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GROTTAFERRATA (attualità) - Caos in mattinata, cittadini sempre più arrabbiati per una situazione insostenibile
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Ancora una mattinata di caos per il traffico di Grottaferrata e nuove proteste dei cittadini. Al centro delle polemiche, per una situazione che si protrae da anni senza soluzioni, è via di Rocca di Papa.
"Ogni mattina esiste un problema che ci costringe ad alzarci un'ora prima per uscire dal quartiere - afferma un residente - ma è anche colpa del continuo passaggio di questi dannati camion e mezzi pesanti che spesso ostruiscono la strada creando file interminabili. E' una vergona assoluta che nonostante i sindaci e le promesse di opere pubbliche mai realizzate questa situazione non venga risolta. Ma che vita è questa?".
Una zona, quella di Pratone, che sopporta da anni questo genere di condizione.
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GROTTAFERRATA (attualità) - I costi dovuti al rincaro delle bollette iniziano a far chiudere negozi anche nei Castelli Romani
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Un bar a Grottaferrata, il Purple di viale San Nilo, ha annunciato la sua chiusura. Il motivo è legato all'esplosione dei costi delle bollette. I proprietari hanno deciso di esporre gli incredibili aumenti giunti nell'ultimo mese e hanno affisso un cartello in cui hanno avvisato della serrata.
All'esterno pubblicato anche l'incremento: dai 680 euro del 2021 ai 4.150 del 2022.
"Gentilissimi clienti, oggi di fronte al quintuplicarsi insostenibile dei costi dell'energia siamo costretti a chiudere la nostra attività. Un caro saluto da tutto lo staff". Altri esercenti in tutto il territorio sono purtroppo nelle stesse condizioni e nei prossimi mesi si potrebbero registrare nuove e drammatiche scelte di questo tipo.
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VELLETRI (politica) - Le bizzarre dichiarazioni del sindaco veliterno mettono a nudo tutto il paradosso di uno schieramento a guida PD che ha completamente perso la propria identità
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Nel "buffo" (ma l'aggettivo corretto sarebbe un altro) caso Pocci, un sindaco PD che ammette nel corso di un Consiglio comunale che "avrei votato Meloni se fossi un elettore libero", c'è tutto il disastro che il centrosinistra ha compiuto non tanto in questi ultimi mesi quando ormai l'aria che stava tirando era palesemente pro-centrodestra, ma il disastro compiuto in questi ultimi anni.
Quanti anni? Cinque, dieci? Difficile a dirlo. Certo il "caso Pocci" è l'emblema di quanto il centrosinistra ormai si ritenga talmente liquido da potersi permettere scivoloni come quelli del sindaco di Velletri.
Che poi Orlando Pocci ha provato a metterci una "pezza": ma si sa, la toppa è peggio del buco e quindi ne esce che il sindaco, che ora sappiamo non essere un elettore libero (lo appuriamo per induzione e non certo per illazione), si sente libero di compiere un'"analisi del voto" nella quale, per l'appunto, pensa di fare un "endorsement" alla leader dello schieramento che, teoricamente, sarebbe suo avversario. Sotto di lui gli occhi sgranati della vicesindaca Giulia Ciafrei confermano la "stranezza" del momento.
Qualsiasi cosa volesse realmente dire Pocci con quell'improvvido passaggio in Consiglio, poco qui conta: il problema è la liquidità del PD e del centrosinistra.
Il "caso Pocci", ce ne dispiace per il riccioluto sindaco veliterno, è destinato a fare scuola e dovrebbe insegnare qualcosa - ma disperiamo - ad un centrosinistra a guida PD che a forza di spostarsi al centro ha completamente perso di vista la sua identità tanto dal non essere più in grado sul piano politico di trovare una base di intenti da condividere con le altre forze della sua area (ormai indefinita) e, soprattutto, di convincere gli elettori.
Tanto liquido da poter liquidamente perdere le elezioni Politiche e già il giorno dopo aprire a quelle stesse alleanze che tutti gli attori hanno stizzosamente negato fino al giorno prima. Liquidità spinta.
Chi rappresenta, oggi, nell'arco politico la sinistra? Chi rappresenta il centrosinistra? Quali sono i valori identitari che il centrosinistra di oggi presenta al proprio elettorato?
La domanda è dirimente e lancinante allo stesso modo. Il "caso Pocci" mette a nudo una inconsistenza ideologico-identitaria-programmatica da far paura. Una inconsistenza che ha costretto schiere e schiere di elettori del centrosinistra a raschiare il fondo in cerca di qualcosa di sinistra sulla quale mettere il proprio voto. Generalmente non trovandola.
Un centrosinistra, quello al quale avrebbe aspirato questo elettorato (che poi è lo stesso che nel 2018 si affidò ai 5 stelle e che, almeno per metà, stavolta è rimasto a casa) che ritiene che questa area debba provenire da sinistra e poi eventualmente accentrarsi per creare basi più solide ed ampie: non il contrario, che come visto non funziona.
Non può funzionare.
Il "caso Pocci", finalmente, mette a nudo tutta la fragilità di un centrosinistra liquido senza più alcuna identità e senza più alcuna riconoscibilità. Senza più un perimetro nel quale muoversi e nel quale cercare e stringere possibili alleanze. Impossibile convincere e vincere in queste condizioni. E le elezioni Regionali che arriveranno a stretto giro dovrebbero far tremare i polsi a questa classe dirigente dei partiti del centrosinistra. Il PD su tutti.
Il "caso Pocci", finalmente, chiude il cerchio e, idealmente, spedisce in via definitiva il centrosinistra - davvero senza più appelli - a fare quello che avrebbe dovuto fare negli ultimi anni. A schiena dritta. A fare, semplicemente e direttamente, opposizione. Per ricostruirsi e ricostruire.
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