GROTTAFERRATA (POLITICA) - L’assessore della Giunta Andreotti, con delega alle politiche su immigrazione e integrazione, espone la sua riflessione sul caso Sprar

ilmamilio.it - Dall'Assessore Francesca Rocci riceviamo e pubblichiamo:

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"Il dibattito che si sta sviluppando intorno alla questione dei rifugiati, dimostra che di fronte a temi sensibili i cittadini mostrano un forte interesse. E’ auspicabile che su queste questioni così delicate, i toni delle discussioni restino nell’alveo della correttezza e del rispetto reciproco. Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è il servizio del Ministero dell'interno che in Italia gestisce i progetti di accoglienza, di assistenza e di integrazione, dei richiedenti asilo a livello locale. Il servizio è stato istituito dalla legge 30 luglio 2002, n. 189, meglio nota come legge Bossi-Fini.

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L’accoglienza ai rifugiati è una realtà da affrontare, non è un’emergenza, è un obbligo, che l’Italia ha sottoscritto nei trattati internazionali, come quello di Dublino. L’obiettivo è accogliere su tutto il territorio nazionale, una media massima di 2,5 migranti ogni mille abitanti. i Comuni aderenti allo SPRAR o che intendono aderirvi sono da considerarsi esenti da altre forme di accoglienza ( Centri di Accoglienza Straordinaria). Innanzitutto ciò che urge fare, è chiarezza, non vanno confusi assolutamente, i rifugiati richiedenti asilo, con gli immigrati clandestini.

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La Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati, conosciuta anche come la Convenzione di Ginevra del 1951, è un trattato multilaterale delle Nazioni Unite che definisce chi è un rifugiato, e definisce i diritti dei singoli che hanno ottenuto l'asilo e le responsabilità delle nazioni che garantiscono l'asilo medesimo. La convenzione stabilisce anche, quali persone non si qualificano come rifugiati. La convenzione si basa sull'articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, che riconosce il diritto delle persone a chiedere l'asilo, dalle persecuzioni, in altri paesi. Abbiamo un obbligo dovuto ad accordi internazionali, ad accogliere i rifugiati, ma ne abbiamo uno ancora più importante, che è quello morale ed umanitario, perché se siamo esseri umani, dobbiamo occuparci e aiutare chi fugge dalle atrocità della guerra, dalla fame, dai soprusi dei regimi dittatoriali e sanguinari.

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Quanta responsabilità abbiamo noi occidentali ad aver determinato una catastrofe umanitaria di simili dimensioni? Quanto hanno inciso le scellerate scelte politiche di alcuni paesi Europei nella destabilizzazione di tutto il Medio Oriente? Ora ne paghiamo le conseguenze. Fin quando spireranno i venti di guerra, sarà difficile fermare questi flussi migratori. Il nostro è il paese dell’accoglienza e dell’ integrazione. Grottaferrata, ha in se la vocazione ad accogliere I rifugiati. Sin dai primi anni settanta, abbiamo con orgoglio ospitato rifugiati che provenivano da paesi dove guerre e privazioni costringevano centinaia di migliaia di persone a cercare solidarietà e sostegno in Italia. Abbiamo ospitato rifugiati dal Corno D’Africa, Etiopia, Eritrea e Somalia, I libici che fuggivano dal regime dittatoriale di Gheddafi, moltissimi esuli Cileni in fuga dalle atrocità di Augusto Pinochet. Quanti ne sono arrivati in Italia e a Grottaferrata di rifugiati che cercavano una vita dignitosa, dopo le sofferenze, la privazione delle libertà, patite sotto i regimi comunisti dei paesi dell’Est? Come possiamo restare insensibili di fronte a quelle strazianti immagini che quotidianamente ci arrivano da quell’immensa tomba che è diventato il Mediterraneo.

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Com’è possibile, rimanere indifferenti rispetto a quanto accade nell’Africa occidentale. Il deserto Nigeriano è uno degli attraversamenti che miete con frequenza un alto numero di vittime, percorso da rotte di traffici illeciti, che oggi vengono utilizzate per la tratta di esseri umani, dove le cronache ci raccontano quotidianamente fatti di una tragicità inenarrabile. Ciò che non può essere condivisibile è trasformare una questione umanitaria, che riguarda le sofferenze di uomini donne, e soprattutto bambini in una battaglia politica.

Mentre sarebbe auspicabile una condivisione di tutte le forze politiche e sociali, nel governare un processo difficile. La cosa che non possiamo fare, è la politica dello struzzo, o nascondere la polvere sotto il tappeto. Il problema dei rifugiati esiste e va governato, altrimenti sarà qualcun altro a farlo al posto nostro. Noi con coraggio ci siamo assunti una grande responsabilità, perché siamo a conoscenza anche dei possibili sviluppi negativi nella gestione di questioni così sensibili, ma il coraggio non ci manca perché abbiamo dalla nostra la consapevolezza di stare a fare la cosa giusta.

L’Assessore alle politiche sociali

Francesca Rocci"

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