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- Scritto da Marco Caroni
FRASCATI (politica) - Roberto Mastrosanti e Luciano Andreotti hanno conquistato la fascia in un quadro politico davvero particolare
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Una tornata elettorale Amministrativa destinata a fare "storia" politica. Un'analisi, quella del voto, sulla quale - com'è normale che sia - si sono lanciati in molti. Addetti ai lavori neutrali, rappresentanti di questa o quell'area politica, e semplici osservatori. Magari interessati. Interessati, alcuni, a depistare e infangare. Fa parte del gioco.
A Frascati e Grottaferrata hanno vinto tutti ed hanno perso tutti. Tranne coloro che oggi governano, vale a dire Roberto Mastrosanti e Luciano Andreotti. Ma a quale prezzo?
L'analisi compiuta pochi giorni fa dal senatore Pd Bruno Astorre ha suscitato le prevedibili reazioni (LEGGI l'articolo del 19 luglio). Di qua e di là ma ha fornito un dato interessante: quello di un Pd alla corda come singolo partito ma ancora in grado di essere competitito (ma perdente, alla prova del ballottaggio) come coalizione.
UN PASSO INDIETRO - Ad inizio primavera tutto sembrava nelle mani di un Movimento 5 stelle che andava forte. Forte anche dei commissariamenti imposti dai fallimenti delle Amministrazioni di Spalletta a Frascati (centrosinistra) e di Fontana a Grottaferrata (centrodestra). Ad un certo punto era sembrato anzi quasi che i 5 stelle, che schieravano Lucia Santoro a Frascati e Maurizio Scardecchia a Grottaferrata, avessero a disposizione un rigore a porta vuota.
Poi però la politica ha preso le misure, trovando quelli che alcuni avevaon definito (prima di inquadrare il nuovo assetto mostratosi) gli "anticorpi" per il Movimento: sia a Frascati, dove pure Roberto Mastrosanti prima di chiudere con Posa aveva compiuto un evidente endorsment proprio in favore dei 5 stelle (LEGGI l'articolo del 17 febbraio, endorsment poi ricambiato), che a Grottaferrata. In entrambi i Comuni due coalizioni vaste, trasversali e ampie hanno di fatto fuori il Movimento, relegandolo in terza e quarta posizione. In questo i 5 stelle hanno pagato a caro prezzo il limite strutturale di potersi presentare con una sola lista. Differente avrebbe potuto essere il discorso se Lucia Santoro e Maurizio Scardecchia avessero avuto al loro fianco 32 o addirittura 48 candidati consiglieri.
Il risultato è stato dunque quello di un Movimento che pur crescendo nei numeri assoluti (e nettamente) si è ritrovato con un pugno di mosche e con l'unico seggio già conquistato nel 2014.
PD E COALIZIONE - Il Pd ha perso roccaforti importanti negli ultimi due anni ed il dato è talmente evidente quanto già analizzato (LEGGI l'articolo del 1 luglio). Il Partito democratico di Frascati e, limitatamente, Grottaferrata, ha pagato colpe proprie ma anche u vento generalmente molto negativo. L'effetto Renzi stavolta ha affossato le ambizioni delle sezioni locali, anche dove - si prenda il caso di Monte Compatri - si era oggettivamente lavorato bene. A tenere sono state invece le coalizioni: nel 2014 la coalizione a supporto di Spalletta (a guida Pd), ottenne 3367 voti, a giugno 2017 i voti a supporto di Pagnozzi, ancora col Pd nel gruppone, sono stati 3.706. Un aumento di 350 voti arrivato nonostante il crollo Pd, passato da 1900 a 1200 voti. Il tutto nonostante alle urne siano andati 2000 elettori in meno.
Di contro, a calare - paradossalmente, ma comunque in maniera contenuta visto il calo di votanti - nel primo turno era stato Roberto Mastrosanti, passato dai 3457 voti del 2014 ai 3181 di quest'anno. Il 25 giugno, al ballottaggio, il ribaltone favorito da alleanze e sostegni avvenuti alla luce del sole e non e noti a tutti: da ampie fette del centrodestra (anche oltre la portata del primo turno), a transfughi della squadra di Pagnozzi, a singoli pezzi dei 5 stelle. Ma favorito anche dall'oggettiva ampiezza e trasversalità della coalizione a sostegno di Mastrosanti.
BOLLA GROTTAFERRATA - A Grottaferrata invece, il Pd ha perso sia nel primo turno (passando dai 3050 voti ottenuti nel 2014 da Alessandro Broccatelli ai 1930 di Stefano Bertuzzi) che nel secondo, per un dato che comunque arriva da un Comune dove l'astensionismo elettorale è stato fortissimo.
Quella di Grottaferrata pro Andreotti, e contro un Movimento 5 stelle finito addirittura dietro Rita Consoli (crescendo di 120 voti, da 1265 a 1388, rispetto al 2014) è stata una specie di "bolla" nella "bolla", un vero e proprio "caso Grottaferrata". Dunque...
VINCERE, A CHE PREZZO? - La domanda è scontata e gli effetti li stiamo già vedendo, soprattutto a Grottaferrata dove proprio l'ampiezza della coalizione di Luciano Andreotti sta già mostrando tutti i suoi prevedibili limiti di tenuta. A Frascati, forte anche di sostegni esterni "non canonici", Roberto Mastrosanti sta comunque mostrando la stoffa e le capacità di tenuta che gli sono riconosciute. Ma tenere la barra a dritta sarà complicato per tutti.
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