettore riceviamo e pubblichiamo.
"La rielezione di Donald Trump ha scosso profondamente i democratici in tutto il mondo, sollevando dubbi sul futuro della politica mondiale e sulla tenuta delle sue istituzioni. Nonostante una serie di forti critiche – dalla gestione controversa della pandemia, all’assalto al Campidoglio, alle condanne penali, fino ai tentativi insistenti di delegittimare le elezioni del 2020 – Trump ha riconquistato un'ampia fetta dell'elettorato, riflettendo una polarizzazione crescente che alimenta una base radicalizzata e disillusa.
Dall’altra parte, l’alternativa democratica, pur con qualche successo riformista e l’esperienza di Joe Biden, ha deluso quanti speravano in un ritorno ai valori più autentici della sinistra. La gestione incerta delle crisi internazionali, le continue gaffe pubbliche e una comunicazione spesso inefficace hanno aumentato il divario tra i principi progressisti e la realtà della leadership democratica, lasciando gli elettori totalmente insoddisfatti e privi di motivazione.
Il quadro è simile in molti altri Paesi, dove la sinistra si presenta spesso come una coalizione “ampia”, ma che alla fine diluisce i suoi valori fondanti di giustizia sociale e contrasto al potere capitalistico, includendo al suo interno elementi di dubbia provenienza ideologica, spingendosi verso compromessi che hanno portato i leader di sinistra su posizioni moderatamente indistinguibili da quelle degli avversari. Negli Stati Uniti come in Europa, queste “sinistre mascherate” sembrano sempre più concentrate sull’attrarre il voto moderato, sacrificando però ogni coerenza. Il risultato non può essere che una disillusione crescente tra gli elettori, che vedono in queste coalizioni un tradimento dei valori storici della sinistra lasciando, dunque, campo libero alle destre radicali e dichiaratamente identitarie.
L’Italia non è immune a queste dinamiche, ma ne è un esempio lampante. Il Partito Democratico ha spesso lasciato delusi i suoi elettori storici, apparendo incapace di rappresentare davvero le classi popolari e di opporsi con vigore ai poteri economici dominanti. Nato come forza progressista, ha scelto più volte la strada dei compromessi e di una retorica centrista, con l’obiettivo di attrarre il voto moderato a scapito dei suoi valori fondanti, privando l’elettorato di risposte concrete alle disuguaglianze e alla precarietà, offrendo promesse vaghe e poco incisive, e allontanandosi dai bisogni della sua base tradizionale.
Il risultato è un’erosione del consenso a sinistra, alimentata da una crescente disillusione e da un tasso di astensionismo preoccupante. Mentre la destra cresce e guadagna terreno con slogan semplici e posizioni nette, il PD continua a sembrare sempre più lontano dai problemi reali, incapace di riconquistare quella parte di elettorato che vorrebbe un’autentica alternativa progressista.
Grottaferrata rappresenta un piccolo specchio di questa crisi. Qui la coalizione di centrosinistra, nata come forza “progressista”, si è rapidamente trasformata in un minestrone ideologico che ha visto alcuni membri abbandonare il programma originario per avvicinarsi a Fratelli d'Italia, con l’assenso silenzioso di un PD che, pur dovendo garantire determinati valori, ha scelto di non intervenire. Questo immobilismo ha frammentato la coalizione e compromesso la fiducia dell’elettorato, che si aspettava coerenza e continuità di un progetto ideato con tutt’altre aspettative.
Oggi il PD di Grottaferrata appare come una forza senza direzione, in balia di un civismo di facciata, che sembra esistere solo per evitare qualunque identità politica chiara. Così, si è arrivati all’assurdo: la lista civica che ha scelto di passare a destra è stata infine cacciata dalla maggioranza, ma non per intervento del PD, bensì per disaccordi interni all’amministrazione, quasi un anno dopo la sua adesione a Fratelli d'Italia.
In realtà, il PD di Grottaferrata non ha cercato di contrastare il civismo di facciata, ma ha scelto di abbracciarlo, rafforzando così l’ambiguità della coalizione, trovandosi a percorrere questa strada con un’alleanza di comodo che, anziché tutelare la propria identità politica, l’ha progressivamente svuotata.
Il risultato? Un PD locale privo di visione strategica, incapace di rappresentare concretamente i valori del centrosinistra, percepito dagli elettori come un partito confuso, distante e sempre più compromesso. Questa crisi di identità e leadership ha collocato il PD di Grottaferrata, al pari di quello nazionale, ai margini del panorama politico, prigioniero di coalizioni opportunistiche e di un civismo disinvolto che ne ha minato la credibilità. Così facendo, il partito si è allontanato dai suoi valori fondanti, perdendo la fiducia di una base storica ormai disillusa, che osserva con amarezza l’assenza di una rappresentanza autentica e coerente".