Le Suore Missionarie dell’Incarnazione e Frascati
Pubblicato: Sabato, 27 Novembre 2021 - Claudio Cerroniilmamilio.it - contenuto esclusivo
Torniamo a parlare delle Suore Missionarie dell’Incarnazione in questo mese di novembre 2021 in cui ricorrono i 10 anni dalla fondazione della Caritas Testimonium Servitium Onlus, l’associazione nata dalla volontà di alcuni laici vicini al carisma di Madre Carla e delle Suore Missionarie dell’Incarnazione. La Onlus, presieduta da Simona Longobardi, si è posta l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare agli interventi da realizzare nelle varie missioni delle suore. Per saperne di più è possibile visitare il sito: https://www.caritastestimoniumservitium.com/
… per quanto concerne, invece, le vicissitudini di Madre Carla - nel 2022 ricorreranno i 100 anni dalla nascita, avvenuta il 17 febbraio 1922 - abbiamo interrotto la nostra storia all’arrivo della prima comunità a Vermicino, in via Luzi a Frascati.
Dopo aver comprato la proprietà, prima di risiedere stabilmente a Frascati, ogni mattina le sorelle si recavano là, con una vecchia auto, partendo dalla Borgata Ottavia, per sistemare le due case e il terreno appena acquistati e renderli funzionali alla nascente comunità. Trascorsero così alcuni mesi, finché il 25 marzo 1963, festa dell’Incarnazione del Verbo, Madre Carla e le sorelle entrarono definitivamente nella nuova dimora di Frascati. La povertà era davvero grande nella comunità: per poter guadagnare qualcosa per vivere, le sorelle, con in testa Madre Carla, coltivavano a orto e frutteto l’appezzamento di terreno attiguo alle due case e ciò che si raccoglieva veniva venduto; così i loro prodotti consentivano per lo meno di vivere. Giunsero frattanto a Frascati nuove sorelle: Cataldo Giuseppina e Carmela (attuale Superiora generale), Lucia d’Alessandro, Anna Piu (ex Superiora generale) e altre; nella casa di Vermicino aveva trovato ospitalità e conforto anche mamma Olga. Madre Carla stilava puntualmente una specie di diario, e tra le tante notizie, leggiamo: “Non avevamo nulla oltre la casa e la terra. Non una sedia, non un tavolo.
A questo punto, attraverso il parroco di Vermicino, don Francesco Terribili, che prese un appuntamento col Vescovo di Frascati, Mons. Luigi Liverzani - uno dei più grandi estimatori e sostenitori dell’opera fondata da Madre Carla -, iniziò un percorso di graduale riconoscimento della comunità che era sorta a Vermicino. Madre Carla annotò nel diario: “Dissi che volevamo servire da vicino nostro Signore Gesù Cristo, seguendo la sua Parola, il suo Spirito, la sua vita e la sua volontà pur sentendoci indegne dell’umanità di Cristo Signore”. Il 6 giugno 1965 arrivò il primo riconoscimento a “Pia Associazione laicale delle Missionarie dell’Incarnazione”.
Particolare interesse assunse il legame con l’India, già nel precedente articolo abbiamo affermato che in molti conoscono le suore come “indianine”. Infatti, un amico sacerdote di Madre Carla, Mons. Mario Pimpo, conosceva il Cardinal Caprio – che era stato Nunzio Apostolico in India – il quale creò un contatto con don Joseph Kureethara, un sacerdote indiano che poi sarebbe diventato Vescovo di Cochin in India. Grazie a questo incontro, pochi anni dopo, si aprirà la via per una presenza missionaria delle suore in India e per la loro diffusione in quel lontano paese. Così già nel 1970 arrivarono le prime sei vocazioni indiane e nel 1972 Madre Carla e le prime sorelle emisero i voti religiosi. Nel mese di gennaio del 1973, la comunità fu colpita da un grave lutto: Madre Carla perdeva l’amata mamma Olga. L’8 dicembre 1974 la comunità venne riconosciuta come Istituto religioso e nello stesso anno Madre Carla pianificò il primo viaggio in India. Là visitò il sacerdote che l’aveva aiutata, e una persona, sempre tramite padre Joseph, le regalò un appezzamento di terreno. Era l’inizio di una nuova e lunga avventura missionaria sul suolo indiano. Infatti, poco dopo iniziò l’edificazione di una nuova casa per le suore a Cochin. Si avviò così nel 1976 la Missione in India che vi racconteremo nella prossima puntata.