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- Scritto da Fabrizio Giusti
LARIANO (attualità) – Alcuni genitori si sono mobilitati nelle scorse ore con una lettera protocollata al Comune. La solidarietà a questa lotta arriva anche dai "colleghi" di Monte Porzio Catone che da mesi si stanno battendo per questa causa
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A Lariano, a seguito di un fatto lamentato su Facebook da parte di un genitore, il quale si è visto recapitare un piatto di pasta in bianco al figlio perché aveva ritardato il pagamento di un giorno del ticket pasto, è scattata la mobilitazione di alcuni genitori. Dal dialogo tra i vari nuclei familiari è emerso infatti che nell'impossibilità di pagare la retta della mensa scolastica alcuni di loro erano costretti ad andare a prendere i figli in orario di pranzo a scuola per non incorrere in ulteriori multe, sanzioni o peggio ancora casi come quelli sopra descritti. Nella giornata di giovedì una decina di mamme ha protocollato la prima lettera al Comune (prot 21566 del 30/11/2017) come diffida ad adempiere in merito alla circolare Miur del 03/03/2017 per permettere il pasto da casa. Padri e madri hanno anche aperto una pagina Facebook ("Diritti per i nostri bambini) al fine di coordinare i lavori e sensibilizzare gli altri cittadini sulla questione. Un fatto, questo, che trovato la solidarietà anche dei genitori che a Monte Porzio Catone si sono mobilitati per circostanze simili.
I genitori di Lariano si stanno appellando a varie disposizioni. La prima è la circolare MIUR del 3/3/2017, che obbliga le dirigenti scolastiche a disporre la refezione domestica sostitutiva, alias pasto da casa da consumarsi nei locali scolastici (obbliga se ne viene fatta una richiesta). Dare la possibilità di tempo ridotto o di riprendersi i bambini non è – secondo i genitori - un’alternativa valida, almeno non è considerata tale dai giudici che hanno sempre condannato ministero ed istituti scolastici ad ottemperare permettendo il pasto da casa.
La refezione scolastica avviene comunque entro l' orario della scuola dell'obbligo (che termina alle 13:30) da cui ne consegue che il pasto da casa, se richiesto, deve essere garantito nei locali scolastici poiché la condivisione e la socializzazione del pranzo è un segmento didattico irrinunciabile e non sindacabile.
“Se uno non può pagare – affermano i genitori - faranno partire i procedimenti civili di riscossione, ma certo non puoi discriminare con pasti diversi o lasciare a digiuno i bambini! In quel caso si passa dal civile al penale”.
Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori sviluppi della vicenda.
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