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- Scritto da Federico Smacchi
FRASCATI (attualità) – Il NEOCC ha tenuto d’occhio il corpo celeste che rischiava di schiantarsi sulla Terra il 4 luglio 2023 con conseguenze catastrofiche. Dopo settimane le probabilità sono fortunatamente scese a zero
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Dopo due anni di pandemia e la guerra in Ucraina mancava soltanto lo schianto catastrofico di un asteroide sulla superficie terrestre per averle viste veramente tutte. No, non stiamo parlando di “Don’t Look Up”, il film con DiCaprio e Jennifer Lawrence, ma delle osservazioni condotte dal Near-Earth Object Coordination Centre di Frascati, nei laboratori dell’Esa-Esrin, che nelle prime settimane di gennaio ha catturato la preoccupante orbita dell’asteroide più pericoloso degli ultimi 10 anni.
Le prime misurazioni su “2022 AE1”, così l’hanno chiamato gli scienziati, avevano fissato al 4 luglio 2023 la data del potenziale impatto, con la probabilità più alta mai registrata nell’ultima decade. Dopo ulteriori settimane di osservazione, per fortuna, quella probabilità è crollata fino a raggiungere lo zero, ma in caso di schianto le conseguenze sarebbero state a dir poco drammatiche.
Sì, perché anche se non stiamo parlando della cometa Dibiasky, la planet-killer del film Netflix grande dai 5 ai 10 km, l’asteroide monitorato dal Centro di coordinamento frascatano, di “appena” 70 metri di diametro, avrebbe prodotto un’esplosione di una potenza pari circa a 22 Megatoni, come se 1500 bombe nucleari come quella di Hiroshima venissero sganciate nello stesso momento.
L'asteroide 2022 AE1 immortalato dal telescopio Calar Alto Schmidt in Spagna (Fonte: ESA)
L’osservazione, durata settimane, aveva messo in allerta il Planetary Defence Office dell’Agenzia spaziale europea, che ha centri operativi in tutto il mondo tra i quali quello importantissimo di Frascati, che fornisce dati e informazioni a tutto il network, e che ha avuto un ruolo centrale nel monitoraggio di 2022 AE1, complicato per giunta dalla Luna, che ha coperto per sette giorni l’orbita dell’asteroide caricando di incertezza gli scienziati.
Per fortuna, con le osservazioni successive la probabilità di impatto è scesa allo zero, ma sicuramente si è trattato di un evento raro anche per chi come l’astronomo Marco Micheli del Centro tuscolano fa questo tipo di monitoraggio ogni giorno.
“Con questo lavoro non c’è da aspettare il lunedì per tornare in ufficio”, spiega Marco, che ha il compito di raccogliere dati sugli asteroidi nella risk-list dell’Esa, e che ha monitorato 2022 AE1 anche nel weekend dell’8 gennaio.
“Ma è parte della sfida, e lo adoro. Il network di telescopi sparsi in tutto il mondo al quale abbiamo accesso in tempo reale rende questo “lavoro da detective” molto più facile. L’Esa è unica in questo, e ci permette di osservare gli asteroidi in qualsiasi momento. Per farlo è fondamentale che sia notte, e c’è sempre almeno un centro operativo dov’è possibile osservare gli asteroidi”.
Insomma, scampato pericolo. L’importante è non dimenticare mai di tenere lo sguardo puntato al cielo. A farlo per noi per fortuna c’è anche il NEOCC di Frascati, che connette scienziati di tutto il globo per provvedere alla difesa del pianeta, o nel peggiore dei casi, per fornirci la data esatta della fine del genere umano, proprio come il dottor Mindy di Don’t Look Up.
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