Pubblicato: Giovedì, 17 Ottobre 2024 - redazione

ARICCIA (attualità) - Dell’avvenuta consegna è stata prodotta ricevuta da parte del Museo stesso, a firma del Direttore Dott. Massimiliano Valenti

ilmamilio.it

Una consegna tramite il presidente dell’Associazione, Marino Valenti, nelle modalità previste dalla legge è avvenuta nei giorni scorsi presso il Museo civico di Albano laziale. Trattasi di piccoli reperti che affioravano  sul terreno (immaginiamo cosa possa esserci sotto al terreno...) e trovati insieme ai soci dell’ Associazione Circus Fratrum Arvalium,  durante una delle tante passeggiate svolta in situ. Dell’avvenuta consegna è stata prodotta ricevuta da parte del Museo stesso, a firma del Direttore Dott. Massimiliano Valenti.

Comunicazione in merito è stata data anche alla Sovrintendenza tramite pec nonché al  Comune di Ariccia stesso. Ancora una volta i Castelli Romani dimostrano quanta storia nascondano. Anzi forse in questo caso di nascosto c’è poco. Sembra quasi che le memorie del passato, forse più nobili del momento storico che si sta vivendo, vogliano uscire fuori ed urlare la loro importanza. Un monito.

Aricia e la sua valle ne hanno di storia da raccontare. “Quelle due lettere TR sulla lastra di marmo” in maniera suggestiva racconta Marino Valenti  ”ci fa pensare all’imperatore TRAIANO, artefice della ristrutturazione del Circo Massimo a Roma nel II  d.C. e che ad Ariccia rivesti l’incarico di DICTATOR. Sappiamo anche dell’esistenza in Vallericcia di una villa intestata AGATURSO, schiavo liberato di Traiano: queste notizie provengono da ritrovamenti avvenuti verso il ‘700 a Vallericcia, in particolare ad una iscrizione dove vengono riportati i nomi di Plotina, di Traiano è di AGATURSO”

Gli altri reperti potrebbero rimandare ad anse di anfore e punte di frecce a mezza luna.  Ci piace pensare che le anse possano testimoniare la presenza degli SPARSORES, personaggi importanti dei circhi e che avevano il compito di bagnare la pista e renderla percorribile. Così come le frecce a mezza luna tanto care a Commodo, di cui sappiamo che, nelle antiche feste in Albano, si divertiva a colpire gli struzzi con queste frecce  per vedere correre gli struzzi decapitati.

Ora, naturalmente, attendiamo il responso delle autorità preposte a tali studi, con la speranza di conoscere la verità su questo lembo di terra che lambisce il ponte monumentale di Ariccia. Da ricordare che la Sovrintendenza sarà chiamata in causa, almeno a leggere i media locali, per verificare cosa celano quei terreni sotto al ponte di Ariccia e se un parcheggio, con annesse volumetrie per servizi, ivi può essere realizzato.

Marino Valenti