Ciampino | Cambia statuto comunale. Il presidente del consiglio sarà “despota” d’aula e di parte
Pubblicato: Giovedì, 20 Maggio 2021 - Matteo CaréCIAMPINO (politica) - Il nuovo statuto va a toccare il cuore del processo democratico. Il consiglio diventa un organo di sola ratifica delle decisioni prese dalla Giunta
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L’iter di proposte di modifica allo statuto comunale e le due proposte di modifica al regolamento del consiglio comunale, concludono il loro viaggio istituzionale.
Questa lunga riforma, iniziata il 16 aprile, ha visto l’opposizione di tutti i gruppi consiliari di minoranza.
Alla fine, dopo ben tre consigli comunali, tutti caratterizzati da bagarre e litigi, si è giunti all’approvazione venerdì scorso. Risultato: “Uno snellimento delle procedure di Consiglio che vanno a garantire tempi sempre più brevi per affrontare tutte le questioni della vita amministrativa”, dichiara la sindaca Ballico in una nota.
Secondo l’opposizione, invece, le modifiche approvate non garantiscono più l’autonomia del consiglio comunale e sono di sostegno alla sola attuale amministrazione.
Per farsi un’idea sull’importanza e la pericolosità istituzionale di questa riforma basta leggere il nuovo statuto comunale.
Nuova modalità di elezione del presidente del consiglio comunale
Con il nuovo statuto, il presidente del consiglio comunale verrà eletto con una maggioranza assoluta. Prima, veniva richiesta una maggioranza qualificata di 2/3 dei componenti. Questa maggioranza di ben 17 componenti, aveva l’obiettivo di non legare troppo il presidente alla amministrazione, in vista dei delicati compiti istituzionali che lo stesso doveva svolgere. Ora, in sintesi, il presidente, non sarà più l’anello di congiunzione tra i gruppi di minoranza e l’amministrazione ma diventerà espressione della maggioranza.
Istituzione di una nuova figura
Verrà istituito, un nuovo vicepresidente accanto a quello già esistente.
In caso di assenza o temporaneo impedimento del presidente, uno dei due vice, prenderà il suo posto.
Se prima questo compito spettava all’unico vicepresidente, che a norma dello statuto doveva necessariamente appartenere alla minoranza, il nuovo vice sarà espressione della maggioranza, visti i tempi e le modalità di elezione.
Per il nuovo statuto, la revoca potrà avvenire solo nei “casi gravi di violazione dei doveri istituzionali e nei casi di gravi violazione di legge, statuto e regolamenti”.
Una volta accertate queste violazioni basterà il voto positivo di 13 consiglieri contro i 18 del vecchio stato.
In sintesi, qualora le azioni del presidente sono contrarie ai voleri dell’amministrazioni, questo potrà essere rimosso con una maggiore facilità. In virtù della fatto che la nuova condizione posta, dovrà essere accertata dalla sola maggioranza.
Le modifiche relative alle commissioni permanenti
Il nuovo statuto va a disciplinare anche il funzionamento di un importante organo come le commissioni consiliari.
Se prima i componenti delle commissioni permanenti rappresentavano “ con criteri proporzionali, complessivamente tutti i gruppi” con le nuove modifiche la nomina dei commissari dovrà rispettare la composizione tra maggioranza e minoranza.
L’aumento del numero di commissione ( da 4 a 5) e posto il vincolo che uno stesso consigliere potrà partecipare fino ad un massimo di tre commissioni, fa si che tutti i gruppi consiliari composti da un solo membro, non potranno più partecipare, con diritto di voto, a tutte le commissioni permanenti.