FOTO - Nemi | Domenica di protesta in piazza Roma per la ritirata dei Laghi dei Castelli Romani
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Solo un altro passo della nostra battaglia in difesa dei laghi le cui acque stanno diminuendo rapidamente e per contrastare i progetti di speculazione che incidono pesantemente all'interno del "Parco dei Castelli Romani". Le partecipate "secchiate" di acqua hanno simbolicamente iniziato a far capire alle istituzioni che la cittadinanza non tollera più il loro disinteresse verso dei Laghi, quelli di Nemi e Castel Gandolfo, che si stanno prosciugando sotto i nostri occhi giorno dopo giorno.
Peggio ancora, oltre a non far nulla per salvare lo Specchio di Diana, l'amministrazione sta iniziando progetti di attività commerciali per attrarre turismo di consumo che nuocciono gravemente al mantenimento del delicato ecosistema del lago di Nemi, così come purtroppo già avvenuto per il Lago Albano.
E' significativo, continuano dal Comitato, che il sindaco di Nemi Bertucci abbia indetto solo di recente un tavolo tecnico con responsabili politici ed – alcuni – enti specifici per individuare "le cause del progressivo abbassamento del lago e la pianificazione di interventi immediati per arginare il fenomeno". Le cause dell'abbassamento della falda sono note a tutti gli enti preposti.
Il sindaco di Nemi ricopre questo ruolo dal 2012: se 12 anni non sono serviti per comprendere quali sono i motivi principali dell'abbassamento del livello delle acque, bastava andare sui siti ISTAT ed ACEA che parlano per il Comune lacustre di una dispersione del 78% dei prelievi idrici, di un consumo di 110 mc l'anno di acqua per abitante e di prelievi al 100% effettuati da fonti locali (quelle che alimentano il lago). Si potrebbe cominciare dal capire perché nulla è stato fatto per evitare tale situazione.
In tutto ciò, risalta l'assenza dell'Ente Parco dei Castelli Romani, neanche invitato dal sindaco e silente in merito da decine di anni . Chiediamo conto della mancata attuazione del tanto sbandierato "Contratto di Falda" che impegnava le amministrazioni locali, comune di Nemi ed Ente Parco inclusi, e quello di Castel Gandolfo ad attivarsi per la tutela dei Laghi.
Chiediamo la Tutela Ambientale Urgente ed azioni immediate che si possono fare già applicando alcune direttive regionali esistenti. Pretendiamo il blocco di progetti speculativi turistici, il controllo e il fermo degli emungimenti idrici irregolari. I piani edilizi comunali, la perdita del 65% delle acque prelevate dall'unica falda dei Castelli, il disboscamento degli 8.000 ettari di Parco, il disinteresse delle amministrazioni e del parco sono i veri problemi.
E' inutile appellarsi, in questo caso, al cambiamento climatico: sicuramente la siccità e il caldo aggravano la situazione, ma i motivi principali sono molto evidenti e già studiati. Continuiamo a farci sentire, portiamo avanti la nostra lotta con tutta la rabbia per la situazione e l'amore per i nostri laghi. Dovranno per forza ascoltarci", conclude il Comunicato del Comitato Protezione dei Boschi dei Colli Albani.