ROMA (cronaca) - Il pronto intervento dei militari
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Una mano alzata, il pollice piegato verso il palmo e racchiuso dalle altre dita: il cosiddetto Signal for Help, il gesto di richiesta d’aiuto internazionale per le vittime di violenza. È stato proprio questo segnale discreto a salvare una 39enne, vittima di minacce e molestie sessuali, che nella notte tra venerdì e sabato è riuscita a fuggire da un possibile stupro grazie all’intervento di una pattuglia di Carabinieri.
I fatti sono avvenuti nei pressi della stazione Termini, a Roma. I militari, in servizio in zona, hanno notato un uomo che camminava stringendo per un braccio una donna, visibilmente a disagio. La vittima, incrociando lo sguardo dei carabinieri, ha colto l’occasione e, portandosi la mano dietro la schiena, ha mimato il gesto antiviolenza. I militari, riconoscendo subito il segnale come una richiesta d’aiuto, sono intervenuti prontamente: l’uomo, un cittadino tunisino di 38 anni, ha tentato la fuga, ma è stato fermato poco dopo.
La vittima ha raccontato che la serata era iniziata con l’assunzione di crack insieme all’uomo, in un’area cantiere di piazza dei Cinquecento. La droga, offerta proprio dall’aggressore, avrebbe rappresentato una sorta di ricatto: in cambio, infatti, l’uomo aveva preteso un rapporto sessuale. Al rifiuto della donna sono seguite minacce, creando una situazione di terrore per la 39enne, che si è vista costretta a fingere di accettare per guadagnare tempo e cercare un’opportunità di scappare.
La donna è riuscita a convincere l’uomo a spostarsi e ha avuto la fortuna di incrociare una pattuglia dei Carabinieri. Il gesto di aiuto e la prontezza dei militari le hanno così permesso di liberarsi dall’incubo. L’uomo, fermato dalle autorità, è stato accusato di violenza sessuale.