BRACCIANO (attualità) - Ieri il convegno dell'organizzazione. Nel 2017 precipitazioni ridotte tra l’80% e l’85% e i laghi entrano in crisi anche a causano delle eccessive captazioni. Il Lago di Bracciano ha un livello idrometrico di 140 cm rispetto allo zero con ripercussioni gravi su tutto l’ecosistema.
 
Un quadro preoccupante. Il sistema dei Laghi del Lazio vive una crisi complessiva a causa dell’abbassamento dei livelli idrometrici. Per questo motivo oggi Legambiente ha presentato ieri il dossier “Captazioni e Abbassamento dei Laghi nel Lazio” in un incontro pubblico organizzato presso il lago di Bracciano, a Trevignano nel Lazio, con la partecipazione dei rappresentanti dell’associazione, gli amministratori locali, esperti del settore, l’Ente parco, comitati e cittadini interessati alla tutela del lago.
 
L’enorme siccità che ha colpito il territorio, a giugno 2017, ha peggiorato il quadro delle situazione.  Registrati valori di mm caduti di pioggia ridotti dell’80% rispetto ai massimi registrati negli anni precedenti. A Bracciano, ad esempio, sono caduti appena 196,4 mm di pioggia da inizio 2017, a fronte dei 603,4 totali nel 2007 (anno di minima piovosità) e 1.519,9 nel 2014 (anno di massima piovosità). Numeri che raccontano una grave emergenza.
 
“Il clima che cambia impone cambiamenti radicali per gestione e consumo della risorsa idrica, non lo svuotamento delle riserve, questo è il presupposto da cui partire – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – prima di danneggiare in maniera irreversibile i preziosi e delicati ecosistemi lacustri e idrici che abbiamo sul territorio regionale. Oltre a combattere con tutte le forze le emissioni di gas climalteranti, c’è bisogno di piani di adattamento anche su scala locale, a partire dalla città di Roma, in cui è necessari anche un adeguamento delle condutture colabrodo che sul territorio provinciale perdono il 44,4% dell’acqua. Serve inoltre un forte controllo delle amministrazioni pubbliche rispetto ai soggetti gestori delle risorse idriche, per garantire gli investimenti e gli interventi necessari alla loro tutela e ad un accesso garantito da parte di tutti, anche delle generazioni future. Ma una diversa gestione della risorsa idrica deve coinvolgere anche il settore agricolo e industriale e bisogna intervenire sul consumo quotidiano, educandoci ad un uso consapevole della risorsa, e abbandonando l’idea dello spreco e dello sfruttamento spregiudicato delle riserve, a partire dalle sorgenti e dai grandi laghi laziali”.
 
Per mantenere acqua nelle tubature di Roma, Acea ha captato fino a 2.600 litri al secondo in questi mesi nel Lago di Bracciano, il quale livello è ora sotto di 140 cm dallo zero idrometrico, con ripercussioni sull’ecosistema, la cui soglia massima di tolleranza è di – 150 cm. Superare questo limite porterebbe alla perdita di circa il 13-15% della superficie utile all’auto depurazione, mettendo ulteriormente in gravità lo stato del bacino. Quanto agli ultimi provvedimenti la posizione è chiara: “Lo stop alle captazioni che arriva dalla Regione Lazio, è un atto molto positivo – afferma Scacchi – che mette fine ad una forzatura ecosistemica inaccettabile e obbliga la collettività a fare i conti con un nuovo modello di utilizzo della risorsa idrica, che deve essere messo in campo velocemente, data l’enorme crisi idrica attuale”.
 
SCARICA IL DOSSIER 
 
Secondo i dati del dossier di Legambiente anche altri laghi del Lazio soffrono della medesima problematica. Arrivando ai Castelli Romani, il livello del Lago Albano- Castel Gandolfo è rimasto pressoché costante dal 1950 fino al 1980, poi è iniziato il prosciugamento: 50 centimetri dal 1980 al 1985, nel decennio successivo una discesa sino a meno 2 metri e infine, tra il 1995 e il 2005, si è raggiunta la soglia negativa di meno quattro metri rispetto al livello originario. Negli ultimi 57 anni il livello delle acque è diminuito di quasi cinque metri, negli ultimi dieci anni ben 21 milioni di litri d’acqua sono terminati. Non sono meglio le condizioni degli altri laghi, come quello di Vico o di Canterano.
 
“La Goletta dei laghi – dichiara Simone Nuglio, responsabile della campagna – si pone come primo obiettivo la tutela della risorsa idrica e dei preziosissimi ecossitemi che abbiamo su tutto il territorio nazionale. Nel 2017 il cambiamento climatico si è riversato con tutta la sua evidenza sugli ecosistemi lacustri, molti dei quali entrati in crisi idrica per diversi mesi dall’inizio dell’anno. Per tutelare questo patrimonio nazionale è necessario quindi non solo ridurre gli scarichi ma anche preservare la quantità di risorsa idrica. Per questo lanciamo oggi l’allarme riguardo i laghi laziali, che in questi ultimi anni hanno visto un elevato abbassamento del livello, rispetto ai valori di riferimento. Se non si interrompe questa tendenza rischiamo di avere delle conseguenze irreversibili da cui sarà difficile tornare indietro. Tutela, conoscenza scientifica e una vasta alleanza di tutti i soggetti interessati, sono gli obiettivi principali della nostra campagna.”.
 
Un momento di profonda crisi sta dunque attraversando la Regione. Per salvare un'intero patrimonio e il futuro della qualità della vita delle generazioni presenti e che arriveranno nei prossimi anni è fondamentale una presa di coscienza dei problemi, ma anche un intervento forte e condiviso di tutte le istituzioni interessate a tutti i livelli, dai Comuni al Governo. 
 
Perdere tempo ancora non si può.