Pubblicato: Martedì, 01 Ottobre 2024 - redazione attualità

CASTELLI ROMANI (attualità) - I dati di Ispra

ilmamilio.it

Il consumo di suolo nei Castelli Romani è un problema poco dibattuto dalle amministrazioni e dalla politica locale (e un motivo ci sarà...).

I dati forniti dagli istituti di ricerca rappresentano un dato al di sopra della media nazionale italiana, che si attesta intorno al 7%.

In alcuni comuni dell'area, il livello di suolo consumato sfiora o supera il 30%, con situazioni particolarmente elevate a Ciampino, dove oltre il 40% del territorio è stato trasformato nella sua superficie. Anche comuni come Albano Laziale (27%), Marino (26%) e Ariccia (26%) presentano percentuali elevate.

Comuni come Rocca di Papa (dove in passato i livelli di consumo i dati di consumo sono stati alti durante l'estensione edilizia presso le zone fuori del centro storico, come Campi di Annibale o Vigne) e Nemi, sebbene con valori inferiori, superano la media nazionale. 

I dati ISPRA-SNPA rivelano che nell'ultimo quindici anni circa il consumo di suolo nei Castelli Romani è continuato a crescere in modo significativo.

Il comune di Marino ha registrato un aumento di quasi 64 ettari di superficie artificiale, seguito da Frascati con 53 ettari, Albano e altri comuni come Ariccia, Velletri e Castel Gandolfo con aumenti minori. Grottaferrata ha invece esteso anche negli anni antecedenti alla rivelazione, che va dal 2005 al 2022, la sua portata in maniera significativa, così come altri territori che girano attorno e oltre i 20mila abitanti.

Un dato generale, questo, che si discosta dagli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati a livello europeo. L’area dei Castelli Romani rappresenta quindi una zona critica in cui sono necessarie ormai misure efficaci per invertire o fermare questa tendenza che sta creando diverse conseguenze sul piano (solo per citare die esempi) delle sfruttamento delle falde idriche o della gestione della viabilità in una rete viaria pensata a suo tempo per una portata inferiore di auto.

Il tema del consumo di suolo dovrebbe essere tra i primi all'ordine del giorno sia nei singoli comuni che collegialmente per l'intera area. E' perennemente sorvolato dai dibattiti politici. Il silenzio o la disattenzione risiede probabilmente nella spigolosità del tema.