Don Pino Puglisi, combattere la criminalità con la rivoluzione del bene

Pubblicato: Venerdì, 15 Settembre 2023 - Fabrizio Giusti

ACCADDE OGGI - Il 15 settembre del 1993 l'omicidio del sacerdote di Brancaccio

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Quando i sicari di Cosa Nostra si avvicinarono davanti al portone del civico numero 5 di piazzale Anita Garibaldi, nel quartiere Brancaccio di Palermo, Don Pino Puglisi non venne travolto dalla sorpresa.  Sorrise al suo assassino e disse: “Me lo aspettavo”. Era il 15 settembre 1993, il giorno del suo 56° compleanno.

Sulla sua tomba, nel cimitero di Sant'Orsola a Palermo, sono scolpite le parole del Vangelo di Giovanni: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici".

A premere il grilletto fu Salvatore Grigoli. Una volta pentito, raccontò gli ultimi istanti di vita di quel sacerdote che aveva cominciato a svolgere il suo lavoro  - senza tenere conto delle regole di ‘Cosa Nostra’ - in maniera candida e mai arrogante.

Padre Puglisi dava fastidio. Lavorava con i giovani e per i giovani, con le famiglie e per le famiglie. Un affronto gravissimo per quello ‘Stato nello Stato’, come si usa dire, che era (ed è) la criminalità organizzata di quel periodo storico terribile per la Sicilia, fatto di morti, stragi, ma anche di episodi di straordinario ed altissimo riscatto.

“Il primo dovere a Brancaccio è rimboccarsi le maniche - diceva - e i primi obiettivi sono i bambini e gli adolescenti: con loro siamo ancora in tempo, l’azione pedagogica può essere efficace”.

Circa due mesi prima del suo omicidio, un incendio aveva parzialmente distrutto il portone della sua chiesa, la parrocchia di San Gaetano, ma Don Pino non si era lasciato intimidire.

Nelle sue omelie continuò ad attaccare i mafiosi, a cui stava sottraendo la manovalanza dei ragazzi di strada grazie anche alla fondazione del ''Centro Padre Nostro'', trasformatosi in breve tempo in un punto di riferimento per quel rione alla periferia dove l’illegalità e la mafia avevano dettato i tempi, scelto come vivere il presente.

Il 25 maggio 2013, sul prato del Foro Italico di Palermo, davanti ad una folla di circa centomila fedeli, è stato proclamato beato. È il primo martire riconosciuto della Chiesa ucciso dalla mafia.

Un giorno, parlando alla sua gente, Don Puglisi disse: ''Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto''. La regola di ogni cambiamento parte ancora oggi da questo concetto fondamentale. Di legalità, di Pace e Amore.