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ACCADDE OGGI - 18 marzo 1980: muore l'artista che ha superato lo spazio e il tempo
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Tamara de Lempicka (al secolo Tamara Rosalia Gurwik-Gorska) era moderna, figlia di un altro tempo, un'artista capace di essere avanti pur avendo ben salda la percezione del presente e del passato.
Inventò un stile: il suo.
Sperimentatrice, senza filtri. Il palcoscenico di Parigi, Beverly Hills, l’Italia, New York. I mondi culturali diversi ed indagati. Una donna indipendente, la rappresentazione di un'emancipazione con tutte le sue forze e le sue fragilità. Di lei si è detto che è stata la pittrice più glamour dell’Art Déco, che è stata una donna eccentrica, spregiudicata, unica.
La capacità della de Lempicka di raffigurare le mani, il corpo, i volti, ma anche le nature morte, gli arredi, le mode, ha fatto di lei una delle artiste più amate del Novecento, capace di varcare lo spazio delle epoche.
Non scompare mai la sua arte. Non scompare mai il suo colore. Resta. Il suo messaggio glaciale e di fuoco e la sua capacità di rappresentare la sensualità e la vita moderna ne hanno fatto una donna-artista che ha imposto una figura femminile nuova, libera, rivoluzionaria.
Fu la prima ad agire con la tecnica della spatola, ma anche a subire l’influenza della fotografia. Ha saputo esaltare il corpo delle donne come pochi artisti nel mondo, quel mondo che lei ha conosciuto viaggiando tra due continenti. Una leggenda. Nata nella Varsavia zarista, dentro un’Europa che abbandonava la Bella Epoque progressivamente e si lanciava verso la guerra.
Un giorno, mentre era al Teatro dell'Opera con la zia, vide un uomo nella folla. Capì che che lo avrebbe sposato. Si chiamava Tadeusz Lempicki, avvocato. A prima guerra mondiale cominciata, convolarono a nozze.
Il mondo cambiava. Durante la rivoluzione russa, suo marito venne arrestato dai bolscevichi, ma poi liberato grazie alle conoscenze della giovane moglie. Considerata la situazione, i Łempicka decisero di trasferirsi a Parigi, dove nacque la figlia Kizette nel 1920. Tamara iniziò a studiare pittura alla Académie de la Grande Chaumiere e alla Académie Ranson con maestri come Maurice Denis e André Lhote. Qui affinò il suo stile personale, influenzato delle istanze artistiche dell'Art Déco. Al Salon d'Automne, anno 1922, la sua prima mostra. Divenne famosa come ritrattista. Nel 1928 divorziò dal marito.
La fuga dai bolscevichi e l’arrivo al Parigi segnano il tempo della sua scalata. I suoi corpi di archi e cerchi, a metà tra cubismo e manierismo, offrono una costruzione scultorea, decorativa.
Tamara era mondana, ma anche inserita dentro all'ambiente culturale che contava. Ritrasse i volti dell’alta società che frequentava, delle donne che amava. Una gamma cromatica ridotta, le ombre neutre, gli occhi bistrati, le carni lucenti. La sua è una femminilità invitante, ma lontana, che sembra volere l’affermazione non rinunciando alla seduzione.
Nell’arte della Lempicka c’era e c’è una teatralità che abbraccia i fantasmi della sua epoca, uomini e donne che spesso sembrano usciti dai romanzi di Scott Fitzgerald o dagli arredi decadenti delle dimore di quel D’Annunzio che frequentò, oppure dalle vivacità di Marinetti o del cubismo.
La disciplina fu la sua volontà. Possedeva la scienza e la sensibilità. Ha trovato il suo posto tra gli artisti che rivelano la forza nella bellezza classica, espressiva e al passo con le richieste del nuovo secolo che correva e, brevemente, moriva.
La De Lempicka perì nella notte del 18 marzo 1980. In una giornata ventosa, le ceneri vennero sparse sul vulcano Popocatepetl, secondo i suoi desideri. Un alone di mistero circondò la sua vita privata. Due matrimoni alle spalle, una figlia, diversi amanti, una bisessualità dichiarata, un esempio di autonomia femminile.
Un percorso creativo e unico. Sempre straordinario.
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MARINO (sport) - Tra le scintillanti nevi e i paesaggi incantati, la Polisportiva Evergreen ASD di Marino ha fatto risuonare il suo nome con forza, come campione del 2024
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Nel cuore dell'imponente scenario montuoso del Trentino, precisamente nella suggestiva Val di Sole, dal 15 al 17 marzo, le maestose piste di Marilleva hanno assistito al 62º Campionato Italiano UISP di sci alpino 2024, un evento destinato a scrivere pagine indelebili nella storia dello sport italiano.
Tra le scintillanti nevi e i paesaggi incantati, la Polisportiva Evergreen ASD di Marino ha fatto risuonare il suo nome con forza, come campione del 2024. Un trionfo plasmato dalla tenacia, dalla passione e dall'abilità degli atleti che l'hanno reso possibile.
Al centro dell'attenzione le figure della Polisportiva Evergreen ASD: Roberto Melillo, secondo classificato nella categoria "Veterani C" (anni dal 1954 al 1963). La sua performance straordinaria ha incantato gli spettatori e ha aggiunto un tassello importante al trionfo della squadra.
Ivano Miliucci ha scalato le vette dell'eccellenza, conquistando il primo posto nella categoria "Veterani D" (anni dal 1964 al 1973), mentre Gaspare Aiello si è distinto come terzo classificato nella medesima categoria.
E poi c'è lui, Valter Petrini, il presidente della Polisportiva Evergreen ASD, un vero e proprio capitano che ha guidato la sua squadra verso la vittoria. Petrini non solo ha raggiunto il secondo posto nella categoria "Veterani" (anni precedenti al 1953), ma ha anche incarnato lo spirito indomito e la determinazione che hanno ispirato i suoi compagni di squadra a dare il massimo.
La vittoria non è stata solo una questione di abilità tecnica, ma di spirito di squadra, sacrificio e dedizione. È stata la concretizzazione di un obiettivo comune, forgiato dagli allenamenti estenuanti e dalle sfide superate con coraggio e determinazione.
La soddisfazione di Petrini e della Polisportiva Evergreen ASD è tangibile. Oggi, loro sono i campioni d'Italia, i protagonisti di una storia di successo che resterà scolpita nella memoria dello sport italiano per sempre.
In questa valanga marinese di emozioni e trionfi, la Polisportiva Evergreen ASD Marino ha scritto una pagina indimenticabile nella storia del proprio percorso.
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MONTE PORZIO CATONE (attualità) - La due giorni organizzata dalla direzione della dimora Altemps è stata un grande successo. Tanta la curiosità attorno al misterioso testo
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Un successo oltre le aspettative. Il manoscritto Voynich e la bellezza di una Villa Mondragone finalmente completamente aperta al pubblico grazie all'intuizione della presidente professoressa Marcella Pisani, portano alle falde del Tuscolo una marea di visitatori.
LEGGI Il misteriosissimo manoscritto Voynich svelato? Due giorni di scoperte a Villa Mondragone
Tanta la curiosità di conoscere le ultime scoperte relativamente al manoscritto che nel 1912 i Gesuiti cedettero all'antiquario Voynich: un manoscritto che per decenni è rimasto senza interpretazione certa. Gli ultimi studi danno ora una possibile chiave di lettura che è stata presentata in questi giorni.
Per Villa Mondragone si tratta di una vera e propria riscoperta, resa possibile dall'Università e dalla passione che gli studenti tirocinanti stanno mettendo, guidando i visitatori, in questo interessante progetto. Nella villa è presente una copia anastatica del misterioso documento, mentre l'originale si trova presso l'Università di Yale, negli Stati Uniti.
Tanti visitatori dai Castelli romani ma anche e soprattutto da Roma a conferma di quanto sia l'interesse per le ricchezze artistiche del compensorio.
Una Villa nuovamente svelata al grande pubblico che però conserva intatti ancora molti dei suoi segreti e delle sue stanze. L'attuale percorso di visita è infatti possibile solo al livello 0, quello dell'ingresso, ma la dimora di Marco Sittico Altemps deve ancora aprirsi in tutti gli altri piani dell'edificio cinquecentesto. E dei resti della villa dei Quintili che, in molti tratti, fanno da fondamenta della villa.
Da scrivere e da raccontare, dunque, c'è davvero ancora molto.
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