La “minestra co i pisiegli” di Labico fra le ricette storiche nel progetto “Cibo, memoria, identità dei Castelli romani e Monti prenestini”
Pubblicato: Giovedì, 26 Gennaio 2023 - Redazione attualitàilmamilio.it - contenuto esclusivo
La “Minestra co i pisiegli” è la ricetta candidata dal Comune di Labico nel progetto “Cibo, Memoria, Identità dei Castelli Romani e Monti Prenestini – Una Terra Ospitale”, realizzato dal GAL CRMP in collaborazione con la Comunità Montana Castelli Romani E Prenestini, con il contributo della Regione Lazio.
La minestra, a base di piselli, guanciale e maltagliati all’uovo, attesta la tradizione contadina del territorio labicano.
La ricetta originaria prevede, infatti, l’utilizzo della Roncoletta Labicana: un’antica varietà di piselli caratterizzata dal baccello incurvato che godeva di grande notorietà nel primo Novecento.
Come raccontano le testimonianze orali locali, negli anni Trenta, l’intera area rurale di Labico fu destinata a zona sperimentale proprio per accrescere la produttività di questo legume.
Nello stesso periodo nasceva anche la tradizionale Sagra dei Piselli, svolta nel mese di giugno. Una ricorrenza molto sentita e partecipata dalla comunità labicana, caratterizzata dalla sfilata dei carri allegorici.
L’unicità della “Minestra co i Pisiegli” risiede proprio nel suo legame con il territorio di Labico e con i suoi cittadini. Gli anziani del posto, detentori della sapienza storica e tradizionale, raccontano anche di un canto - in gergo dialettale “La Pisellotta” - intonato dai contadini durante la raccolta del legume e della preparazione del piatto.
La pietanza attesta il legame plurisecolare della popolazione di Labico con la “cultura dell’orto”. È del 1608 lo statuto dell’Antica Città di Lugnano, oggi Labico, che obbligava il capofamiglia a coltivare l’orto affinché durante l'anno non mancassero i prodotti di prima necessità.
Di seguito un estratto dal Libro IV dello “Statuto del Castello di Lugnano” del 1608:
CHE OGN’UNO DEBBIA PIANTAR L’HORTO – CAP. XX
“Item Statuimo, che ogni persona ogn’anno debbia piantar cipolle,
Agli, e caoli, e farsi l’horto. Sotto pena di tre giulij”.