ROMA - A quasi due ragazzi su dieci (17,2%) è capitato nella vita di essersi chiuso volontariamente in casa e di comunicare solo attraverso la tastiera del computer. Questo uno dei dati più importanti che emergono dal 5° Rapporto di Ricerca dell’Osservatorio “Generazione Proteo” realizzato dalla Link Campus University è presentata questa mattina nella sede romana dell'ateneo.
Nonostante queste forme di isolamento spontaneo, la gran parte dei ragazzi è consapevole dei rischi delle relazioni virtuali: il 33,9% degli intervistati sa bene infatti che i social possono creare dipendenza e il 29,1% è cosciente che, isolandosi in Rete, ci si disabitua alla vita di tutti i giorni. "Questa - spiega il professor Nicola Ferrigni, direttore dell'Osservatorio Generazione Proteo - è una generazione costretta a vivere in una realtà sempre più fondata sull’intangibilità. Per questo, i nostri ragazzi cercano sotto varie forme segni concreti che siano capaci di ancorarli in una dimensione vera.
Una di queste forme è di certo rappresentata dai selfie. Ma non selfie qualunque: il 53,1% degli intervistati se ne concede uno solo se è accanto alla persona del cuore. Non manca tuttavia lo scatto estremo, come asserisce il 10,9% di chi si 'selfa' in situazioni estremamente pericolose o il 17,9% che lo fa in motorino”.