Grottaferrata | Il sindaco Di Bernardo: "Ecco come funzionerà la Casa rifugio per donne"

Pubblicato: Sabato, 24 Dicembre 2022 - redazione attualità

diBernardo12 grottaferrata ilmamilioGROTTAFERRATA (attualità) - Si tratta di un alloggio (2 appartamenti) sottratti alle mafie che diventeranno entro primavera una casa di "semi-autonomia" destinata all'accoglienza di massimo 3 vittime di violenza con figli. Per un periodo fino a 12 mesi. In collaborazione con l'associazione "Ponte donna", il primo anno sarà sperimentale

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Vedrà la luce entro la prossima primavera e sarà la prima "Casa di semi-autonomia" destinata a donne vittime di violenza dei Castelli romani.

Come noto, difatti, il Comune di Grottaferrata è assegnatario del contributo di 50mila euro da parte della Città metropolitana per l'attivazione di questa struttura.

Sindaco Di Bernardo, ma 50mila euro non sono pochi?

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"Il contributo ricevuto è esattamente quello che avevamo stimato per avviare il progetto. Uno degli aspetti principali - spiega il primo cittadino - è che in questo modo di definisce una destinazione d'uso certa per un bene, 2 dei quattro appartamenti sottratti alle mafie e a disposizione del Comune da anni, che sino ad oggi non è mai stato né utilizzato né tantomeno valorizzato".

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In quei due appartamenti arriveranno donne vittime di violenza con i loro figli. "Esatto - spiega ancora il sindaco -, i due appartamenti, che sono in buone condizioni e vanno solo arredati, potranno accogliere tre, massimo 4 donne con i loro figli e per un periodo che andrà dai 6 ai 12 mesi. Si tratta di un casa di "Semi-autonomia", nel senso che queste donne - segnalateci dalla Città metropolitana, dalla Regione Lazio o dai servizi sociali territoriali - avranno già affrontato il difficile periodo della prima accoglienza e che a Grottaferrata passeranno questi mesi di reinserimento nella vita normale".judo frascati ilmamilio

"Il contributo della Città metropolitana - prosegue Di Bernardo - è quello che ci consentirà, grazie alla fattiva e decisiva collaborazione con l'associazione Ponte donna, di avviare e gestire la Casa per un anno. A seguire le ospiti sarà personale specializzato: operatrici, educatrici e psicologhe. A livello comunale sarà incarico dei Servizi sociali (responsabile la dottoressa Francesca Fabris) e al Piano di zona (responsabile dottoressa Patrizia Pisano)".

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Nel 2024, poi, il progetto andrà rifinanziato e mandato a regime. "Abbiamo tutto il tempo per le considerazioni del caso, per trovare le risorse e per definire eventuali aggiustamenti. Era fondamentale partire, prendere al volo l'occasione che si è presentata col bando della Città metropolitana e mettere un punto fermo", conclude il sindaco.

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