Genzano | Il 7 Aprile Presidio e Assemblea contro il taglio degli alberi nel Parco dei Castelli Romani

Pubblicato: Mercoledì, 03 Aprile 2024 - redazione attualità

 

GENZANO (eventi) - L'evento organizzato dal Comitato

ilmamilio.it - nota stampa

Il Comitato Protezione Boschi scende di nuovo in piazza per opporsi al disboscamento che sta avendo luogo in tutto il nostro Parco Regionale, informando la cittadinanza su quello che sta succedendo nelle nostre foreste.

In particolare abbiamo scelto la piazza di Genzano perchè proprio grazie a un progetto dell'amministrazione è stato completamente raso al suolo un magnifico lecceto secolare sul costone del lago di Nemi, un ecosistema prezioso e un angolo di bosco splendido. Il cantiere aperto su via del Perino (la via che dal paese scende al lago lungo il pendio boscato) prevedeva la "messa in sicurezza del costone" e il rifacimento della strada con fondi del PNRR che ammontano a circa 3 milioni di euro. Considerando che poco più di 1 km avrà questo costo esorbitante, parliamo di una strada costosissima. Lì dove c'era quello che stava ridiventando un sentiero in un meraviglioso bosco antico oggi diventato una discarica a cielo aperto e un deserto di ceppi tagliati.

La scorsa settimana, finalmente aggiungiamo, lo stesso Comune di Genzano ha deciso di rescindere il contratto con il consorzio "ARTEK" di Roma e, quindi, anche con l'impresa esecutrice dei lavori la "CFC s.r.l." di Colleferro per le gravi inadempienze e i danni riscontrati.

Queste ultime sembra abbiano provato a scaricare le responsabilità sul direttore dei lavori, l'architetto Cianchetti, incaricato dalla “Consolidamenti & Dissesti srl", affidataria della Direzione lavori.

Questo "tutti contro tutti" avviene con gli evidenti danni che sono stati segnalati già molti mesi fa.

Continuiamo quindi a chiedere un incontro con l'Amministrazione comunale genzanese, il prima possibile, eventualmente anche domenica 7 aprile direttamente in piazza.

Ma non manifesteremo "solo" contro il taglio a via del Perino.

Ci preoccupa la situazione generale all'interno del "Parco Regionale dei Castelli Romani" dove ormai è quasi impossibile trovare un sentiero che non sia diventato un'autostrada per un cantiere forestale.

Infatti, forse a causa degli incentivi pubblici per le cosiddette biomasse, ritenute a torto fonti di energia rinnovabile, è in corso nel nostro territorio un vero e proprio assalto alle particelle boschive pubbliche, concesse dai comuni tramite aste per il taglio, e ovviamente alle particelle private.

Siamo già stati in piazza e nei boschi di Rocca di Papa e di Nemi con decine di persone e abbiamo potuto vedere come si sta riducendo la superficie boschiva che, lo ricordiamo, preserva dal rischio idrogeologico, è fonte di vita per specie animali, vegetali e funghi, rende di notevole bellezza il paesaggio, assorbe circa 9 tonnellate di CO2 ogni ettaro ogni anno, è parte integrante del ciclo dell'acqua e si contrappone all'aumento delle temperature e alla desertificazione. Ed è da sempre parte integrante della storia e della cultura di questo nostro territorio disseminato di aree di notevole interesse archeologico.

Le ruspe, i camion e i cingolati stanno devastando il sottobosco ed i sentieri, inquinando l'ambiente sia con i diesel dei motori a scoppio che con i relativi rumori che rendono i boschi del tutto simili a una fabbrica.

Gravi responsabilità le ha anche l'Ente Parco, che rilascia nulla osta, effettua scarsi controlli e rivendica addirittura il taglio ceduo sulle sue pagine web.

Quando le ditte vengono sanzionate per tagli irregolari, se la cavano con multe irrisorie che vengono già messe in conto come dei costi per loro sostenibili.

Ormai non basta più effettuare segnalazioni e pubblicare foto, occorre scendere in piazza per dimostrare che non vogliamo progetti speculativi che effettuino ulteriori disbocamenti, perchè magari fanno gola i soldi a pioggia del PNRR o mascherati da "manutenzione" del bosco.

A Nemi in tante e tanti abbiamo fatto smontare un vergognoso cantiere che avrebbe fatto scempio della spiaggia della "ex-Fiocina" mentre il sindaco sosteneva fino all'ultimo la sua necessità.

A Velletri il Monte Artemisio è sotto attacco ed una ditta si trova alla sbarra in Procura di Velletri, ma non viene costretta dal Comune ha spegnere le motoseghe e l'Ente Parco non si è nemmeno costituito parte civile.

A Rocca di Papa, l'Ippovia costata oltre 200 mila euro di fondi pubblici, è stata devastata per il cantiere in zona "Madonnella" mentre le "Faete" e "Monte Cavo" cominciano ad assomigliare a lande lunari.

Stessa sorte è toccata alla via Francigena tra Nemi e Velletri, in zona "Vallette".

Continuando a tagliare i "nostri" boschi con questo ritmo, che si rispetti o meno il quadro normativo e le relative specifiche tecniche, i primi 40 anni di festeggiamenti dall'istituzione dell'Ente Parco, nato per tutt'altri motivi, saranno anche gli ultimi.

Ma in tutta Italia stanno sorgendo movimenti per la difesa degli ecosistemi in opposizione al selvaggio disboscamento in atto orami ovunque per soddisfare le esigenze di profitto di grosse ditte private che giovano di incentivi pubblici: questo emerge dalle diverse inchieste giornalistiche, tra le quali meritano di essere citate quelle di marca RAI condotte da Ludovica Jona e da Sabrina Giannini.

Domenica 7 aprile, invitiamo tutti/e in piazza Frasconi, a partire dalle 10.00, dove svolgeremo un'assemblea pubblica ed esporremo una mostra con le fotografie scattate nei luoghi dei Castelli Romani soggetti ai tagli boschivi per far vedere cosa sta succedendo senza che le istituzioni preposte fermino questi scempi.

 
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