VICENDE - Gino Severini: un esponente del Futurismo a Rocca di Papa

Pubblicato: Domenica, 12 Maggio 2024 - Flavia Santangeli

ROCCA DI PAPA (attualità) - L'opera 'Balcone a Rocca di Papa', olio su tela, 1929

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Sono tanti gli artisti famosi che hanno soggiornato durante le villeggiature estive a Rocca di Papa, raffigurando nelle loro tele degli angoli e scene di vita locale della nostra cittadina, uno di questi è il pittore Gino Severini (1883-1966) .

Severini nasce a Cortona nel 1883. Dopo avervi trascorso l’infanzia nel 1901 si trasferisce a Roma, dove incontra il pittore futurista Giacomo Balla, che gli fa conoscere la pittura divisionista e lo mette in contatto, a sua volta, con il pittore e scultore Umberto Boccioni.

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Per cercare il successo nel 1906, Severini si trasferisce temporaneamente a Parigi, dove studia i dipinti degli impressionisti e conosce numerosi esponenti di spicco delle avanguardie del Novecento come Paul Signac, Georges Braque, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, nonché i poeti francesi Guillaume Apollinaire e Paul Fort, di cui nel 1913 sposa la figlia Jeanne.

Nonostante il suo trasferimento a Parigi, Severini mantiene i contatti con gli artisti italiani, infatti nel 1910 firma il Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, divenendo un punto di contatto fondamentale tra gli artisti italiani e quelli francesi.

Nel 1912 Carlo Carrà e Umberto Boccioni lo raggiungono nella capitale francese, dove organizza la prima mostra dei futuristi presso la Galleria Bernheim-Jeune.

Tra le opere di questo periodo così eclettico per il Severini, ricordiamo Geroglifico dinamico del bal tabarin e il celebre dipinto Ballerina in blu, ispirato dalla passione per la danza del pittore e dai cabaret parigini, di cui Severini fu un gran frequentatore.

Una delle opere futuriste più famose di Gino Severini è La danza del pan pan al Monico, realizzata nei primi anni del Novecento, ma andata purtroppo distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. Negli anni Sessanta Severini, per evitare che il ricordo dell’opera andasse perduto, ne realizza una nuova versione.

A partire dal 1916 il celebre artista abbandona il Futurismo per avvicinarsi alla pittura cubista. Si dedica in particolare alle nature morte e alla scomposizione e ricomposizione dei quadri, in cui lo spazio e il tempo, i dettagli e l’opera nella sua interezza si fondono, grazie all’utilizzo del colore e della luce. È durante questo periodo che Severini si avvicina anche alle tematiche del Realismo, riprendendo elementi come maschere, arte sacra e i personaggi della Commedia dell’Arte; tra il 1917 e il 1918 il pittore pubblica sulla rivista De Stijl una serie di articoli dal titolo La Peinture d’avant-garde.

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Nel 1921 Severini supera la fase cubista e pubblica il trattato Dal Cubismo al Classicismo. In questo periodo il pittore realizza delle opere neoclassiche con influenze metafisiche, ispirate dall’articolo di Giorgio De Chirico pubblicato nel 1919 sulla rivista Valori Plastici, che dopo la Grande Guerra invita gli artisti europei a un ritorno al mestiere. Superata la fase cubista, Severini torna a dedicarsi alla pittura futurista. A tal proposito, l’artista si distingue dagli altri pittori futuristi perché non è particolarmente interessato ai temi della tecnologia, ma tratta il Futurismo con una sua visione personale, dipingendo soprattutto delle ballerine e scene di danza. Il suo dipinto più famoso è infatti Ballerina in blu (Blue dancer), dal momento che il pittore considera le movenze delle danzatrici un simbolo della dinamicità e del movimento universale.

Per quanto riguarda Rocca di Papa Severini ha immortalato, probabilmente durante un soggiorno estivo nella nostra cittadina, un attimo di quotidianità rubato da un piccolo balcone del centro storico con le persiane socchiuse. Una coppia di colombi ci introduce su questa splendida veduta, da cui si può facilmente riconoscere il campanile del Duomo di Santa Maria Assunta in Cielo e sullo sfondo la Campagna romana.

Gino Severini raggiunge l’apice della sua carriera ricevendo il Gran premio della Biennale di Venezia e in questo periodo si trasferisce definitivamente a Parigi, dove muore il 26 febbraio 1966.

In ricordo del celebre artista, il pittore Piero Dorazio ha affermato: “Nella pittura moderna siamo ripartiti andando a cercare Balla e Severini”, cosicché bisognerà davvero riconsiderare la sua importanza per tutta l’arte del secolo scorso.

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