Perfetto come un cerchio, "C'è ancora domani" di Paola Cortellesi sbarca su Netflix e Sky
Pubblicato: Lunedì, 01 Aprile 2024 - redazione attualitàROMA (cinema) - Già campione d'incassi, l'opera prima da regista dell'attrice romana è semplicemente un capolavoro
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Non c'è davvero nulla di sbagliato, nulla che non torni, nulla da spiegare, da interpretare o rivedere. Non c'è nessun cerchio da quadarare perché "C'è ancora domani" è assolutamente perfetto, come un cerchio per l'appunto.
Tondo e pieno, un inno alla gioia, alla libertà, all'uguaglianza, alla parità dei diritti. Senza alcuna retorica, senza ipocrisie, senza artefazione. Senz'altro con un punto di vista al femminile, senza dubbio, ma allo stesso tempo con una chiave al maschile.
L'opera prima di Paola Cortellesi nella doppia veste di attrice e regista è un capolavoro. Arriviamo certamente tra gli ultimi a dirlo, ma da ieri che "C'è ancora domani" è sbarcato su Netflix e Sky, il completo e pieno accesso del grandissimo pubblico rende il lavoro della Cortellesi alla portata di chiunque. E alla portata di chiunque dovrebbe essere veramente posto: nelle scuole, nei luoghi pubblici, nei cinema, nelle riunioni di condominio.
In bianco e nero ed interamente recitato in romanesco, il film esce semplicemente da un'altra era e pure è così drammaticamente attuale.
Spaccato crudo ed irriverente della Roma patriarcale dell'immediato secondo dopoguerra, il film di una Paola Cortellesi a lunghi tratti nelle forme di quella Anna Magnani che quasi non si ricordava, gode innegabilmente anche di un cast mai così convincente in chiave nazionale. Valerio Mastandrea, carnefice in una cultura faticosamente scardinata mattone dopo mattone sino al suffragio universale del 2 giugno 1946 che diede gloria alla Repubblica, è la spalla migliore per la protagonista: fonte di ribellione silenziosa, di ricerca di un domani mai troppo lesto ad arrivare, ispirazione per una vita alternativa. Orgoglio a testa alta.
Marcella (la brava Romana Maggiora Vergano), figlia prediletta e designata, compie in pochi passaggi quel percorso di emancipazione e speranza che una madre fin troppo coraggiosa le ha preparato arrivando a sacrificare se stessa, senza mai abbassare la testa. Con l'orgoglio di donna.
Bravi e credibili tutti gli altri. E davvero non è poco.
Sarebbe banale ed irriconoscente rinchiudere "C'è ancora domani" nel recinto di un'opera destinata a far riflettere sulla parità dei diritti. C'à molto, molto di più di uno spaccato sociale della Roma post città aperta, ancora alla prese con la polizia militare americana nelle strade e sarebbe senz'altro un colpo al sogno ad occhi aperti il voler fornire per forza ogni possibile chiave di lettura. Che sia lo spettatore, coinvolto o meno, uomo o donna, repubblicano o monarchico, a trovare la sua personale via interpretativa
Da castellani, piace infine - e vogliamo dirlo alla regista - quel cameo destinato a Frascati (foto d'apertura) nell'autocarro che a mo' di corriera in tempo di guerra carica passeggeri verso la città tuscolana.
Ecco: di emozioni così ne vorremmo 1000 e 1000 ancora, ma sappiamo per certo che "C'è ancora domani" è una perla rara. Ci piace sperare non unica.