Ciampino | Diritti in Comune: “Piano di Lottizzazione Acqua Acetosa, Giunta condanna quartiere a traffico insostenibile”
Pubblicato: Venerdì, 26 Aprile 2024 - Redazione politicailmamilio.it - contenuto esclusivo
“Qualche giorno fa l’Amministrazione Comunale ha approvato, con una delibera di Giunta, una modifica alla proposta di convenzione per il Piano di Lottizzazione Convenzionata della sottozona “C8” nel quartiere Acqua Acetosa. A sorpresa, sbrigativamente e maldestramente, l’Amministrazione comunale ritiene “ormai superato” il sottopasso già previsto di collegamento con Via Mura dei Francesi e lo elimina dalle opere pubbliche da realizzare in quota parte dal Consorzio, segnando così in un sol colpo e subdolamente una variante di piano e qualche grattacapo in meno per la lottizzazione” esordisce una nota di Diritti in Comune.
“Non sarà così, però, per chi abita o percorre le strade dell’Acqua Acetosa. L’area interessata è situata nel triangolo tra via San Paolo della Croce, la ferrovia Roma-Albano e il primo margine di via Romana Vecchia. Ha una estensione di 33.485 mq, con un indice di cubatura di 0,7 mc/mq, superiore alla media degli indici presenti nel quartiere Acqua Acetosa (0,4 - 0,5 mc/mq). Secondo il piano di lottizzazione approvato già nel 2020 dall’Amministrazione Ballico, nell’area in questione saranno edificati ben 23.439 mc, dei quali 13.116 mc per edifici residenziali e 10.313 mc per edifici non residenziali-commerciali; la cubatura commerciale eguaglia la cubatura del supermercato Conad appena aperto all’inizio di Via di Morena, poco più avanti, a circa 500 m in linea d’aria!
Nel PRG, evidentemente proprio per mitigare l’impatto delle nuove costruzioni, era previsto un ampio viale di collegamento (20 metri di larghezza) sia verso Via Mura dei Francesi che verso Via Morena con due nuovi sottopassi. Previsione forse criticabile per il forte impatto e le difficoltà di realizzazione, ma opera necessaria nel momento in cui si pianifica una estensione commerciale e residenziale di questa consistenza. La convenzione non riporta elementi e argomentazioni a sostegno della decisione presa e non si comprende da cosa e perché il sottopasso sia stato ritenuto ormai superato o da quali interventi è stato sostituito. Non risulta infatti che ci siano soluzioni alternative nel programma triennale delle opere pubbliche. Eppure è più che ovvio come la città e soprattutto lo sviluppo urbanistico (previsto ormai nel lontano 1998) abbiano bisogno di soluzioni e collegamenti alternativi a quelli esistenti, insufficienti già ora e a maggior ragione quando saranno completati gli insediamenti.
Queste grandezze e nuove cubature, residenziali e commerciali, convoglieranno ulteriore traffico all’Acqua Acetosa, già pesantemente aggredita da un flusso quotidiano di attraversamento praticamente ininterrotto. La situazione peggiorerà ancora e i flussi rimarranno ancora di più imbottigliati lungo via San Paolo della Croce e le ridotte strade del quartiere. Una modifica di questo genere avrebbe forse richiesto una revisione delle opere da cedere da parte del Consorzio ma prescrivendo il PRG una grande strada, non avendo provveduto a fare una variante, corre l’obbligo da parte del Consorzio di cedere quell’area; così il progetto delle opere pubbliche da cedere all’Amministrazione prevede comunque la realizzazione del viale largo ben 20 m che rimane senza sbocco, sia verso il defunto sottopasso che verso il quartiere Acqua Acetosa, una bella superficie asfaltata di circa 3000 mq praticamente inutile.
Infine, se appena qualche giorno fa la stessa Giunta Comunale ha incaricato l’Università La Sapienza di Roma di redigere il nuovo Piano del traffico cittadino per coordinarlo con le opere in corso di realizzazione, ciclabile e isole ambientali, forse era meglio avvalersi di questo strumento per giudicare quale utilità poteva avere il sottopasso nello studio delle funzionalità dei flussi di traffico. Questa storia è emblematica di come l’attuazione di un PRG non può essere portata avanti per 18 anni dall’approvazione e ben 26 dalla ideazione senza step di controllo e di verifica del permanere nel tempo degli obiettivi iniziali del piano. La verifica era prevista dalle norme di piano ogni 2 anni! Per questi motivi chiediamo la revoca della delibera di Giunta e ci mobiliteremo per coinvolgere i cittadini a dire la loro in proposito, anche attraverso una raccolta firme nei prossimi giorni” conclude la nota di Diritti in Comune.