GROTTAFERRATA (attualità) – La comunicazione ufficiale degli eventi da parte istituzionale è stata a tratti sconcertante

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Ancora tre giorni, ma il più è fatto. All'indotto turistico, ancora una volta, ci si pensa il prossimo anno. Grottaferrata rimane fedele alla sua natura e conclude un ‘Settembre Grottaferratese’ senza infamia e senza lode. Il cartellone è stato partorito un po' di corsa, con fondi non eccezionali e una comunicazione incredibilmente scarsa, a tratti sconcertante, da parte degli organi istituzionali ufficiali che avrebbero dovuto lanciare con più accortezza la manifestazione (la sezione nel portale web comunale e qualche locandina in giro sono insufficienti). Tutto è stato relegato ai singoli gruppi o ad informazioni alla spicciolata di cittadini volenterosi. Così è complicato. Troppo.

Quest’anno si è puntato molto sui convegni (ben nove). Il rischio che si corre in questi casi è che siano frequentati sempre dallo stesso giro di persone e che non producano quell’interesse che invece dovrebbe animare un periodo di festa totale per la città, tra folclore, fine settimana di appuntamenti, riscoperta dei valori interreligiosi legati al Santo Patrono Nilo. 

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Tutto il corpo di un cartellone di ben trenta giorni (complimenti vivissimi a chi ha pensato il manifesto ufficiale, di rara bruttezza) è stato salvato dalla Notte Rosa’ (promossa dall’Associazione Commercianti con un oggettivo riscontro che ha finalmente portato un grossa affluenza che altrimenti, tra le vie della città, non era stata per nulla esaltante fino a quel momento), e da alcune idee interessanti come il “Food Truck Fest” (in una location adatta, come Viale San Nilo o altre vie o piazze, sarebbe andato molto meglio), la mostra sulla carte topografiche del territorio, le iniziative dell’Associazione Culturale San Nilo, le passeggiate e pedalate che fanno da contorno (anche qui pubblicità zero). Su questi spunti si può scommettere anche in futuro, su altro un po' meno. I fuochi per il Santo Patrono sono stati ieri sera un altro momento, come da tradizione, di condivisione e di affollamento. La festa dello sport si è confermata, come già accaduto durante la Giunta Fontana, uno slancio positivo per i più giovani. Un giorno, poi, si scoprirà il mistero per cui commercianti, piazze e abitanti delle zone periferiche sono costantemente esclusi da ogni processo (eppure mezzo paese e più abita li). Un passo è stato fatto con la festa di quartiere della Molara, ma su queste alternative è l’ora di avere più di coraggio per uscire dal solito schema Corso-piazzetta -Viale San Nilo.

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Il tempo è stato poco, vero. Ma chi conosce Grottaferrata (sono esclusi coloro che l’hanno scoperta negli ultimi anni per candidarsi o appoggiare qualcuno alle ultime comunali) sa che in passato altre amministrazioni di diversa connotazione politica (sinistra, destra, civici) hanno saputo organizzare spettacoli nei mesi di Luglio-Agosto e dare vita ad un Settembre di livello dopo essere state elette a Maggio o Giugno, seguendo criteri di qualità (persino a costo zero) che centellinavano gli appuntamenti senza crearne a dismisura e senza controllo. A Grottaferrata sono circolati anche artisti di richiamo come Mango, Marina Rei, Enrico Ruggeri o Enrico Brignano (solo per citare alcuni nomi). Da qualche anno questa abitudine si è persa. E' altrettanto vero che i fondi non sono più quelli di una volta, ma lavorandoci in tempo forse si possono trovare.

Ci vorrebbe un po' di gioventù, questo sì. Nel senso della freschezza, della programmazione, del pensiero. I professori universitari non si discutono, se non si esagera nella loro esibizione (sopratutto quando si organizzano conferenze alla stessa ora in cui si celebra la processione di San Nilo del 25 settembre...) e se non si sobbarca tutto il resto sulle associazioni locali, il cui impegno, da solo, non basta più. Fuori dei confini, e ragionando in termini di area vasta, la compartecipazione degli enti e di realtà potrebbe fare della città una sorta di laboratorio creativo, artistico, culturale e ludico di valenza provinciale attorno a Roma.

Rannicchiarsi dentro il proprio cortiletto, come negli anni ottanta del secolo scorso, può essere di aiuto ai fenomeni del quarto d'ora di celebrità (non si è compreso, comunque, per quale motivo vari esponenti dell’amministrazione si sono dati da fare per sponsorizzare solo determinati appuntamenti, come se ci fossero figli e figliastri), ma non aiuteranno la città a fare l’atteso - e mai realizzato - salto di qualità sul piano dell’indotto economico e delle visite.

Meno autoreferenzialità e apertura coraggiosa alle energie nuove possono essere delle alternative su cui scommettere. Ma ci si deve lavorare sin da ora. Onde evitare di fare la fotocopia della fotocopia nel 2018.

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