CAVE - La prima squadra agonistica della Cavese Academy 1919 che giocherà un match ufficiale sarà l’Under 18 regionale. I ragazzi di mister Domenico Proietti inizieranno domenica il loro campionato: ad attenderli c’è la sfida casalinga col Colleferro.

“Li abbiamo già affrontati in amichevole alcuni giorni fa – spiega l’allenatore – Una buona compagine che può contare anche su un’Under 19 Elite e quindi vedremo con quale squadra si presenteranno”. L’allenatore è prudente sugli obiettivi stagionali del suo gruppo: “Giochiamo senza pressioni, vivendo alla giornata. Il livello del campionato è pur sempre regionale anche se questa è una categoria “di transizione”, abbiamo scelto di farla proprio per preparare i ragazzi in vista della futura Under 19. Poi, si sa, quando si scende in campo a nessuno piace perdere o fare brutte figure”.

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Proietti conosce molto bene questo gruppo avendolo allenato nell’Under 17 provinciale la scorsa stagione: “L’ossatura è rimasta quella dell’ultimo campionato, ma chiaramente c’è qualche incognita legata alle avversarie e alle difficoltà che potremo incontrare nella categoria regionale. Mi ha fatto molto piacere il fatto che mi affiancherà anche mister Aldo De Angelis, un tecnico di grande esperienza che ha grande fiducia nelle potenzialità di questi ragazzi e che allenerà pure in prima persona l’Under 15 provinciale”. Il tempo delle amichevoli è finito e l’Under 18 regionale della Cavese Academy 1919 è pronta per disputare le gare da tre punti, affidandosi alla guida di un tecnico come Proietti che ormai è di casa allo stadio “Ariola”: “Il rapporto con la società è ottimo, ho giocato una vita qui e l’ambiente lo conosco benissimo. Il club ha avviato da un paio d’anni un serio discorso legato all’attività giovanile agonistica, ma per crescere e strutturarsi ci vuole tempo e tanto lavoro”.

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COLONNA - La Ssd Colonna prova a rilanciare il settore volley. Per farlo si è affidato alla competenza e alla passione di Guglielmo Ciurlante che ormai da tempo frequenta questo modo e ora sarà il responsabile del settore pallavolo del club castellano. “Da ragazzo ho giocato a calcio, poi una volta diventato genitore ho cominciato a seguire le mie figlie che praticavano la pallavolo – racconta Ciurlante - Da lì mi sono sempre più avvicinato a questa disciplina e sono stato dieci anni presidente del Città di Frascati, poi per una serie di motivi ho dovuto lasciare la società e da qualche tempo mi sono rimesso a collaborare con il San Nilo Grottaferrata per curare la prima squadra (che ora milita in serie D femminile, ndr).

Inoltre sono attualmente responsabile regionale della Uisp per il settore pallavolo e proprio grazie a questa attività è nata la prospettiva di provare a riformare qualche gruppo a Colonna dove un vero settore volley manca da tempo”. Ciurlante e il Colonna hanno dunque organizzato alcuni eventi promozionali al pallone polivalente e tuttora per la pallavolo c’è spazio tutti i lunedì e mercoledì dalle ore 16 alle 18.

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“Si è avvicinato un gruppetto di ragazzini di età compresa tra gli 8 e 12 anni, ma siamo aperti ad accogliere anche bambini più piccoli o ragazzi più grandi: li sto allenando in prima persona, ma la parte che più prediligo è quella organizzativa. Se i numeri dovessero ampliarsi, ovviamente, inseriremo nuove figure tecniche: in qualsiasi momento maschietti e femminucce che vogliono provare, possono venire a trovarci in modo totalmente gratuito per un paio di allenamenti e poi decidere cosa fare. Partiamo da questo nucleo come un primo passo per rilanciare il settore, cercando di trasmettere l’amore verso questo sport ai giovani atleti e alle loro famiglie. D’altronde Colonna è un territorio che ha delle possibilità di sviluppo interessanti a livello pallavolistico, come dimostrato in passato. Ai tempi della mia esperienza al Città di Frascati conobbi don Vincenzo Palamara (a cui è intitolato il pallone polivalente del Colonna e che ha fatto tanto bene per i giovani del paese, ndr) che propiziò alcuni rapporti di collaborazione proprio con Colonna e quindi conosco bene le potenzialità di questo territorio. Comunque al momento faremo attività di tipo promozionale e magari se il gruppetto si rimpolperà potremo farlo partecipare ad alcuni tornei e manifestazioni nel circondario” conclude Ciurlante.

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FRASCATI - La serie C femminile del Volley Club Frascati è entrata nella settimana d’esordio. Le ragazze di coach Simone Iovino sono pronte al debutto che avverrà sabato tra le mura amiche contro la Fenice: “Loro di solito allestiscono sempre delle buone formazioni, sarà sicuramente un incontro duro – dice il centrale classe 2002 Giulia Ferretti - E’ chiaro che alla prima in casa ci teniamo a fare bene, sarebbe importante partire bene anche per una questione di riscatto rispetto alla passata stagione”. La Ferretti, al suo sesto anno nel club tuscolano, è stata confermata come capitano della prima squadra femminile: “Ormai questa è una seconda casa, mi trovo molto bene”. Dopo le difficoltà dell’anno scorso, la serie C femminile del Volley Club Frascati ha voglia di rifarsi: “L’obiettivo principale sarà quello di non rivivere le sofferenze dell’ultimo campionato. Vogliamo fare il salto di qualità e salvarci il prima possibile, poi con quel traguardo in tasca proveremo a fare qualcosa di più”.

Il gruppo tuscolano ha subito delle modifiche: “Quest’anno sono arrivate un paio di ragazze più esperte e altri elementi per completare la rosa. La squadra è abbastanza rinnovata ed è alla ricerca della migliore intesa. Ci alleniamo da fine agosto: le nuove arrivate sono molto tranquille e ci possono dare una mano”. Chi invece già guidava questo gruppo nella parte finale dell’anno scorso è coach Simone Iovino: “Ha subito stabilito con la squadra una bella sintonia – sottolinea la Ferretti – E’ un tecnico molto capace, severo quando serve. Ci può dare tanto sia dal punto di vista tecnico che tattico e mentale”. Il Volley Club Frascati si è preparato con alcuni test nell’ultimo periodo: “Abbiamo affrontato qualche amichevole contro avversarie ben formate che militano nella nostra stessa categoria. Abbiamo cercato di riprodurre in campo alcune cose su cui abbiamo lavorato in allenamento e soprattutto ci siamo divertite, quindi i riscontri sono stati complessivamente positivi. E’ chiaro che serve migliorare il grado di conoscenza tra tutte noi, ma col tempo cresceremo” conclude la Ferretti.

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ACCADDE OGGI – Nasceva il 6 ottobre del 1945 un musicista fin troppo rimosso

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Una voce esile che saltava sul limite, che sembrava cadere da un momento all’altro. Invece rimaneva lì, tra la poesia e un talento da musicista di assoluto valore.

Nel 1997, dopo una lunga malattia, ci lasciava Ivan Graziani.  Secondo le cronache, fu sepolto con la più amata delle sue tante chitarre (circa 40), una Gibson, e un gilè di pelle. Un modo per arrivare oltre la collina in divisa da palco. Già pronto.

Ivan Graziani, di cui oggi ricorre la data di nascita, è stato pop e rock, un cantautore innovativo per il suo tempo, un artigiano che metteva insieme i virtuosismi del tocco sulle corde e una componente testuale robusta, intima, descrittiva, emozionale. E’ a tutt'oggi uno degli artisti più considerati da chi si introduce nei canoni della qualità, ma con un limite di popolarità rimasto incomprensibile. Fin troppo rimosso e dimenticato, è un talento che vive ancora ai margini. Per lui la cosiddetta “rivalutazione” post mortem, capitata a molti, non è arrivata del tutto. Chissà perché.

Nato a Teramo il 6 ottobre 1945 da madre sarda e padre abruzzese, Graziani fu fondatore negli anni sessanta del secolo scorso degli “Anonima sound”. Diplomato in arti grafiche, partecipò al Cantagiro del 1967 con il brano “Parla tu”. Lentamente riuscì ad entrare nel mondo della musica a livello professionistico. Nel 1974 iniziò la carriera di cantautore solista con “La città che io vorrei”, e due anni dopo suonò per Lucio Battisti in “La batteria, il contrabbasso, eccettera”. 

Un anno di svolta è il 1976, in cui uscì un disco pubblicato dalla casa discografica Numero Uno, proprietà del duo Mogol-Battisti: la “Ballata per 4 stagioni”. Collaborò, in questi anni, con Herbert Pagani, Premiata Forneria Marconi, Bruno Lauzi, Francesco De Gregori (Bufalo Bill) e Antonello Venditti (Ullalla).

 

Il 1977 fu invece il periodo della consacrazione. Pubblicò “Lugano addio” e l’album “I lupi”. Nel 1978 fu la volta di “Pigro”: le canzoni “Monna Lisa”, “Pigro” e “Paolina”. Nel 1979 “Agnese” si trasformò rapidamente in un hit popolarissima, mentre nel 1980 “Firenze (Canzone triste)” lo pose ai vertici della discografia nazionale. Arrivato in vetta, ricordavamo prima, cominciò la lenta parabola discendente. Nonostante la buona vena ed alcuni lavori di pregio, non ottenne più il consenso degli anni d'oro. Tornò, con un certo successo, con “Maledette Malelingue” nel Festival di Sanremo del 1994. Una canzone da riascoltare ancora oggi per il suo messaggio attuale.

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Il suo limite (ma non lo è), è stato forse non cercare la popolarità d’accatto, ad ogni costo, oppure fare il personaggio da mettere in vetrina per le sue stravaganze da gossip. Era, come pochi altri, musicista per la musica. In fondo non si è fatto circuire dal mezzo commerciale, sfruttando il buon vento fino a quando c'è stato. Ha saputo raccontare la provincia, l'amore, si è messo alla ricerca, producendo un percorso esistenziale e musicale tutto suo.

Un realtà genuina, Ivan Graziani, che nascondeva dentro la profondità di chi non è artista solo per mangiare, ma anche per immaginare, vivere e crescere.

 

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