CASTEL GANDOLFO/NEMI (eventi) - Quarant'anni di Impegno per Salvare i Laghi: Soluzioni ignorate dai Comuni frenano la rigenerazione degli ecosistemi lacustri, il coordinamento delle associazioni scrive ai Comuni per un'azione popolare per danno ambientale.
ilmamilio.it - nota stampa
Il Coordinamento Natura & Territorio dei Castelli Romani e, prima di loro, il WWF, sono da 40 anni in prima linea per denunciare il progressivo abbassamento dei laghi dei Castelli Romani. Nel 2009, grazie agli sforzi delle associazioni, la Regione Lazio ha riconosciuto lo stato di emergenza per i laghi, implementando misure di tutela per le falde acquifere. Nonostante siano trascorsi 15 anni, nessun Comune ha ancora adottato queste misure. Per questo il coordinamento delle associazioni ha scritto ai Comuni per iniziare un'azione popolare per danno ambientale con la consulenza dell’esimio giurista e magistrato italiano Paolo Maddalena, che ha ricoperto l'incarico di giudice costituzionale.
Negli ultimi anni, le associazioni hanno intensificato gli sforzi di sensibilizzazione, culminando nella grande "Passeggiata di protesta" di febbraio 2024 e al coinvolgimento del ricercatore Mario Tozzi con interventi anche a livello nazionale. Sebbene alcuni Comuni inizino ora a riconoscere la gravità della situazione, le loro proposte non rispondono in modo efficace alla crisi idrica.
Da quattro decenni, le istituzioni pubbliche hanno spesso cercato di placare la popolazione con iniziative sporadiche che raramente si sono tradotte in azioni concrete. Inoltre, sono circolate numerose informazioni distorte, a volte con l'obiettivo di minimizzare il problema o di attribuirne la colpa a fattori esterni (Cambiamento climatico, CanadAir, Vaticano, terremoti, …). Tuttavia, gli studi condotti dalle università e dalla Regione Lazio confermano che il fenomeno è locale: l'abbassamento dei laghi è causato dal progressivo esaurimento della falda dei Castelli Romani, dovuto a un consumo idrico complessivo che supera del 110% la capacità di rigenerazione naturale fornito dalle piogge.
Due Soluzioni Chiave per la Crisi Idrica: Riduzione dei Consumi e Stop al Consumo di Suolo
Per fermare l'abbassamento delle falde, le soluzioni sono principalmente due. La prima è la riduzione dei consumi di acqua da parte di cittadini e attività produttive, da studi recenti basterebbe ridurre del 30% i consumi, un obiettivo facilmente raggiungibile. Nei Castelli Romani, il consumo idrico è più del doppio della media nazionale, con un grande spreco destinato alla manutenzione di giardini privati e zone residenziali. Ad esempio il progetto della nuova conduttura di Ariccia, che prenderebbe l’acqua dal Lago Albano per alimentare la zona di Monte Gentile, una delle più grandi lottizzazioni dei Castelli.
La seconda è porre un freno definitivo alla cementificazione e all'asfalto, con una moratoria totale su tutti i Castelli Romani sulle nuove costruzioni. Ciò non rappresenta un problema per la cittadinanza, poiché la popolazione è stabile, e ci sono numerosi edifici da recuperare, sia nei centri storici sia nelle aree limitrofe.
Controproposte Non Sostenibili: Riempire i Laghi da Fonti Esterne ai laghi.
Alcuni propongono di ripristinare il livello dei laghi prelevando acqua da altre fonti e immetterla nei laghi. Ma questa idea, oltre a non essere sostenibile, comprometterebbe l'equilibrio biologico dei bacini. Da dove si potrebbe prelevare quest'acqua? Le risorse idriche dei Castelli Romani sono già in deficit, e "rubare" acqua da aree come i Simbruini o altri bacini non farebbe che peggiorare la crisi idrica complessiva. Anche la proposta di attingere acqua dal Tevere, anche per alimentare l’inceneritore, o dal mare comporterebbe rischi gravi per l'ecosistema, con l'inserimento di agenti inquinanti e una profonda alterazione del delicato equilibrio biologico delle acque dei laghi, che renderebbe il problema irreversibile.
I Comuni, e anche alcuni cittadini, devono comprendere che non si tratta di immettere acqua dall'esterno, ma di preservare e gestire in modo responsabile le riserve idriche locali.
Il Coordinamento invita associazioni e cittadini a unirsi all'azione popolare per danno ambientale. Per informazioni e adesioni