Elezioni Frascati | Il gioco delle tre carte del centrodestra e quel polo che non è riuscito a riconoscersi
Pubblicato: Giovedì, 17 Giugno 2021 - redazione politicaFRASCATI (politica) - Due sole le certezze assolute del voto di ottobre: Francesca Sbardella e Roberto Mastrosanti
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Partiamo dalle certezze: Francesca Sbardella candidata sindaco della coalizione a guida PD, Roberto Mastrosanti ricandidato sindaco (ancora con Italia Viva?) di una o più liste che tentano di riaggiustare i cocci del disastro politico chiuso dalla sfiducia del 17 febbraio.
Più di questo, con certezza, è impossibile dire.
Perché il vero dilemma, che potrebbe essere solo una infinita boutade a perdere, è legato al centrodestra. Nei giorni scorsi con la candidatura ufficiale a sindaco di Mario Gori da parte della sua lista sembrava che, dopo mesi che se ne parlava, il cerchio dovesse chiudersi definitivamente.
Ma così ancora non è.
Perché da una parte c'è la Lega, che avrebbe ora ri-avanzato velleità separatiste (a straperdere) mettendo - si dice - sul tavolo il nome del dirigente sovracomunale Felice Squitieri: dall'altra c'è l'eterno rampollo in rampa di lancio, eternamente inviso dalle dirigenze locali d'area, Mirko Fiasco. Sul nome di Gori ha sempre detto Fiasco di non essere disposto a puntarci nulla ed è anche per questo che, già lanciata la candidatura di Anna Delle Chiaie (già Forza Italia con anima fortemente destrorsa) con tanto di simbolo, lo stesso Fiasco punta a spaccare - per quanto a lui possibile - una coalizione dalla quale spera di ottenere probabilmente qualche pezzo che ne possa rafforzare le sue non certo foltissime file.
Eccolo qui il centrodestra frascatano: sempre perdente e da 15 anni avvitato sul dualismo Fiasco contro tutti che, di fatto, non ha mai portato a nulla.
Tanto che, val la pena ricordarlo, l'unico riconosciuto esponente di centrodestra (tranne gli indecifrabili Lonzi, Ambrosio e Magliocchetti fu per 3 anni e mezzo sono stati nella maggioranza dell'Italia Viva sindaco Mastrosanti...) che abbia calcato gli scranni della maggioranza è stato proprio quel Mario Gori che evitò a Stefano Di Tommaso (PD, l'ultimo sindaco finora ad arrivare a fine mandato) di cadere anzitempo.
Detto di un centrodestra che prova a capire cosa fare da grande - ma attenzione che l'area si avvarrà senz'altro della forza nazionale di Lega e Fratelli d'Italia - resta da dire di quello che doveva essere un progetto di effettiva grande novità ma talmente folle da apparire visionario: il "Terzo polo", la cosiddetta coalizione di salute pubblica.
Sfilatisi, come visto, Mastrosanti e Fiasco (con quest'ultimo che però deve ancora capire bene dove mettersi rischiando, di contro, di restare fuori da tutto e di non riuscire neanche ad ottenere un seggio), e con un dialogo a dir poco difficile con i fuoriusciti del Pd, la squadra appare abbastanza svuotata.
Se sembra definitivamente tramontata la possibile candidatura di Giorgio Rubini che per un po' venne considerato l'uomo buono per il Terzo Polo salvo poi diventare solo la possibile espressione degli ex Pd e similari, il nome che torna sul tavolo è quello - proposto dall'area 5 stelle - di Lucia Santoro.
La vera domanda da porsi è però un'altra: riusciranno tutti coloro che oggi sono senza una "casa" politica ad esprimere uno o più candidati sindaco per partecipare alle elezioni di ottobre?
La sensazione più evidente è che si sia trattato di una grande occasione perduta.